Fra i giovani l’innamoramento duraturo è in crisi?

4 Novembre 2019



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Girando per le università, conversando con i giovani, vi rendete conto con grande chiarezza che, pur provando desideri, amori,  hanno paura di stabilire legami affettivi duraturi che li tengono imprigionati e non danno loro nessun vantaggio, anzi possono  avvelenare la loro vita e dare dolore.

Spesso hanno genitori che durante  il matrimonio  non andavano d’accordo, che hanno divorziato e non credono che innamorandoti di un uomo o di una donna a vent’anni puoi continuare ad amarlo e ad essere amata per tutta la vita. Anzi, molti non credono che sia possibile una lunga convivenza amorosa, perché entrambi vogliono fare esperienze liberi.

Sanno, e lo sperimentano continuamente, che il mercato del lavoro è aperto, ma che è anche incerto e capriccioso, che per trovare o mantenere il lavoro ti devi poter spostare in altri luoghi o in altri paesi e quindi  a cosa serve farsi un programma di vita a lungo termine quando non sai se sarà realizzabile?

Questa incertezza, dovuta tanto al progresso tecnico quanto agli sconvolgimenti del mercato globale, ha portato molti a sostenere che non e più necessario lo studio, la disciplina dell’apprendimento. Per di più si è capito che il mercato del lavoro cerca individui isolati, non coppie, per cui tu devi pensare prima di tutto a te stesso.

Noi non ci rendiamo ancora pienamente conto che il regime patriarcale è definitivamente scomparso. Un regime che non  è caratterizzato tanto, come si pensa, dall’oppressivo dominio maschile sulla donna, quanto dalla divisione dei compiti fra i due sessi e dal disciplinamento temporale della loro vita. I due sessi, fin dall’infanzia, venivano educati l’una al ruolo di madre  l’altro al lavoro e alla competizione. Poi, con la maturità sessuale, si dovevano sposare, mettere su casa, avere diversi figli,  allevarli e, quando erano vecchi potevano contare su di loro.

L’unità lavorativa del patriarcato era la coppia sposata convivente nella casa coniugale, in cui la donna lavorava in casa coi figli  e, se in campagna, curava l’orto e il pollame e l’uomo lavorava nei campi o in fabbrica. Però potevano lavorare entrambi fuori, nello stesso paese, nella stessa fabbrica o in fabbriche vicine o nei campi come braccianti. La breve durata della vita, l’invecchiamento precoce, l’aiuto reciproco famigliare faceva sì che il matrimonio fosse stabile e stabili i rapporti famigliari che, con la parentela e il vicinato di villaggio o di  quartiere, creavano un sistema di mutuo soccorso.

Il grande cambiamento è avvenuto con la mondializzazione (1993 - 2010), in cui una parte considerevole del sistema produttivo, in cui la fabbrica era cresciuta circondata dalle abitazioni dei lavoratori o presso un villaggio, è stato sconvolto. È in questo momento che viene richiesto l’individuo singolo, tanto maschio che femmina. A questo punto anche il semplice legame dell’innamoramento diventa un ostacolo alla formazione, alla ricerca di lavoro e alla carriera e si è diffuso il convincimento che è meglio stabilire una relazione che non ti tenga imprigionato. Questa forma di relazione che ti dà la sicurezza dell’affetto, il piacere del sesso e l’aiuto reciproco è stato trovato nell’amicizia, ed in particolare nell’amicizia erotica.

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Francesco Alberoni

Laureato in medicina, ordinario di Sociologia a Milano. Ha studiato il divismo L’elite senza potere (1963) ed è stato il fondatore della sociologia dei consumi in Europa: Consumi e società (1964). È il maggior studioso dei movimenti collettivi Movimento e istituzione (1977) e Genesi (1989), è il pioniere degli studi sull’amore: Innamoramento e amore (1979) tradotto in trenta lingue, un tema che ha continuato ad approfondire con L’amicizia (1984) l’Erotismo 1986) Ti amo (1996) Sesso e amore (2006) L’arte di amare (2012) Amore e amori (Edizioni Leima, Palermo, 2016). Con Cristina Cattaneo ha pubblicato L'universo amoroso (2017), Amore mio come sei cambiato (2019) e L'amore e il tempo (2020), Il rinnovamento del mondo. E' mancato il 14 agosto 2023.

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