Oltre la gelosia. L’amore che cura

10 Novembre 2021



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La gelosia si può curare?

In vari articoli del nostro magazine abbiamo affrontato il tema della gelosia, da tanti punti di vista, dedicando ad essa anche un numero monografico a cui rimando i lettori.

In questo  partiamo come faceva Freud, da un caso singolo, che però contiene un insegnamento generalizzabile.  Si vede infatti che a instaurare la gelosia è stata  un’esperienza “primaria”. Quella  di essere ripetutamente tradita in una delle prime relazioni affettive importanti. Un'esperienza che ha instaurato una coazione a ripetere,  da cui solo nel tempo, con fatica e impegno la donna si è liberata.

Come vedremo leggendo l'intervista, la gelosia è diventata il sintomo  attraverso cui la donna esprimeva ogni malessere, con cui manifestava ogni sua insoddisfazione, l'epiteto con cui descriveva se stessa, senza scampo.

Con pazienza  è riuscita a vedere al di là di quel velo, a fare esperienze nuove, ristrutturanti.

Un caso positivo che dimostra quanto sia importante il lavoro su di sè, l'impegno a migliorare la propria vita e la fiducia di potercela fare. La gelosia infatti è una prigione che ci rende infelici e sospettosi, che mina le nostre relazioni e rovina il rapporto con gli altri.

L’archetipo della gelosia

A raccontare la sua storia è Raffaella, una bella signora di circa sessant’anni, molto estroversa vivace, positiva con una lunga vita sentimentale, diversi amori importanti. Ma solo oggi, con l’attuale compagno, dice di sentirsi finalmente appagata, serena.

Dice Raffaella:  “per i miei amici io ero e sono ancora l’archetipo della gelosia. Il paragone assoluto per definire qualcuno geloso e in quale grado”.

Prima c’era sempre il sospetto di essere tradita, e al fondo la paura di non essere amata. La paura di non essere amata nasconde un senso di inadeguatezza, di avere qualcosa per cui non siamo amabili.

Raffaella  ha sofferto infatti, per quasi tutto il corso della sua vita affettiva, di una gelosia violenta, indomabile,  una gelosia che la faceva star male, che minava i suoi rapporti, la rendeva insicura, che le sottraeva anche molto tempo.  “Perché non mi limitavo a continuare a pensare dove poteva essere il mio fidanzato e cosa stesse facendo, ma scattavano anche tutta una serie di conseguenze. Per esempio pedinare lui  o la persona con cui pensavo mi potesse tradire. Se appena qualche elemento di realtà si infiltrava nella vita quotidiana, può essere una nuova vicina di casa carina, o una collega di lavoro o la ragazza del bar che scherza e sorride  al tuo uomo più di quanto ti sembri necessario, io sentivo crollare tutto".

Com’è cominciato tutto?

Sono sempre stata molto possessiva, non con le cose di cui non me ne frega nulla, possessiva riguardo alle persone, delle mie amiche per esempio. Ma nella mia infanzia non c’è nulla che assomigli allo stato d’animo con cui ho convissuto a lungo in seguito. Eravamo in quatto in famiglia. Mia sorella era la preferita della mamma, io quella del papà. I conti tornavano. Stavo in pace.

 Quando è cominciato a cambiare?

Con il primo fidanzato: non mi sentivo all’altezza, non pensavo di essere attraente, come poteva piacere a lui. Era bello, aveva una bella macchina, anche se era giovane guadagnava già bene. E sapevo che piaceva alle ragazze, vivevo con la paura di un tradimento. Non ne ho mai avuto alcun indizio. Ma quando è partito per il militare io ero molto preoccupata.

 

Assomigliava più a un’ insicurezza?

Più che insicurezza un sentimento di inadeguatezza. Stavo malissimo, anche se non avevo motivo per dubitare della sua fedeltà.

 

E come è avvenuto il passaggio a una forma radicata di gelosia?

Con il ragazzo che ho avuto in seguito. Forse il primo vero rapporto importante. anche se ho preso sempre sul serio i miei amori.  Siamo stati insieme sette anni, ci siamo amati molto.  Con lui io ero rosa da una gelosia indomabile. Litigavamo sempre, pensavo male di quasi tutte le mie amiche, di quasi tutte le donne. Non avevo pace.

 

E cosa è accaduto?

Che un paio di volte ho investigato e ho scoperto che era vero. Mi tradiva.

 

Come hai reagito?

In modo vendicativo. La prima mossa era stata quella di mettermi alla pari con lui, tradirlo come faceva lui con me. Non ci siamo lasciati, però il nostro rapporto non è stato più quello dei primi tempi.

 

Ci avete messo molto a lasciarvi?

