Il tempo in casa delle giovani coppie

28 Agosto 2018



Il tempo in casa delle giovani coppie
Il tempo in casa delle giovani coppie

Nella vita a casa delle giovani coppie è difficile distinguere le attività gratificanti da quelle obbligate, le attività domestiche da quelle del tempo libero perché il modo in cui viene percepito lo svolgimento delle mansioni domestiche è assolutamente personale e la discriminante essenziale per ritenerle gratificanti o frustranti dipende dalla qualità del rapporto stabilito fra i due partner.

Riportiamo alcuni stralci tratti dalle interviste fatte a due giovani coppie senza figli che rappresentano in modo emblematico le due concezioni opposte della vita a due.
Ada e Andrea hanno una totale comunione di interessi e di attività, le loro vite sono diventate una cosa sola che arriva ad escludere il mondo esterno. Gianna e Giorgio, invece, pur amandosi, non hanno subito uno dei processi tipici dell’innamoramento che Alberoni definisce “storicizzazione”. Soprattutto Giorgio, infatti, non ha messo in discussione il proprio passato, divenendo una nuova persona plasmata secondo le esigenze della vita di coppia, per cui continua a gestire la propria vita come faceva prima lasciando poco tempo libero per la sua compagna. Ada e Andrea vivono il tempo quotidiano trascorso in casa in sintonia e la stessa sintonia la ritroviamo nel ripercorrere i ricordi del passato.
“Effettivamente”, spiega Andrea, “abbiamo centinaia di foto, fatte nei vari viaggi, che, ogni tanto, ci divertiamo a sfogliare seduti sul divano. È un tuffo nel passato che ci fa sentire ancora più uniti perché ci ricordiamo le tante belle cose che
abbiamo fatto e visto insieme. Ma non rimaniamo solo attaccati ai bei ricordi delle vacanze, ci divertiamo anche a progettare quelle del futuro. Ogni tanto ci mettiamo in Internet e iniziamo a navigare o a cercare dove andare in vacanza. Ada si diverte molto a fare questo”.
La stessa sintonia la ritroviamo per quello che riguarda il possesso degli oggetti quotidiani. Infatti prosegue: “Per il fatto che tutti e due ci occupiamo dei lavori domestici, non c’è più la vecchia distinzione tra gli oggetti per la donna (le stoviglie, le pentole, gli elettrodomestici…) e quelli per l’uomo (martelli, pinze,….). Per noi tutto è di tutti e due e usare queste cose serve per rendere la nostra vita di coppia migliore”.
Per entrambi sono importanti i momenti speciali vissuti in coppia che richiedono una serie di riti.
“Per le occasioni speciali”, spiega Andrea, “facciamo delle cenette a lume di candela che sono molto romantiche. (Nel caso non l’abbia capito, sono un ‘romanticone’). Ada si veste e si prepara e io mi rendo utile andando alla gastronomia a prendere quello che mangeremo. So le cose che le piacciono e so come conquistarla anche a tavola. Due candele, una tavola ben apparecchiata, una bottiglia di champagne (magari proprio la marca di quello bevuto nel nostro primo incontro) una musica ad hoc e poi, lei. Bellissima, esce dalla camera e io, sempre mi sento emozionato come la prima sera, e le corro incontro, le do un bacio e iniziamo la cena… In questi momenti è come se vivessimo in una favola e il tempo è sempre troppo corto”.
“Un bel momento nella nostra vita di coppia”, racconta Ada, “è quando ci sono degli anniversari e facciamo delle cenette. Compriamo le cose da mangiare alla gastronomia, qui vicino a casa, perché non abbiamo tempo, né tanta voglia di
metterci a cucinare dopo dieci ore di ufficio. La cosa bella è come prepariamo la tavola. Di solito lui prende la tovaglia bella, io il servizio bello di piatti, bicchieri e posate e apparecchiamo. Mettiamo sempre le candele (che fanno atmosfera) e una bella musica soft. Quando facciamo le nostre cenette, la prima cosa che facciamo è quella di spegnere i telefonini e di staccare il telefono perché non vogliamo essere disturbati. Stiamo poco insieme e, quando ci riusciamo, non vogliamo che il mondo di fuori ci disturbi. In questo la nostra casa è come un rifugio dal mondo fuori… sì, è come uno spazio e un tempo speciale. Il nostro”.
Nella coppia di Ada e Andrea, la fusione fra i partner è totale e ognuno dei due si è in una certa sorta riplasmato ad immagine dell’altro come avviene quando ci si innamora veramente. I processi di fusione e al tempo stesso di forte individualizzazione che riscontriamo nella loro voglia di realizzarsi costruendo qualcosa anche nel tempo libero, sono propri dello stato nascente amoroso che, come dimostra questa coppia, può essere mantenuto vivo anche con il passare degli anni. Ada è riuscita a tal punto a cambiare Andrea da rendere la suocera ancora incredula e da ottenere da lui anche ciò per cui è proprio negato, come la stiratura. Ada e Andrea hanno formato una coppia chiusa dove non trovano posto non solo gli amici ma anche le piante e gli animali visti come sottrazione del poco tempo libero insieme a disposizione. La casa, di conseguenza, è il nido e il rifugio dal mondo esterno, talvolta minacciato dal telefono. Ada e Andrea sono due persone che Fernando Dogana definirebbe familicentriche, persone cioè che vivono la casa come luogo di riparo dal mondo esterno e dove condividono spazi, tempi e attività e beni. Altri, invece, sono egocentrici e cercano nella loro casa spazi dove isolarsi dal partner, dove svolgere delle attività in pace. Infine, ci sono le persone sociocentriche che desiderano avere la loro casa e la loro vita privata aperta al mondo. Quando vi è un partner sociocentrico e uno egocentrico o familiocentrico, possono sorgere dei problemi nei rapporti di coppia come avviene per Giorgio e Gianna.

