Possiamo sostenere che Il corpo non inganna mai? che l’attrazione fisica è l’alfa e l’omega dell’amore?
Molti casi ci mostrano che è vero che il corpo non ci inganna e che l’attrazione erotica è il segnale più chiaro di amore forte. Ma non possiamo mai ridurre l’innamoramento alla sessualità. Ci sono anche dei casi in cui c’è l’innamoramento, ma non c’è l’attrazione sessuale. Riporto il caso di un giovane, bello, con un’attività sessuale, che si era innamorato di una sua compagna. Vi erano si altre ragazze, ma lui vedeva solo lei. Lei non lo faceva avvicinare in modo tale che lui non potesse diventare cosciente del suo innamoramento e dichiararsi; quindi non c’era alcuno scambio, ma l’innamoramento durò anni. Quando si rese conto di essere innamorato e che lei non lo voleva pensò addirittura al suicidio. Era giovane, sano e vivace, eppure in tutto il periodo non provò mai attrazione sessuale per lei, ma solo il desiderio di starle accanto. Prendiamo il caso della posta del cuore: Rifare il patto. la donna che scrive, Roberta, parla di un lungo legame durato dieci anni, fatto per otto anni prevalentemente di lettere, telefonate, messaggi.
La seconda obiezione alla tesi dualista che assegna alla sessualità il primato in una relazione, è rappresentata dalle infatuazioni, per le quali rimando all’articolo sui meccanismi. Le infatuazioni sono predisposizioni a provare desiderio, attrazione intense verso una persona che presenta certe caratteristiche che a noi paiono altamente desiderabili. È l’esempio di quella che si innamora del fidanzato di sua sorella, dove il perno non è l’amore ma la competizione, o quella che si innamora del capo. Ma dopo qualche tempo, il nostro desiderio sparisce e noi non proviamo più alcuna attrazione fisica per quella persona (anche se l’abbiamo sposata). Non è finito l’amore, che non c’è mai stato, ma l’attrazione fisica, la curiosità. Talvolta la sfida vinta.
In terzo luogo, complementare all’asserzione la carne non sbaglia mai perché esprime il sapere dell’inconscio, fa da contraltare l’idea che la mente menta sempre. Cioè noi non possiamo mai mettere in campo alcuna facoltà di ragionamento e giudizio, ma solo rispondere a una forza imperiosa in noi che chiama. Se in passato si mortificava il segnale corporeo, il desiderio la passione in quanto tale, oggi corriamo il rischio di mortificare il pensiero cosciente, le nostre facoltà di giudizio, quelle morali, quelle valutative.
Teniamo presente che nell’amore che dura a lungo la persona amata cambia continuamente davanti ai tuoi occhi e tu davanti ai suoi (discontinuità trasparente) ed anche l’attrazione sessuale può crescere e diminuire nel tempo (teoria ondulatoria dell’amore) ma le forme negative significano solo un distacco momentaneo che non intacca il legame amoroso inconscio, la “catena che ti incatena” al tuo amato.
Molti approcci psicologici e scientifici oggi si ispirano a un paradigma biologico, secondo il quale l’innamoramento è un epifenomeno di un richiamo erotico prodotto dai ferormoni che individuano in modo intelligente il partner migliore dal punto di vista genetico. Poiché il fine è la riproduzione, la sua durata è limitata, circa 18 mesi, il tempo necessario perché la coppia si riproduca, dopo di che inizia l’abituazione, le sostanze responsabili dell’attrazione erotica diminuiscono e si va verso la cessazione del desiderio e quindi della coppia.
Questo approccio non spiega tuttavia l’innamoramento, ma solo l’infatuazione, la cui intensità può confondersi con quella dell’innamoramento. Non spiega quelle azioni che una persona innamorata è disposta a fare per l’amato, che sono molto più simili a quelle di una madre verso un figlio e possono arrivare a dare la vita per l’altro e possono essere di lunghissima durata. Tanto come amore bilaterale, quanto anche come amore unilaterale. Perché quando ami, sei sempre con l’altro, non sei mai solo. Non vivi la solitudine esistenziale di sentirti solo davanti al nulla. No, davanti ai tuoi occhi hai sempre l’amato, magari anche quando sei arrabbiato, lo maledici. Non spiega quegli amori persistenti a dispetto della realtà.
Va poi osservata la confusione oggi assai diffusa che riguarda le emozioni. E una contraddizione in termini parlare di emozioni profonde. Freud infatti proponeva una teoria degli affetti. Le emozioni sono risposte adattive agli stimoli ambientali e a quelli interni. Le emozioni base (rabbia, piacere, dolore, paura), ci invadono improvvisamente e noi possiamo riconoscerle e cavalcarle oppure subirle o ancora esprimerle senza modularle producendo solitamente molti danni.
Io posso arrabbiarmi moltissimo, ogni tanto vederlo come un mostro come un bruto. Non per questo singolo episodio smetterò di amare colui di cui sono innamorata. Come l’innamoramento è un processo, anche il disinnamoramento lo è, perché l’amore prodotto dall’innamoramento ha una componente etica fortissima. Freud stesso richiamava come modello di tutti gli amori quello per la madre. L’altro mi appare non solo desiderabile eroticamente, ma la persona migliore quanto a valori di fondo, atteggiamento verso la vita e verso di me. Ho piena fiducia in quello che dice e che pensa. E questo non passa per un moto di rabbia o di dolore. E non passa neppure quando inizi a vedere aspetti negativi dell’altro, che in una relazione lunga, inesorabilmente emergono.
molto spesso le persone vanno in terapia per parlare del loro disinnamoramento e come prova più certa portano l’improvviso cessare dell’attrazione sessuale per il partner. In molti casi il processo di disinnamoramento si manifesta anche con il cessare dell’attrazione erotica. Ma vi sono molti casi, più oggi di un tempo ( Perchè non ti desidero più) in cui questa cessazione può avere cause “a-specifiche” disagi, delusioni, paure, errori e questo può essere oggetto di terapia.