il merito

16 Marzo 2023



il merito
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Leggendo un articolo/intervista al filosofo Stefano Zecchi,su “La Verità” di sabato 25 febbraio 2023, che riprendo sinteticamente citando il titolo “il disastro di oggi è aver sostituito il merito con il -like-“, mi è subito emersa chiaramente una riflessione.
Trovo molto significativo il riferimento alla competizione esasperata e l’accento che Zecchi mette sulle competenze. Senza voler approfondire, ma con l’intento di solleticare la tua fantasia, faccio notare come competere e competenza, abbiano una sicura assonanza e merito sia -o forse ancora è- un Appretto per inamidare colletti, in qualche modo per rendere senza pieghe qualcosa che si stropiccia. Competere per il Merito sarebbe il motore dell’ascensore sociale (che per troppa gente è sempre fermo al piano -1 e non sale mai, nonostante si schiacci il bottone). L’ascesa sociale è dopotutto l’obiettivo al quale ciascuno di noi aspira, ed una via maestra di “ascensione” è verosimilmente la cultura, educazione, formazione. Per questa via l’Italia dovrebbe diventare una patria attrattiva.  Che i cervelli fuggano pure dall’Italia; torneranno se troveranno in Italia quello che altrove mancava. Poi, ci sono i cervelli, o meglio le intelligenze e le creatività, da attrarre sul nostro suolo. Studenti motivati provenienti da altri paesi possono portare energie alla crescita della conoscenza. Se poi vorranno tornare nei loro paesi di origine, bene anche quello, vorrà dire che un po’ di Italia si diffonderà, come conoscenza, nel mondo.
In conclusione, Merito e Competizione, sono fini a se stesse senza l’idea che possano circolare liberamente nel mondo, per fertilizzare l’intelligenza collettiva, sono fini a se stesse quando sono volte alla corse per primeggiare sugli altri tanto da farli più stupidi di noi e meno degni di un Like.

Post Scriptum:  un piccolo racconto di vita quotidiana sull’abbandono di un certo atteggiamento competitivo. Da alcune settimane ho smesso di guidare preoccupandomi di superare automobilisti lenti, di arrivare/partire prima al semaforo e ho scelto di attenermi il più possibile ai limiti di velocità (gli odiati cartelli stradali). Superare, correre, giocare alla formula 1, sono forme di competizione stupida (ovvero io agisco per dimostrare che sono più bravo di te). Risultato: i consumi di benzina si sono drasticamente ridotti. Ergo: competere contro fa sperperare energie. E la vera competenza e merito non stanno nel primeggiare sugli altri (al semaforo per primi), ma nell’essere all’altezza delle sfide che sono di tutta la collettività.

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