La coppia di Giorgio e Gianna, anche se formata da meno anni, è tenuta insieme solo da alcuni degli elementi costitutivi dell’amore. Ad esempio, l’erotismo e l’intesa sessuale. Giorgio ha 35 anni e lavora in una casa farmaceutica, Gianna ha trent’anni ed è insegnante in un liceo. Vivono insieme ormai da quattro anni e la loro convivenza sta per sfociare in un matrimonio previsto fra pochi mesi. La differenza nell’attività lavorativa dei partner e il minore impegno fuori casa di Gianna creano una distribuzione dei compiti domestici disuguale all’interno della coppia. Ma non solo, Giorgio si è innamorato di Gianna perché l’ha vista brillante in compagnia e vorrebbe che le loro vite ruotassero ancora attorno al mondo degli amici e dei compagni di sport con i quali lui trascorre tutto il suo tempo libero. Nulla per Giorgio deve essere esclusivo della coppia. Non concepisce una vita privata che riguardi solo lui e Gianna ma, con il disappunto della sua compagna, “tutto ciò che fanno lo rende di dominio pubblico”. Gianna, invece, che vorrebbe trovare in Giorgio anche un amico intimo, passa il tempo libero sola in casa, non riceve dal compagno nemmeno sostegno morale quando ne ha bisogno, non condivide con lui alcuna attività o svago, non guardano neppure la TV insieme che è una delle cose preferite dalle altre coppie. Ma sentiamo come scorre la loro vita attraverso uno stralcio delle interviste.

