Le nostre abitudini sono cambiate

10 Marzo 2020



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Le nostre abitudini sono cambiate.
Le restrizioni adottate dal Governo, per contenere la pandemia del Coronavirus, hanno cambiato radicalmente le nostre abitudini.
 

Ci sono momenti, in cui ci sentiamo disorientati, non riusciamo a trovare le risposte che vorremmo.

Dobbiamo fare attenzione a non fare la fine del criceto, nel vorticare cieco, nella ruota. Il criceto paradossalmente pare a suo agio nel continuare a girare nella sua piccola ruota, ma noi non siamo criceti e dobbiamo innanzitutto renderci conto quando ci troviamo dentro “la ruota”.

Se i nostri ragionamenti continuano a girare meccanicamente nella stessa direzione, e le domande o le risposte rimangono invariate andiamo in loop, ripetendo sempre lo stesso percorso mentale. Allora è necessario interrompere questa circuitazione. Come?
Possiamo agire in due modi: o cambiamo le domande o cambiamo le risposte.

E per cambiare serve sempre uno sforzo creativo.

In questo momento contingente, si può cedere alla tentazione di un'abitudine (una ripetizione) dannosa che è la lamentazione.
Però più ci lamentiamo, più ci sentiamo frustrati.

Ci lamentiamo per il cambiamento delle nostre abitudini, delle nostre consuetudini, dei nostri ripetuti gesti quotidiani?

Non facciamolo! Proviamo a riflettere invece, intimamente, accettando il cambiamento drastico e sfruttiamo, in modo creativo, il presente per capire ciò che è superfluo, e ciò di cui possiamo a fare meno. O quello che ci manca davvero.
Possiamo anche stilare un elenco di cose da fare: leggere libri mai letti, prendere lezioni via Skype di una lingua straniera, dedicarci al restyling di oggetti di casa, riorganizzare gli armadi, fare ginnastica scaricando ebook o tutorial on line, possiamo renderci disponibili a fare la spesa per un anziano che non deve uscire di casa.

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Luisella Pescatori

È direttore artistico e della didattica di Atelier la sua agenzia letteraria di Milano. Si occupa di editoria, di comunicazione e di rappresentanza di autori. Professionalmente si forma in Teatro, recitando in diverse compagnie di giro, in spot pubblicitari, in produzioni cine-televisive. Il Teatro è oggi uno dei plus delle sue docenze, esclusivamente individuali, di scrittura creativa. Ha lavorato per diversi anni in un’importante web agency milanese. È coautrice de “La profezia delle triglie” testo adottato come materia di studio al corso “Sociologia della devianza” Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali Università della Calabria. Scrive su Huffpost.

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