I rotocalchi, la televisione danno una immagine deformata di cosa significa una separazione, un divorzio, un nuovo matrimonio. Ci mostrano i personaggi dello spettacolo che lo fanno con facilità, con leggerezza, con allegria. L’attore, l’attrice, il calciatore, il presidente, il miliardario di cui si parla, quando lascia la moglie o il marito per un nuovo amore è sempre radioso, felice. Non ha un problema. Anche se è rimasto sposato venti anni con la stessa donna o con lo stesso uomo, anche se hanno figli, mai che vengano fuori drammi famigliari, pianti, dolore. Non c’è mai nessuno a cui è stato “spezzato il cuore”, nessuno a cui è stata “rovinata la vita”. L’amore dei protagonisti del rotocalchi e della televisione resta sempre adolescenziale, come se fossero due fidanzati che vanno a vivere insieme perché si piacciono, senza passioni travolgenti, lacerazioni, gelosia. Un matrimonio avventura, un matrimonio vacanza, un matrimonio festa, di cui si sa già in partenza che poi ci si stanca e si cambia come si cambia casa.
Ma è una menzogna, la delusione d’amore crea dolore disperazione. Che ti lascia dei forti sensi di colpa, e quello lasciato soffre, soffre in modo atroce, e a volte urla di disperazione, o di odio, e poi si vendica con gli avvocati o usando i figli. Ma di queste cose non si parla. Queste cose emergono solo quando i telegiornali trattano delle vicende della gente comune, cioè quasi sempre nella cronaca nera. La ragazza dice al suo fidanzato che non lo vuole più, lui sta male, e quando la vede con un altro corre in macchina come un folle pensando al suicidio. O invece si lascia prendere da desiderio di distruggere e la uccide. E la donna lasciata dal marito perché lui si è innamorato di una ragazza più giovane, entra in un tunnel di disperazione che si rivela solo quando sentiamo che si è gettata giù da un ponte o dalla finestra coi figli.
Lasciati i divi e i miliardari, entriamo in un mondo dove l’uomo che si separa, uscito di casa non sa dove andare a dormire e se guadagna mille euro al mese, fa fatica a trovarne duecento per i figli. E ti viene in mente, allora, di chiedere ai giornalisti mondani di avvertire i loro lettori che un divorzio e un nuovo matrimonio è facile solo per i barboni o i miliardari. E spesso, in realtà, è un problema anche per loro, sebbene non lo dicano.