Tradimento on line

30 Luglio 2018



Tradimento on line
Tradimento on line

Il 17 aprile 2018 la Corte di Cassazione della prima sezione civile ha stabilito che flirtare on line equivale a tradire. Così, dopo anni di incertezze legali su che cosa debba considerarsi tradimento, ora risulta chiaro: il rapporto on line è divenuto tradimento a tutti gli effetti perché, se lo ha stabilito la Cassazione, la sentenza diventa giurisprudenza ed è equiparata alla legge.

La risposta della Cassazione si riferisce al ricorso avanzato da un uomo contro la sentenza pronunciata nel 2014 dalla Corte d’Appello di Bologna, sentenza divenuta storica perché, per la prima volta, i giudici avevano equiparato il tradimento on line a quello reale. L’uomo infatti era stato condannato a versare un assegno di mantenimento di 600 euro alla moglie che lo aveva scoperto in cerca di avventure on line. Ora, la Cassazione ha respinto il ricorso nonostante la moglie fosse molto benestante e avesse abbandonato il tetto coniugale, ritenendo che a indurla a ciò fosse stato il comportamento del marito, tanto grave da minare la reciproca fiducia.

Non stiamo parlando dei tradimenti che iniziano on line e poi continuano con incontri reali, come avviene anche ormai sempre più spesso per le storie d’amore. Ma di quelli che nella rete ci rimangono e si limitano a quella.

Le cronache riportano fra gli altri un caso precedente, del 2016, dove i giudici, nello stabilire se la separazione richiesta dal marito che aveva sorpreso la moglie a chattare on line con un altro uomo, dovesse essere fatta con addebito a carico della fedifraga o no, hanno deciso che nel loro caso, l’addebito non era dovuto, ma avevano anche precisato che se lei e il suo interlocutore si fossero scambiati foto o video on line con intenti sessuali, allora ci sarebbero stati a loro parere gli estremi per un addebito.

Nella stessa direzione è la sentenza della Cassazione che, confermando e ampliando la decisione della Corte di Bologna mostra come ogniqualvolta la conversazione telematica varchi il limite della semplice amicizia virtuale sconfinando in un legame sentimentale o nel puro desiderio carnale, si crei un elemento sufficiente per ritenere in atto una violazione dell’obbligo di fedeltà.

In un momento in cui pare che circa un terzo delle cause di separazione abbiano a che fare con i social network, viene allora spontaneo chiedersi che cosa si intende per fedeltà e per tradimento. Termini legati dalla definizione stessa che ne danno i dizionari che descrivono il tradimento di coppia come la disattesa del dovere o dell’impegno di essere fedeli al coniuge.

Tutto quindi riporta ancora una volta al concetto di fedeltà e per chiarirlo dobbiamo fare due considerazioni.

Innanzitutto, il modo di rapportarci alla fedeltà cambia con l’evolversi di un legame amoroso. Infatti, quando ci innamoriamo, il problema della fedeltà e di quello che comporta non ci si pone. All’inizio il nostro amore per l’altro è esclusivo in modo spontaneo, quando l’innamoramento lascia il posto all’amore la coppia si istituzionalizza con il matrimonio o con una convivenza stabile, allora, consapevoli che il momento di esclusività iniziale spontanea propria dello stato nascente amoroso, non può durare, i partner sentono il bisogno di giurarsi fedeltà attraverso un patto compreso nella formula del matrimonio. Ciò significa che nel corso del rapporto qualcosa può cambiare e per mantenere stabile la coppia occorre anche un atto di volontà reciproca. Ma cosa contempla la fedeltà? Per le persone di una certa età, quando si parla di tradimento si pensa a un rapporto carnale. Oggi, invece, l’accezione del termine si è ampliata fino a comprendere il pensiero o l’intenzione di tradire anche senza che si arrivi all’atto tanto che si è introdotto il termine di micro-cheating per indicare tutti quei comportamenti che non si possono definire tradizionalmente tradimenti, ma che vanno considerati come tali, dal coinvolgimento emotivo alle fantasie erotiche con una persona diversa dal partner, dai sorrisi ammiccanti ai tentativi di farsi notare, alla ricerca di opportunità per stare, parlare o passare tempo con una persona in modo esclusivo. Fenomeni non nuovi, ma che le nuove possibilità fornite dalla rete hanno moltiplicato anche non considerando la diffusione dei siti specializzati in tradimenti on line.

Tutto ciò ci porta a un’ultima considerazione che riguarda le differenze nel concetto di fedeltà per uomini e donne. Mentre in genere, gli uomini hanno un’idea dell’erotismo e del rapporto amoroso più legata al sesso e all’atto sessuale, per le donne questo è solo una parte del rapporto, hanno bisogno anche di una comunione spirituale, mentale, ideale con il partner. Gli uomini possono andare facilmente con una prostituta con la quale non stabiliscono nessun legame affettivo, le donne, in mancanza di questo più difficilmente si concedono a un partner. Molte ricerche rivelano che per le donne spesso è ritenuto più grave avere un partner che facendo l’amore con loro pensi a un’altra che non venire a sapere di una sua “scappatella”. Allora, possiamo considerare la sentenza della Cassazione come un passo verso un’idea del rapporto di coppia tradizionalmente femminile, più ampio, meno legato al puro atto sessuale esteriore, ma dove la fedeltà è anche e soprattutto un sentimento intimo di comunione di sogni e di intenti.

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Rosantonietta Scramaglia

Laureata in Architettura e in Lingue e Letterature Straniere, ha conseguito il Dottorato in Sociologia e Metodologia della Ricerca Sociale. Ha compiuto studi e svolto ricerche in Italia e in vari Paesi. Attualmente è Professore Associato in Sociologia presso l’Università IULM di Milano. È socia fondatrice di Istur – Istituto di Ricerche Francesco Alberoni. È autrice di oltre settanta pubblicazioni fra cui parecchie monografie.

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