Parla Giorgio: “Il tempo che passo in casa non è tanto perché sono in giro per lavoro tutti il giorno e, di sera, sono abituato a uscire con i miei amici. (…) Se sono a casa mi piace guardare la televisione. Mi metto comodo comodo sul divano in sala e guardo i miei programmi preferiti. Da quando ho Stream mi becco tutti gli appuntamenti sportivi che ci sono… (...) Non faccio altre cose in casa nel tempo libero. Arrivo a casa stanco morto dal lavoro. Gianna me lo rinfaccia sempre che non l’aiuto (‘non mi aiuti mai’, ‘ti fai sempre i *** tuoi’, ‘cosa credi, che io sia la tua serva?!’), ma come può pretendere che mi metta a lavare o a fare da mangiare… Lei torna a casa da scuola alle due e poi non ha più niente da fare… Io sono ‘presissimo’. (…) Il tempo libero è quello in cui faccio le cose che mi piacciono: quando vado a pesca, quando vado a vedere una partita. In casa è quando, dopo una dura giornata di lavoro, mi sdraio sul mio divano e mi guardo in pace quello che voglio. (…). Gianna dice che sono un fanatico, che sbatto via tempo a guardare cose che non servono a niente invece di aiutarla e di stare con lei... non lo faccio perché non le voglio bene, ma, dopo una giornata dentro-e-fuori dagli studi medici e dagli ambulatori, capirai che ho voglia anch’io di rilassarmi! (…). Non lo tolgo mai l’orologio, lo tengo su anche di notte, anche in vacanza. L’unica volta che lo tolgo è quando sono a letto con Gianna e quando vado a pescare, perché in questi momenti non ho bisogno di tenere sotto controllo il tempo che passa. (…). La metafora che userei per la mia casa, la prenderei dalla pesca: è come una rete da pesca che impiglia i pesci e dipende solo dal pescatore decidere quale sarà la loro sorte. (…) Una cenetta romantica si può fare anche fuori… basta che ci sia il ‘dopo-cena’, che, da quando viviamo insieme, è sempre a casa. Non è che ne facciamo tante di cenette romantiche (è lei che ci tiene), per me si può passare subito al dopo. (…) Non mi piace conservare i bigliettini, le lettere, nemmeno gli SMS, perché non so cosa farmene, non servono a niente. Le foto dei nostri viaggi le guardiamo quando facciamo le serate con gli amici, dove proiettiamo le foto che abbiamo fatto tutti durante le vacanze. A settembre, quando siamo tornati tutti dalle vacanze, facciamo una spaghettata e qui ci sbizzarriamo a far vedere come abbiamo passato le vacanze a quelli che non c’erano (…)”.
Diversa è la vita di Gianna:
“Il tempo libero che mi resta (…)”, spiega lei stessa, “non più di un quarto d’ora al giorno (…) lo passo a letto, poco prima di addormentarmi, intanto che Giorgio è ancora davanti alla televisione. (…). Quando esco con Giorgio e i nostri amici al
mercoledì o al sabato, per me non è tempo libero è un tempo dedicato agli amici, ai rapporti con loro e non è libero. È libero se lo dedico a me e non agli altri. (…). Di tempo libero passato con Giorgio, non ne ho poi tanto da raccontare in questo
ultimo mese. È venuto una volta al cinema da solo con me… ma sarebbe stato meglio che se ne fosse rimasto a casa perché non ha fatto che lamentarsi, rovinandomi il film (…) A Giorgio non toccategli la sua tv e il suo divano. Lui è il re della sala, quando c’è lui detta legge sia perché si sdraia sul divano e non lascia sedere nessun altro, sia perché decide solo lui le cose da vedere. (…) Di metafore per la nostra casa, non saprei quale scegliere, dipende dall’umore che mi sento… ora come ora direi una gabbia (se penso che devo ancora fare il bucato e stirare venti camicie e le lenzuola), ma se me lo avesse chiesto ieri
avrei risposto un nido. (…) Un’altra cosa di cui sono molto gelosa sono le pochissime cose che Giorgio mi scrive: il bigliettino per gli auguri a Natale e al compleanno… lui si arrabbia e dice che non capisce cosa vuol dire tenere tutte quelle scartoffie (…)”.
Come si può osservare leggendo un breve stralcio delle interviste di Giorgio e Gianna, il loro modo ideale di vivere la casa e di trascorrere il tempo libero è opposto. Il loro rapporto ruota attorno alle esigenze di lui (riposarsi, guardare la
TV, praticare gli sport, vedere gli amici). Nulla è cambiato apparentemente nella sua vita dopo che è andato a vivere con Gianna. Mentre Gianna, veramente innamorata di lui, cerca di adattarsi alle sue esigenze e di valorizzare al massimo
quello che trae dalla convivenza (il rito della tisana che lui le prepara alla sera). Anche se in certi momenti finisce per detestare la casa che associa alla solitudine in cui è, suo malgrado, immersa, e ai lavori domestici che è costretta a
fare, non ha dubbi sull’opportunità di sposare presto Giorgio. E, nei momenti di solitudine e di sconforto, trova la forza di continuare riattivando la memoria di ciò che di bello l’accomuna al partner attraverso gli oggetti che trova in casa,
prendendo i ricordi dai cassetti e sfogliando gli album delle foto che li ritraggono in vacanza felici insieme.
Ciononostante, la casa finisce per essere vista in modo negativo da entrambi, anche se per motivi diversi, e la coppia, solidificata attraverso un rapporto erotico soddisfacente, cerca fuori casa le occasioni più adatte per celebrare gli eventi
importanti e per progettare il proprio futuro come avviene quando è con amici o in vacanza.

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Rosantonietta Scramaglia

Laureata in Architettura e in Lingue e Letterature Straniere, ha conseguito il Dottorato in Sociologia e Metodologia della Ricerca Sociale. Ha compiuto studi e svolto ricerche in Italia e in vari Paesi. Attualmente è Professore Associato in Sociologia presso l’Università IULM di Milano. È socia fondatrice di Istur – Istituto di Ricerche Francesco Alberoni. È autrice di oltre settanta pubblicazioni fra cui parecchie monografie.

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