Gelosia, una esperienza rimossa

27 Luglio 2018



Gelosia, una esperienza rimossa
Gelosia, una esperienza rimossa

La modernità non ama la gelosia, non la giustifica, non la sopporta. Non ci si vuole scoprire gelosi e ci si accorge di esserlo con disagio. Più spesso ci si convince e di conseguenza ci si vanta di non esserlo, perché ci sembra la capacità di saper stare sui propri piedi sicuri di sè, moderni. Essere gelosi significherebbe, al contrario, essere possessivi e persino ossessivi, ma soprattutto antiquati: noi non si vuole oggi né possedere qualcuno, né essere posseduti.

Tuttavia anche chi si sia difeso a lungo da questa passione che segna la sua insicurezza, la sua debolezza di fronte a chi ama, prima o poi nella vita vi inciampa. Un esempio per tutti:

Due amanti camminano per le vie del centro, felici, hanno appena fatto l’amore ed è una bella giornata di sole, ma ecco lui estrae il portafogli e lei scorge nell’aletta interna la foto di una donna giovane e bella che sorride. Vedendo quella foto, questa donna che non era mai stata gelosa, impazzisce di colpo. Vede quello che prima non vedeva: lui con un’altra, una che le era sembrata scialba e anche viziata, ma più giovane. Ora freme come un’erinni, sente il cuore spaccarsi. Sa che quello che vede rivela una verità; non era mai stata gelosa, ma ora la gelosia prorompe in lei. Si trova di colpo ad avere a che fare con una passione che sarà brutta, sarà scomposta, sarà eccessiva, ma esiste.

Il dolore di questa donna è un’esperienza reale con cui deve fare i conti, si sente come se le avessero mozzato una mano; è la ferita di accorgersi di non essere l’unica, e se non è unica, lei sente, “non sono niente”: non puoi essere amata “un po’” da qualcuno che per te è unico. Per questa donna è venuta a cadere la reciprocità, che però è la base stessa del rapporto d’amore. L’uomo vorrebbe continuare allo stesso modo, facendo tutte le cose che facevano prima, in fondo non stavano bene prima che lei sapesse? Ma ora lei ha perso ogni felicità in questo rapporto, sa che mancava la base in cui tutto avveniva: l’amore esclusivo.

Questo è il problema reale con cui la comparsa della gelosia la costringe a confrontarsi: accettare che il suo sia un amore debole, un’amicizia erotica, una frequentazione sessuale. Deve accettare che l’amore forte non esiste e si accorge che tutta la sua dedizione, la sua cura, il suo amore, il suo investimento erano mal riposti.

Quello esposto è un caso di gelosia traumatica. Il trauma consegue il fatto di scoprire all'improvviso dal nulla che c’è almeno un’altra donna. Da questo momento in avanti, per questa donna che era realmente innamorata, che era in stato nascente, la rielaborazione del trauma avverrà sotto la guida tormentosa della gelosia. Il suo viaggio sarà difficoltoso perché lo stato nascente è una realtà viva in lei e il percorso sarà reso più lento dal fatto che culturalmente disprezza la gelosia, non sa che si può anche sfruttarne la forza ed agire combattendo: andare a riprendersi il suo uomo. La sua mancanza di conoscenza delle cose d’amore e la cultura dominante le indicano come unica via il mettersi di lato, sopportare o andarsene.

In realtà questa idea deriva dal fatto che oggi l'amore viene considerato mero sentimentalismo. L'attrazione erotica è guardata con maggiore rispetto del rapporto umano. Questa ragazza ha cercato di farsi passare la gelosia. Pensava che essere gelosa fosse un segno di ulteriore debolezza. Ma non riuscendo a evitare di sentirsi ferita nè a lasciarlo, è  rimasta a lungo a mezza via. La sua gelosia si è tramutata in dolorosa impotenza e a quel punto è diventato per lei anche difficile staccarsi, perché non ha dato valore a se stessa e a quel che provava.

Un magma caldo.  Da quando abbiamo aperto la strada all’idea del pensiero debole ci siamo anche fatti convincere che anche l’amore sia debole. Poi vi sono momenti in cui questa  idea viene meno perché siamo travolti, ci innamoriamo, perché siamo gelosi.

La gelosia, quando è vera gelosia è una passione  forte, è  un magma caldo, ha in sè un odore di battaglia. Se non si combatte, non con la violenza ma con intenzione, ci si ripiega timidamente nella tristezza. Diventiamo anche meno interessanti, meno amabili, la forza dell’altra cresce, lui la ostenta: ecco il punto nel quale la gelosia viene a confondersi con l’invidia e allora ne saremo irrimediabilmente  feriti. La gelosia culturalmente così denegata, mitigata e depotenziata diventa una porta d’ingresso verso stati depressivi talvolta duraturi.

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Cristina Cattaneo Beretta

Cristina Cattaneo Beretta (ha aggiunto il nome della mamma al suo) (email) Laureata in filosofia ed in psicologia a Pavia, psicoterapeuta, dottore di ricerca in filosofia delle scienze sociali e comunicazione simbolica, ha condotto studi sul linguaggio simbolico e il suo uso terapeutico (Cristina Cattaneo Il pozzo e la luna ed Aracne). Studia le esperienze di rinnovamento creativo e i processi amorosi, approfondendo in particolare il tema della dipendenza affettiva. Ha pubblicato con Francesco Alberoni: L’universo amoroso (Milano, 2017 ed. Jouvence), Amore mi come sei cambiato (2019 Milano, ed. Piemme Mondadori), L'amore e il tempo (Aracne 2020).

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