Si, siamo stati insieme ancora diversi anni. Ci volevamo bene e ci vogliamo bene ancora adesso. Il giorno in cui ci siamo lasciati mi ha detto “ti ricordi di Maria? Di Rosa? Di Lucia? Di Rebecca? “mi confermò insomma che tutte le volte che ero stata gelosa, era vero. Mi aveva tradita continuamente giorno dopo giorno con qualunque ragazza incontrasse. E alla fine ne le ha elencate tutte. Era un traditore seriale.

 

E quindi ti sei sentita presa in giro. Per anni eri stata definita un inguaribile gelosa, come se le tue sensazioni fossero segnali sbagliati del tuo istinto. Tu stessa ti ritenevi eccessiva e sbagliata. Ma poi hai avuto alcune prove di tradimento, quindi una conferma. Ma solo alla fine hai scoperto che la tua gelosia era un segnale efficiente. Lui ti aveva realmente sempre tradita. Un'esperienza di questo genere è molto traumatica. perchè era un fatto al quale non potevi più porre rimedio, dato che era nel passato.

Si, terribile. Irrimediabile. Non potevo pareggiare più alcun conto. In più era come se fosse colpa mia. Cosa avevo io per essere tradita così tanto?

In generale cosa pensi della gelosia? La subisci o la consideri anche un modo di difendere il rapporto? Nel nostro magazine abbiamo esplorato anche questo aspetto.

Penso che esistano forme di gelosia meno morbose che nascono da dati di fatto, quando percepisci l’altro che mette a repentaglio il tuo sentimento esclusivo e deve rimanere tale. Se ha i requisiti per piacere all’altro allora diventi gelosa. E questo può anche aiutare a custodire un rapporto.

La mia gelosia invece l’ho sempre considerata patologica perché nasce non da quella che hai davanti ma di tutte.

Ne avevi però avuto un esperienza di apprendimento. Tutte le ragazze carine, interessanti erano state oggetto dell'attenzione del tuo ragazzo. Dunque quello che a un’altra persona poteva sembrare eccessivo, e anche a te, razionalmente, in fondo riposava su un dato di realtà molto forte.

Indubbiamente, l’esperienza ha giocato moltissimo. Forse hai ragione. Invece io ho sempre sentito di essere io eccessiva.

 

La gelosia nella sua essenza positiva, per te è collegabile a un valore?

Si. L’esclusività.  Io ritengo che un rapporto di amore si fondi sull’esclusività. Vi è una cortina che nessuno deve oltrepassare. E lo penso anche per l’amicizia. Sono gelosa delle amiche. Quando un mio amico esce con una cara amica anche mia, a me da fastidio. Devo esistere io e basto.

 

Cosa ti ha fatto soffrire continuativamente?

Il fatto che per lunga parte della vita io coattivamente sentivo che sulle  persone che amavo non potevo contare sino in fondo. Invece io su di loro dovevo esercitare un controllo totale.

E poi?

Forse il non sapere stare sola, di aver bisogno degli altri. Anche il bisogno di essere al centro dell’attenzione. Non sopportavo di stare in un angolo, dovevo essere al centro. Infatti non posso avere un’amica che prende sempre tutta la scena.  Devo riuscire per monopolizzare l’attenzione degli altri. Un po’ come se essere al centro dell’attenzione colmasse un vuoto incolmabile.

 

Quando qualcosa ha iniziato a cambiare?

Lentamente, ad un certo punto sono diventata più attenta nel scegliere il partner. A essere molto più attenta al passato delle persone, al loro vissuto. A quello che hanno fatto nelle loro storie precedenti e cerco di capire se possono essere persone a rischio.

Mi sono resa conto che io stessa non trasmettevo un senso di sicurezza ai miei compagni. E sapevo per esperienza che tradisci più facilmente una persona che ti appare una traditrice.

 

Ed è bastato?

Non subito. Ho avuto un lungo rapporto. Mi sono sposata e non ho mai tradito mio marito. Sono convinta che neppure lui abbia tradito me. Ma questo non mi impediva di essere continuamente gelosa di lui. Poveretto non sapeva come convincermi.

 

Quando hai iniziato a sconfiggerla?

Quando ho iniziato a trasformarla. Io ho comunque quella tendenza, ma ora sento che arriva l’ondata e invece di cercare di soffocarla parto all’attacco con uno stile completamente diverso. Ora la cavalco con veemenza, ma invece che aggressiva divento più seduttiva. Non la combatto, la lascio fluire ma resta più in superficie.

 

Un esempio?

Un giorno il mio attuale partner mi ha dato il cellulare per cercare una foto. Se non cancelli le foto restano. E così ho visto le foto di una donna in biancheria intima.

Era una che con cui aveva avuto una relazione anni prima.  Mi ha detto che era stata lei a inviargliele. In altri momenti avrei fatto una sfuriata e sarebbe solo stato l’inizio. Invece quando l’ho visto in difficoltà, ho preso atto che non sa raccontare delle palle. Non ho neppure alzato tanto la voce e lui c’è stato anche peggio.

 

Forse è con lui che sei veramente cambiata.

Sicuramente da lui mi sento amata molto e protetta. