La concorrenza al made in Italy a tavola

10 Ottobre 2020



'}}
'}}

Come stanno cambiando le abitudini degli italiani e  come sta cambiando l’offerta  dei prodotti alimentari? E’ uno dei pochi settori che non ha dovuto chiudere tutto, eppure sembra essere interessato da forti trasformazioni.  Negli ultimi tempi hanno aperto i battenti nuove catene di  piccoli supermercati che invece di fare una vera concorrenza all’acquisto online –  offrendosi di portare a domicilio in modo facile i prodotti, come faceva il vecchio negozio di quartiere negli anni settanta – la fanno al made in Italy.

Ad esempio due tipi di punti vendita si sono diffusi in alcune grandi città.  Un primo tipo di negozi, attraenti eleganti, offrono prodotti di dimensioni ridotte, per una persona, massimo due, ma a caro prezzo. Sembrano negozi appositamente pensati per soddisfare il bisogno di cibo   dei single, degli impiegati, delle persone sole che non vogliono più spignattare, dei  giovani che non hanno imparato a farlo o hanno case troppo piccole. Gente che vuol nutrirsi rapidamente,  in fretta,  contando le calorie, influenzati dalla moda del momento.

In effetti è sempre più difficile comprare cibo da cucinare, da trasformare, soprattutto se si è  soli si opta per il cibo  a portata di mano, bello pronto inscatolato   della dimensione giusta, anche se è venduto a caro prezzo.  Spesso nello stesso rione la stessa azienda schiera due o tre, punti vendita in modo che la gente che abita in quella zona non abbia alternative.

Un secondo tipo  di negozi  sembra essere rivolto a chi vuole o deve risparmiare ed  e di fatto  un discount . In questi   ci sono prezzi piu bassi ma la scelta di marca e scomparsa Tutti i prodotti recano solo i marchio della catena che li  s ha celti, ordinati e assemblati   . Non puoi più prendere la pasta, il formaggio, il burro di una azienda che conoscevi che ti dava solide garanzie  Erano le aziende  pilastro del made in Italy  gioielli per tutto il mondo  Oggi e questa catena che tratta con i fornitori  , probabilmente italiani ,  di piccole dimensione     ma la loro qualità non è garantita da niente se non dal distributore che può imporre loro costi  bassi .   Risultato tutti i prodotti   sono diventati anonimi come era nel passato, prima che ci fossero le marche  ma almeno allora  conoscevi personalmente  i’artigiano ,il panettiere il macellaio,  il formaggiaio da cui li comperavi. Oggi  no.

Entrambi questi tipi di negozio hanno in comune la scomparsa delle grandi marche italiane  che si sono affermate  con continui perfezionamenti  in decenni  di ricerche e si  sono imposte nel  mercato mondiale mantenendo una reputazione fondata sulla loro storia.  Quindi un danno per il made in Italy

Condividi questo articolo

'}}

Cristina Cattaneo Beretta

Cristina Cattaneo Beretta (ha aggiunto il nome della mamma al suo) (email) Laureata in filosofia ed in psicologia a Pavia, psicoterapeuta, dottore di ricerca in filosofia delle scienze sociali e comunicazione simbolica, ha condotto studi sul linguaggio simbolico e il suo uso terapeutico (Cristina Cattaneo Il pozzo e la luna ed Aracne). Studia le esperienze di rinnovamento creativo e i processi amorosi, approfondendo in particolare il tema della dipendenza affettiva. Ha pubblicato con Francesco Alberoni: L’universo amoroso (Milano, 2017 ed. Jouvence), Amore mi come sei cambiato (2019 Milano, ed. Piemme Mondadori), L'amore e il tempo (la nave di Teseo 2020), 1989-2019 Il rinnovamento del mondo (La nave di teseo, 2021)

ARTICOLO PRECEDENTEPROSSIMO ARTICOLO
Back to Top
×