Il senso della festa

26 Novembre 2018



Il senso della festa
Il senso della festa

Festa e festività sono momenti di aggregazione e di condivisione (dall’etimologia greca festiao la condivisione attorno al focolare domestico), perché tutti noi generalmente desideriamo trascorrere i momenti gioiosi con le persone che amiamo, con le quali ci sentiamo bene, con le quali siamo in intimità.

In questi casi la festa può rappresentare il momento in cui rinsaldare i legami o festeggiare, appunto, insieme alle persone care una nascita, una ricorrenza, un evento unico; e qui viene rafforzata dall’etimologia latina di festum, che si radica nella extra-ordinarietà del momento, in contrapposizione all’ordinem della vita quotidiana.

 

Ma anche durante le feste collettive si genera un’effervescenza, una solidarietà che ci fa sentire vicini agli altri, a perfetti estranei con i quali condividiamo il sentimento del momento celebrativo o commemorativo. Infatti, sin dall’antichità l’uomo ha sentito il bisogno di interrompere il tempo quotidiano con momenti di straordinarietà, di celebrazioni sacre, per ingraziarsi la benevolenza degli dei o delle potenze divine.

Comunemente usiamo i termini festa e festività come sinonimi, anche se è possibile individuare una differenza non tanto semantica, quanto di senso e di percezione che i due termini hanno a livello soggettivo.

 

Possiamo dire che la festa è ciò che noi intimamente percepiamo come un evento gioioso, per cui può non essere necessariamente legata ad una festività; al contrario, la festività è un fenomeno collettivo, richiama alla mente e all’esperienza l’idea della ricorrenza, della celebrazione, del ricordo, ma anche il potere prescrittivo che ha su di noi, ossia il dovere.

Se nel passato l’individuo non aveva ancora sviluppato una soggettività e prevaleva in lui il senso di appartenenza alla collettività, come hanno dimostrato, tra gli altri, Durkheim, Freud, Bergson, oggi il sentire soggettivo si sovrappone e prevale sul residuo arcaico del collettivo che riemerge in occasione delle festività.

 

E l’ambivalenza è tanto maggiore quanto più il sentire emozionale individuale si discosta dal sentire collettivo. 

Il Natale, ormai alle porte, ci pone di fronte ad un caso in cui ben si conciliano il sentire emozionale e il potere coercitivo e prescrittivo propri delle festività tradizionali. Non stiamo parlando delle contrapposizioni di chi ama o odia il Natale, di chi ne rivaluta la tradizione o di chi ne sottolinea l’aspetto commerciale, di chi vorrebbe stare con altri ed è obbligato ad adempiere al suo ruolo. Si tratta piuttosto della discrepanza che può esserci fra ciò che noi sentiamo e ciò che è prescritto dalle regole emozionali  del Natale.

Questa profonda ambivalenza si presenta ai nostri occhi nelle statistiche: non è un caso se la maggior parte delle liti famigliari e degli impulsi di aggressività si manifestano in questo periodo, come non è un caso se i tassi di suicidio e di concepimento – sempre tra Natale e Capodanno – sono i più alti di tutto l’anno.

Tutti noi, in generale, desideriamo sentirci amati e approvati, quindi il più delle volte, anche se riluttanti, cerchiamo di controllare il nostro modo di sentire e di adeguarci alle aspettative che famigliari e persone care hanno su di noi.

Ma la vera festa, la vera gioia non può essere imposta dall’esterno.

Per essere veramente espressione di gioia, di letizia, di felicità deve essere un momento di autentica creazione, di liberazione, di rinnovamento, un momento extra-ordinem, in cui si dismettono i panni della vita ordinaria e ci si apre al potenziale immenso della discontinuità, dello squarcio nel tessuto del quotidiano che può donare nuova linfa vitale.

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Federica Fortunato

Sociologa e professional coach. Collabora dal 2000 con l’università IULM, ha tenuto corsi presso l’Università Statale degli Studi negli insegnamenti ad indirizzo sociologico e ha collaborato con il Politecnico di Milano. Nel corso degli anni ha partecipato a numerose ricerche universitarie, con l’ISTUR presso committenti privati e istituzionali, con il Centro Sperimentale di Cinematografia e presso realtà aziendali italiane nel settore del lusso.

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