Come uscire dalla crisi della mondializzazione 3. Una soluzione federale

2 Marzo 2019



Come uscire dalla crisi della mondializzazione 3. Una soluzione federale
Come uscire dalla crisi della mondializzazione 3. Una soluzione federale

Questo tema è trattato in due articoli precedenti e il presente conclude la riflessione. Il primo si intitola: I problemi della mondializzazione, il secondo: La rivolta e una nuova élite.

 

3) UNA SOLUZIONE FEDERALE

 

Una soluzione geopolitica

Non si può affrontare il problema italiano senza sollevarci a livello europeo e quindi geopolitico. Davanti a noi si profila un futuro in cui tutto il potere sarà in mano a poche grandi potenze: gli USA, la Cina, la Russia l’India. Tutti Stati Nazione, cioè comunità con una forte identità storica e culturale, un forte apparato di governo legislativo e militare. Solo queste Superpotenze Nazionali possono difendersi dagli assalti esterni del mercatismo in tutte le sue forme. Ne abbiamo avuto un esempio con Google che fa quello che vuole dovunque, ma è stato bloccato dai Russi, dai Cinesi e dagli Indiani.

L’Europa oggi è un conglomerato di Stati con un parlamento che non può legiferare. Non è una comunità con identità storica, non ha confini comuni, non possiede un governo, un esercito, un sistema legislativo e fiscale unitario. Non è uno Stato Nazione e sarà perciò sempre in balia di forze esterne. Con la globalizzazione è iniziato al suo interno un processo di disgregazione fra le nazioni e dentro le nazioni ed una rivolta delle masse contro le élite. Queste forze smembreranno l’attuale fragilissimo sistema europeo mettendoci tutti in grave pericolo.

 

Un Europa federale come grande potenza

Se vogliamo sopravvivere, non farci frantumare ed impoverire dobbiamo avere il coraggio di concepire un progetto a lungo termine, una meta che, una volta realizzata, risolve il problema che ci sta schiacciando. L’Europa deve diventare anch’essa una grande potenza con le possibilità di azione di una grande potenza. Questo oggi sembra un sogno delirante e impossibile. Però curiosamente tutti i partiti e i movimenti parlano dell’Europa. Sono tornati di moda temi come i confini dello stato europeo, il problema di una difesa comune e perfino espressioni come Stati Uniti d’Europa. Ed è su questi temi che dovrà cimentarsi la nuova classe politica. Non appena diventerà chiaro a tutti la dimensione del processo di immiserimento e la natura folle delle soluzioni adottate, si formeranno delle forze unificanti e allora verrà il momento di compiere una azione convergente per realizzare la confederazione. La gente vuole uno stato vicino ai cittadini che li difenda dalle invasioni esterne, che smette di opprimerli con regole vessatorie, con grovigli burocratici e dia loro un lavoro sereno. Il processo di costruzione sarà difficilissimo ma il punto di partenza è la formazione di un gruppo strategico che stimola e promuove con ogni mezzo la creazione di uno Stato federale europeo. In Europa la formula può essere solo uno stato federale articolato in stati federali nazionali e con ampie autonomie locali.

 

Stati federali con autonomie regionali

Ho sottolineato quest’ultimo punto perché non è immaginabile che gli attuali Stati, così come sono, costituiscano una federazione. Hanno lingue e costumi diversi e al loro interno vi sono tradizioni differenti. In Spagna è in atto la secessione della Catalogna, da tempo i baschi richiedono l’autonomia, in Italia c’è una profonda spaccatura fra nord e sud, la Germania e già composta da Land. L’attuale costituzione europea consente la promulgazione di leggi che annullano le autonomie, le tradizioni i costumi locali. La nuova Europa lascerà libera ogni regione di restare se stessa. La nuova Federazione europea farà solo leggi su problemi comuni senza interferire con le legislazioni nazionali e queste faranno leggi che lasciano ad ogni regione il diritto di conservare i propri costumi, le proprie tradizioni. Così Venezia e Firenze non saranno costrette a mettere all’asta a qualsiasi compratore le loro antiche botteghe, i catalani, i baschi e i gallesi potranno parlare la lingua che vogliono. Così concepito lo Stato Federale europeo costituirà una potenza con un vero parlamento, propri confini, un proprio esercito e sarà capace di ridare a ciascuno l’orgoglio di un proprio territorio, di una propria tradizione e, nello stesso tempo, una patria capace di reggere la sfida mondiale.

leggi il precedente La rivolta e una nuova elìte

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Francesco Alberoni

Laureato in medicina, ordinario di Sociologia a Milano. Ha studiato il divismo L’elite senza potere (1963) ed è stato il fondatore della sociologia dei consumi in Europa: Consumi e società (1964). È il maggior studioso dei movimenti collettivi Movimento e istituzione (1977) e Genesi (1989), è il pioniere degli studi sull’amore: Innamoramento e amore (1979) tradotto in trenta lingue, un tema che ha continuato ad approfondire con L’amicizia (1984) l’Erotismo 1986) Ti amo (1996) Sesso e amore (2006) L’arte di amare (2012) Amore e amori (Edizioni Leima, Palermo, 2016). Con Cristina Cattaneo ha pubblicato L'universo amoroso (2017), Amore mio come sei cambiato (2019) e L'amore e il tempo (2020), Il rinnovamento del mondo. E' mancato il 14 agosto 2023.

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