L’innamoramento non contempla inganni

11 Ottobre 2019



L'innamoramento non contempla inganni
Lady Diana Mamma

L’innamoramento è un movimento antico, è un canto armonico, è un’eco che si dilata nel tempo.

Muove gli ingranaggi delle relazioni agendo su circuiti cerebrali, creando unioni collettive.

Inscatolarlo in qualche centimetro del nostro corpo, preconfezionarlo in dinamiche individuali vale a disconoscerne il suo dirompente potenziale.

L’innamoramento non è una questione di cuore, sarebbe un inganno crederlo.

Il cuore può pulsare in egual misura per amore, per eccitamento, per ansia, per una qualsiasi fonte di emozione. Il cuore non è la patria dell’amore, perché l’amore non è solo un battito folgorante che scuote e ci fa sentire alati, o fragili.

Nemmeno il cervello ne è la sede perché l’amore non può essere ridotto a un ragionamento logico, o a una ragion di Stato.

L'innamoramento non è il prodotto di un calcolo ma è un’onda che travolge, sconvolge, ripara, e si ritira dando nuova forma a due granelli di sabbia che unendosi diventano un’isola.

Se su questa nascente isola si instaurerà il regime della reciprocità e se il vissuto amoroso, l’agito, saprà farsi governare dall’equilibrio dell’innamoramento bilaterale, l’isola non subirà inondazioni, invasioni. E nessuno cercherà di fuggire su zattere di salvataggio.

In due, quei due, se la dovranno cavare, nell’indistinto tra cielo e mare, tra frangenti difficili e le alte creste degli imprevisti, tra reciproci passati e tempeste di emozioni.

L’amore è una forza elevata, superiore.

È un insieme di energie, di vitalità, di vigore, di luce, di sapienza. È una forza costruttrice che crea una coppia, una famiglia e modifica il suo stesso ambiente. A volte crea un castello, una rocca imprendibile, altre volte un edificio fragile che crolla. Altre ancora è una speranza, una promessa, un grido a cui non viene data risposta.

È il caso di Diana Spencer sposata al principe ereditario. Lady Diana è bella, colta, raffinata, ha il fascino della fragilità e quella timidezza erotica che avrebbe conquistato chiunque.

Diana la fanciulla inconsapevole, “scelta/selezionata” per vivere una favola d’amore da raccontare a tutto il mondo. Diana innamorata perché sapeva o aveva creduto di poter essere riamata. Certamente fu lo stesso Principe Carlo a farglielo credere e a fomentare, alimentare, in lei l’ipotesi di una grande storia d’amore.

Ma il giorno delle nozze lui indossa i gemelli d’oro regalo di Camilla Parker, sua amante. Nell’allacciare quei gemelli d’oro il Principe sancisce la forza di un’unione clandestina tenuta nascosta.

Il Principe non ha mai saputo/potuto cogliere la chiamata all’amore da parte di Lady Diana, perché era già innamorato corrisposto di un’altra donna.

E sarà questo, quello tra Camilla e Carlo, il vero grande amore bilaterale della famiglia reale d’Inghilterra, un amore condannato e tragico, nel silenzio, com’era stato condannato e tragico, nel clamore, quello di suo prozio Edoardo VIII Re d’Inghilterra che abdicò per amore di Wallis Simpson.

Entrambi sono amori non perdonati.

La società ha invece capito Diana, respinta, ferita, umiliata. Diana madre dolcissima e presente che ha amato molto i suoi figli e ha insegnato loro l’amore. Ha portato William e Harry, da piccoli, a incontrare i barboni, sotto i ponti del Tamigi, i malati di Aids e i bambini sofferenti negli ospedali.

Diana sempre più famosa e amata in tutto il mondo. Da Madre Teresa di Calcutta, che capì la solitudine e la disperazione della principessa, ai divi di Hollywood, tutti amavano Lady Diana. E hanno capito e giustificato i suoi tradimenti che non sono stati altro che ricerca d’amore, una sorta di risarcimento per la sua “mutilazione”.

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Luisella Pescatori

È direttore artistico e della didattica di Atelier la sua agenzia letteraria di Milano. Si occupa di editoria, di comunicazione e di rappresentanza di autori. Professionalmente si forma in Teatro, recitando in diverse compagnie di giro, in spot pubblicitari, in produzioni cine-televisive. Il Teatro è oggi uno dei plus delle sue docenze, esclusivamente individuali, di scrittura creativa. Ha lavorato per diversi anni in un’importante web agency milanese. È coautrice de “La profezia delle triglie” testo adottato come materia di studio al corso “Sociologia della devianza” Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali Università della Calabria. Scrive su Huffpost.

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