La politica si fa o si subisce

18 Agosto 2022



'}}
'}}

Vogliamo star bene.

In questi ultimi anni, oltre le normali sfide, che la vita ci poneva quotidianamente ci siamo tutti ritrovati con una pandemia che ancora non abbiamo messo da parte ed una guerra interna all’Europa stessa.

L’economia è stretta tra gli strascichi della pandemia, dalla guerra e da una speculazione che nessun governo europeo riesce a dominare.

L ‘impreparazione delle classi politiche europee si è manifestata ormai senza veli. Il re è nudo.

Tutto viene gestito lentamente e male dalla pandemia alla guerra; non ci siamo mai sentiti più divisi e insicuri come in questi ultimi tre anni. Ma la colpa è nostra che siamo stati sempre distaccati dalla politica e lasciato posizioni di comando a persone di cui non conosciamo nulla e molto spesso con scarsa cultura e preparazione.

Non si può dire: “a me la politica non interessa” . La politica si occupa di noi da prima della nostra nascita e dopo la nostra morte. Ora se andiamo da un dottore vogliamo sapere chi è, quali referenze ha; invece permettiamo ai politici di gestire interamente la nostra vita senza neanche sapere chi siano.

“La politica o si fa o si subisce.” Lo ripeto in continuazione in molte conferenze.

La nostra società occidentale che tanto tempo ci ha messo per garantire un welfare ai propri cittadini, una educazione scolastica, un’etica e rispetto delle persone e dell’ambiente, un lavoro equo, una sicurezza sociale ….ora tutte queste conquiste stanno implodendo.

Allora mi chiedo che cosa si intenda per star bene, quali sono i valori di questo “bene”.

Avere una società dove si possa realizzare i propri sogni, dove le aspettative dei figli siano superiori a quelle dei genitori, dove la capacità delle persone possa creare progresso per tutti, dove la cultura sia un bene disponibile e condiviso da tutti. Una società dove nessuno viene lasciato indietro se ha voglia di contribuire alla crescita collettiva.

Ora, l’unica forma di ricerca del benessere, sembra essere il gratta e vinci o la lotteria di capodanno.

Alcuni sommessamente esprimono delle idee, ma non le portano avanti con convinzione, ottime idee giacciono nei cassetti delle nostre scrivanie e rimangono sepolte da altri fogli per tutta la vita.

Tutti vogliamo star bene, ma non facciamo nulla.

Ultimamente ascolto moltissime persone insoddisfatte del proprio lavoro e soprattutto molte neanche lo hanno.

La salute è un tema molto caldo. Si è capito come il sistema sanitario è in una profonda crisi e ancora adesso molti dubbi si hanno sulla gestione della pandemia e di spese sanitarie fuori controllo.

Inoltre per la gente normale i tempi di attesa per alcuni esami medici sono più lunghi di un anno.

Lo stile di vita è frenetico, la parola più frequente che si sente è stress. Parola ormai pronunciata in abbondanza anche da bambini sotto i dieci anni. La vendita di ansiolitici è in costante aumento negli ultimi anni.

La dispersione scolastica è incrementata, l’abbandono nell’ultimo anno ha toccato il 12%

La desertificazione industriale ha creato vuoti nei nostri distretti produttivi, un tempo famosi per il dinamismo, per la ricerca, per il nostro made in Italy.

Allora dov’è il nostro Star bene?

Anche i rapporti personali sono cambiati: sempre più single, sempre meno figli, sempre più divorzi.

La politica è l’organizzazione e la gestione della società, semplicemente una buona politica permette una buona vita ai propri cittadini.

Attualmente i cittadini che godono della democrazia, la vivono passivamente e non attivamente.

È ora di svegliarsi da questo torpore.

È ora che tutte le persone di buona volontà scendano nei circoli politici di qualsiasi colore esso siano, nelle associazioni culturali, che creino un movimento di idee che si diffonda senza colori o interessi privati, ma nell’interesse pubblico per la nostra e per le future generazioni.

È ora che le buone idee di destra e di sinistra, in alto, in basso, prendano vita e non giacciano, chiuse, nei cassetti.

È ora che tutti votino perché il voto è lo strumento che esprime la nostra democrazia.

È ora che gli intellettuali si uniscano non solo nei salotti televisivi, che l’intellighenzia della nostra cultura rifiorisca, si confronti e proponga ai nostri politici nuove forme di progresso e organizzazione.

È ora che i giovani inizino a usare i social per le idee in modo attivo e non per ricevere contenuti di ogni genere passivamente e senza alcuna forma di confronto e critica.

È ora che i giovani belli e addormentati si sveglino, reclamino i loro diritti, le loro aspettative, i loro sogni.

È  ora !

Condividi questo articolo

'}}

Andrea Canafoglia Venturini

Back to Top
×