Genitori troppo moderni

25 Agosto 2018



Genitori troppo moderni
Genitori troppo moderni

In casa Keaton, il telefilm degli anni 80 che lanciò l’attore Michael J. Fox, è descritta una famiglia per l’epoca fuori dalle righe: i genitori sono due ex sessantottini, figli dei fiori e amanti della libertà; i figli, per contro, sono persone dedite al consumismo e all’immagine e soprattutto portatori di una morale rigida. Il personaggio interpretato da Fox, inoltre, è un sostenitore appassionato di Ronald Reagan.

Il concetto di famiglia patriarcale vedeva la prosecuzione della struttura sociale anche nel proseguimento delle abitudini e delle credenze. Era insolito che un pater familia venisse contraddetto da un altro membro della famiglia e perlopiù giovane.

Poi tutto si è capovolto fino ad arrivare al Sessantotto in cui la figura genitoriale è diventata il bersaglio delle critiche dei figli:  i giovani volevano più potere, volevano sovvertire l’ordine rigido dei padri, volevano la creatività, la fantasia, l’uguaglianza e la libertà. Poi è arrivato il cosiddetto reflusso e le spinte utopistiche degli anni 70 hanno avuto un’involuzione. I ragazzi anni 80 hanno abbracciato il consumismo, una morale darwiniana, una maggiore applicazione negli studi nell’ottica di un guadagno più sicuro.  Insomma, forse per la prima volta nella storia occidentale, i figli erano più rigidi dei padri.

Questa sit com ha avuto il merito di entrare all’interno di una famiglia per analizzare le caratteristiche di quelli che sono “i nuovi genitori”. Non più proibitori e tutori della Legge, ma amici dei figli, giovanili al punto di essere quasi figli dei loro figli. I Keaton sono comunque portatori di messaggi stimolanti, inoltre seguono i loro figli e dialogano con loro e sono presenti.

Dagli anni di Casa Keaton sono passati più di trent’anni e oggi i genitori giovanili non sono più utopisti figli dei fiori, ma, in molti casi, degli eterni Peter Pan, che non rinunciano alle serate con gli amici al pub, ai corsi di yoga, di pilates, agli sport anche estremi. Insomma, nel week end rivendicano il diritto a divertirsi come i figli.  I quali, che in alcuni casi non hanno genitori che li aspettano a casa, in quanto anch’essi sono impegnati con gli amici al sabato, già alle medie fanno le ore piccole.

Altri figli, invece, come nel caso del personaggio interpretato da Michael J. Fox, scelgono la strada di distinguersi e stanno a casa a studiare, vestono in modo castigato, le ragazze senza trucco, adottando stili di vita salutisti, spesso vegani, criticando la spensieratezza dei genitori.

Dal punto di vista della coppia, all’interno della famiglia, viene da chiedersi se questi genitori disinvolti di oggi non mettano troppo la loro unione al centro della vita, trascurando i figli.  In altre parole se il loro legame d’amore non escluda i figli.

“I figli non danno la felicità” scrive in un libro uscito di recente in America, la scrittrice Jennifer Senior. Nel libro l’autrice spiega perché avere figli non renda più felici, ma anzi privi del divertimento la vita dei genitori.

In realtà una coppia veramente riuscita non è claustrofobica:  è feconda, è un nucleo sociale aperto, non chiuso, migliora la società, compresa la parte basilare che è la famiglia. Due persone che si amano, amano anche i frutti del loro amore, quegli esseri unici che sono la somma moltiplicata dei loro geni, e, in caso di adozione, parimenti, della loro educazione e della somma dei loro mondi trasmessi in eredità, e amano seguire il loro sviluppo umano ed emotivo insieme, assumendo il ruolo genitoriale con gioia e condivisione. Un progetto comune in cui essere artefici assieme. Un altro patto che vivifica, se sentito da entrambi, il loro amore.

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Giusy Cafari Panico

Giusy Cafari Panico, caporedattrice (email), laureata in Scienze Politiche a indirizzo politico internazionale presso l’Università di Pavia, è studiosa di geopolitica e di cambiamenti nella società. Collabora come sceneggiatrice con una casa cinematografica di Roma, è regista di documentari e scrive testi per il teatro. Una sua pièce: “Amaldi l’Italiano” è stata rappresentata al Globe del CERN di Ginevra, con l’introduzione di Fabiola Gianotti. Scrittrice e poetessa, è direttrice di una collana editoriale di poesia e giurata di premi letterari internazionali. Il suo ultimo romanzo è “La fidanzata d’America” ( Castelvecchi, 2020).

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