In amor vince chi fugge

16 Luglio 2018



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In amor vince chi fugge. Questo verso dell'Ariosto è diventato una specie di vademecum, di guida spirituale, usato a proposito e a sproposito nelle cose d’amore. Per molte persone che lo citano vuol dire che se vuoi conquistare una persona non devi seguirla, farle insistentemente la corte, ma anzi darle l’impressione di non essere interessato a lei, ma ignorarla ostentatamente. Vedendosi trascurata, punta sul vivo del suo prestigio, del suo fascino, sarà allora lei a cercare di conquistarti. Un consiglio che, se preso alla lettera, produce l’effetto opposto a quello che dovrebbe ottenere perché è in contrasto flagrante con le regole elementari del corteggiamento, fondate sul fatto che tutti siamo attratti da chi ci ammira, ci apprezza, ci aiuta, ci elogia, ci fa doni, ci fa sentire i migliori fra tutti. Se ogni volta che siamo interessati a qualcuno lo ignoriamo, non gli parliamo e voltiamo le spalle quando arriva, di certo non faremo molte conquiste. Ci sono però anche delle situazioni in cui la regola vale. Ci sono delle persone in cui è molto spiccato quello che abbiamo chiamato il meccanismo della perdita. Persone che vorrebbero trattenere accanto a sé le persone che gli piacciono e soffrono quando queste si allontanano. Anzi quando si allontanano le desiderano ancora più intensamente. Per loro vale la regola che se c'è amore c'è anche gelosia. E per ravvivare il loro amore, per riaccenderlo può servire proprio un po' di gelosia. Quando si incontrano due persone di questo tipo la gelosia diventa un ingrediente indispensabile del loro amore. Ricordo una donna che faceva la portinaia e aveva un amante. Quando sapeva che lui stava per arrivare, per ingelosirlo, chiudeva la portineria, andava a fare un giretto e arrivava quando lui la stava aspettando davanti alla porta chiusa. Lui le domandava dove era stata e lei rispondeva in modo vago lasciandogli sempre l’ombra di un sospetto. Altre volte pur essendo a casa non rispondeva al telefono e l’altro era punto dalla gelosia.

C'è un altro tipo di persone che si trovano a loro agio in situazioni di gelosia, quelle molto competitive che provano piacere nella conquista e nella lotta contro un avversario. Personaggi del tipo di Casanova o mossi dall'invidia mimetica descritta da Renè Girard. Entrambi non provano gelosia di fronte ad un rivale, ma solo il desiderio di sconfiggerlo. E non hanno gelosia di una donna che va con un altro uomo perché a loro interessa solo soppiantarlo.

Di fronte a questi tipi umani o eccitati o indifferenti alla gelosia vi sono quelli che invece non la sopportano. Quando sono attratti da una persona, ma si accorgono che c’è un rivale e temono di non essere ricambiati, stanno così male che evitano la competizione con lui, tendono a ritirarsi, a fuggire. Una persona, che cerca di eccitarli e rendersi più desiderabile facendoli ingelosire, ottiene come effetto immediato di farli scappare e di creare una barriera che anche in seguito può diventare insormontabile. Lo stesso effetto può essere ottenuto raccontando le proprie prodezze amorose. Ho presente il caso di una donna a cui piaceva molto un uomo e seguendo le indicazioni femministe dell’epoca gli ha raccontato la sua vita erotico-amorosa passata. Poi divennero amici, fecero all’amore e lei continuava a raccontargli le altre sue storie come in un matrimonio aperto. Lui apparteneva alla categoria delle persone che non sopportano la gelosia. Poiché erano veramente amici e questa donna gli piaceva molto, mentre ascoltava le sue storie con altri, si staccava da lei emotivamente e manteneva il rapporto sul piano puramente sessuale. La donna nel frattempo si era innamorata profondamente di lui e rimase innamorata per tutta la vita. Ma lui non riuscì mai ad innamorarsi di lei. Quando ricordava una delle sue avventure, era solo desiderio sessuale e gelosia, non amore. Come gli dirà un giorno con grande chiarezza, lei ormai vecchia . “Tu non mi hai mai dato nemmeno un battito del tuo cuore”. Fra loro c’erano tutti gli elementi che avrebbero consentito la nascita e la crescita di un grande amore, ma lui aveva avuto delle frustrazioni e ora voleva essere sicuro di essere amato totalmente, di essere l’unico. Per lui la lotta condotta sotto l’incubo della gelosia era una sofferenza insopportabile, cosi ha chiuso il suo cuore e non ha potuto amare questa donna che avrebbe lasciato tutto per lui se glielo avesse chiesto .Nel libro di Alain Elkann, Una lunga estate,, il protagonista, Leopoldo, parte per la Grecia con una bellissima donna e se ne sta innamorando. Ma si accorge che lei è attratta da altri uomini e che, forse, non ha ancora chiuso il suo rapporto con il suo vecchio amante. Preso da gelosia si allontana, sparisce per molto tempo, poi torna a cercarla, ma ogni volta si trova di fronte qualcun altro per cui, alla fine, se ne va per la sua strada da solo .

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Francesco Alberoni

Laureato in medicina, ordinario di Sociologia a Milano. Ha studiato il divismo L’elite senza potere (1963) ed è stato il fondatore della sociologia dei consumi in Europa: Consumi e società (1964). È il maggior studioso dei movimenti collettivi Movimento e istituzione (1977) e Genesi (1989), è il pioniere degli studi sull’amore: Innamoramento e amore (1979) tradotto in trenta lingue, un tema che ha continuato ad approfondire con L’amicizia (1984) l’Erotismo 1986) Ti amo (1996) Sesso e amore (2006) L’arte di amare (2012) Amore e amori (Edizioni Leima, Palermo, 2016). Con Cristina Cattaneo ha pubblicato L'universo amoroso (2017), Amore mio come sei cambiato (2019) e L'amore e il tempo (2020), Il rinnovamento del mondo. E' mancato il 14 agosto 2023.

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