Chi è in stato nascente non teme la morte
Incomincerò ricordando un bellissimo libro di Edgar Morin: L’homme e la mort in cui distingue tre tipi di esperienza della morte. La prima è quella della nostra vita quotidiana, di tutti i giorni. Noi non pensiamo alla morte, come gli animali. Viviamo in questo senso, senza pensare alla morte. La seconda è quella dell’individuo solo, isolato, la morte individuale impensabile che ci getta nel terrore.La terza è quello in cui l’individuo è fuso con una collettività: in guerra, nella festa, o nell’esperienza mistica con Dio e in questo caso non teme la morte. Io mi sono soffermato su questa terza situazione, quella in cui l’individuo è fuso con la collettività, in stato nascente.
Stato nascente e movimento
Nella mia vita ho studiato i movimenti, i grandi movimenti collettivi, ma anche ho descritto l’innamoramento come il più piccolo di questi movimenti perché i due individui isolati che appartengono a due mondi diversi crea un noi: la più piccola delle comunità. E lo fa perché gli individui in qualche modo si trasformano. Lo stato nascente è una trasformazione che avviene nell’individuo, nelle collettività, che ha il potere di far cadere le barriere fra gli individui, il potere di far cadere la separatezza, l’irreparabile che c’è tra gli individui. È uno stato diverso della mente e del cuore. Per fare un esempio della differenza (per questo l’ho chiamato stato) immaginate il ghiaccio solido che poi diventa acqua, oppure che diventa vapore.
L'innamoramento
Nell’innamoramento il riconoscimento di due persone avviene in questo stato. Si incontrano mentre stanno intravvedendo la separazione che ciascuno ha del soggetto con l’oggetto. Quindi da un lato sono l’uno per l’altra due esseri in carne e ossa, con un nome un cognome un indirizzo, e contemporaneamente appaiono come delle forze trascendenti, qualcosa che porta al di là e attraverso cui passa la vita nella sua interezza. Quando due persone sono innamorate, profondamente innamorate, gli atti più comuni della vita quotidiana si trasfigurano; anche le cose semplici come mangiare insieme, come osservare lo stesso paesaggio, perfino aspettare l’arrivo del treno che porti il nostro amato, l’atto perde il suo carattere ordinario, profano, diventa straordinario, intriso, intessuto di un brivido, di uno struggimento, di una gioia sovrana, una sorta di incantesimo davanti al quale restiamo meravigliati riconoscenti; assume un carattere sacro.