C’è un'inquietudine più femminile che maschile di cui oggi si parla molto meno di un tempo. La donna infatti ha ormai la stessa vita, scandita nello stesso modo dell'uomo e non ha più tempo e possibilità di ascoltare i ritmi ormonali e la loro periodica ciclicità; se questo mutevole mondo emotivo la ostacola in qualche modo ha la necessità di tenerlo sempre sotto controllo e la possibilità di farlo ricorrendo a una terapia farmacologica.
Ma è un mondo che la donna ha dentro e talvolta si sente presa da una tristezza infinita e non sa da dove viene... Sa solo che tutto le sembra d’un tratto senza promesse e senza speranza, senza gioia e senza vita. Fino a che è immersa nel lavoro e negli impegni riesce a tenere a bada la tristezza, è una tristezza che risente tanto dell’assenza dell’altro, è affettiva e lei si sente priva dell’amore che la renderebbe viva. Le può accadere soprattutto nei momenti in cui stacca dagli impegni, quando potrebbe riposarsi.
In questi momenti, avrebbe bisogno di un abbraccio silenzioso, che non costa nulla ma è per lei più prezioso di un dono. Perché se momenti come questi divengono frequenti, a poco a poco lei si intristisce e si chiude e può perdere la sua solita allegria. Gli uomini tendono invece a girare al largo, non capiscono molto a cosa serva un'inutile ripetizione di parole che a loro sembrano false. Ti amo, ritengono, non si può dire continuamente, perché è una parola preziosa. Eppure, come un gioiello prezioso non ha senso chiuso in un cassetto, anche le parole d’amore, non ha senso serbarle per un’occasione migliore.