Natale con i tuoi

21 Novembre 2018



Natale con i tuoi
Natale con i tuoi

Il Natale, nella società occidentale, è per molte coppie uno dei momenti più delicati della vita assieme.

Il detto popolare “Natale con i tuoi”, infatti, implica molti diversi segnali che possono mettere in difficoltà famiglie intere.

La situazione peggiore è sicuramente quella  degli amanti, inesorabilmente lontani per adempiere agli obblighi familiari di uno o di tutti e due i partner.

Per le coppie di recente formazione, poi, il Natale può essere il momento in cui ci si presenta reciprocamente alle proprie famiglie d’origine, con tutti gli imbarazzi e le insicurezze del caso. Le problematicità aumentano quando la coppia in questione non è formata da giovani, ma da reduci da altri matrimoni e con figli nati da precedenti rapporti. Che regali fare? Che giornata scegliere in cui festeggiare? Meglio Natale, o la Vigilia, per permettere all’altro ex coniuge di stare con i figli? O addirittura spostare tutto a Santo Stefano o a Capodanno?

Ma, anche nelle coppie collaudate, il Natale è sempre un momento di grandi contrattazioni: da chi andare il 25 Dicembre, il giorno in cui tutti sentono un obbligo morale a passarlo con le persone più care, quindi nella maggioranza dei casi con i propri genitori e fratelli. A questo punto si ricevono proposte e suggerimenti e a volte inviti contemporanei, per cui sarebbe utile il dono della bilocazione per non scontentare nessuno.

I casi sono i più svariati e spesso portano anche a discussioni accese, talvolta a liti vere e proprie. Se la coppia sceglie di contrapporsi per misurare il proprio potere l’uno nei confronti dell’altra rischia di compromettere il rapporto in modo talvolta irreversibile. Non per niente il periodo delle feste natalizie è uno di quelli in cui ci sono più rotture e crisi coniugali.

Il patto tra gli innamorati, che secondo Alberoni è indispensabile alla formazione e al perdurare della coppia, - quello che fa sì, ad esempio, che ciascuno riconosca il desiderio, il bisogno dell’altro, lo accetta e prende l’impegno di rispettarlo considerandolo un suo  diritto fondamentale e inalienabile - dev’essere rinegoziato per adattarsi a  questa apparentemente innocua contrattazione.

Spesso le famiglie d’origine sono molto diverse le une dalle altre: per differenze geografiche, politiche, sociali, religiose, o semplicemente caratteriali. Spesso è difficile per il coniuge inserirsi in un contesto di tradizioni a lui estranee: accettare per esempio tavolate infinite, se è una persona introversa, o viceversa un pasto frugale se abituato a sfarzo e festeggiamenti prolungati.

Spesso inoltre durante il pranzo natalizio si parla di storie familiari in cui il nuovo arrivato rischia di sentirsi un intruso, e, soprattutto nei primi tempi, si può sentire giudicato da un intero clan familiare.

Sarebbe interessante sapere com’è andato il primo Natale a Buckingam Palace per Megan Markle, la fresca moglie del Principe Harry, dentro le strette maglie del protocollo della Regina Elisabetta.

Se poi tutte e due le famiglie insistono per accaparrarsi il 25 come giorno in cui ospitare la coppia per il banchetto natalizio, allora la battaglia tra i clan si può fare pesante, specialmente se non c’è sintonia tra i consuoceri. Di solito, per quieto vivere, una coppia equilibrata si concede nel giorno di festa ai genitori o suoceri ad anni alterni, e può trovare così un equilibrio.

Le coppie più fortunate, che hanno famiglie compatibili, senza antipatie reciproche o rivalità, possono infine trovare la soluzione di compromesso ospitando nella propria casa tutti i consuoceri, creando una nuova tradizione. Certo magari ogni tanto potrà scappare un: “Ti ricordi quando mangiavamo il tal piatto, quando andavamo tutti in quella chiesetta…”, ma la negoziazione coniugale prevede anche di soprassedere e di deviare diplomaticamente la conversazione.

Così tra divisioni tra pandoristi e panettonisti, presepisti e alberisti, tra tradizionalisti del capitone e americanisti del tacchino, i due partner stabiliscono una delle clausole più insidiose del loro patto per la vita.

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Giusy Cafari Panico

Giusy Cafari Panico, caporedattrice (email), laureata in Scienze Politiche a indirizzo politico internazionale presso l’Università di Pavia, è studiosa di geopolitica e di cambiamenti nella società. Collabora come sceneggiatrice con una casa cinematografica di Roma, è regista di documentari e scrive testi per il teatro. Una sua pièce: “Amaldi l’Italiano” è stata rappresentata al Globe del CERN di Ginevra, con l’introduzione di Fabiola Gianotti. Scrittrice e poetessa, è direttrice di una collana editoriale di poesia e giurata di premi letterari internazionali. Il suo ultimo romanzo è “La fidanzata d’America” ( Castelvecchi, 2020).

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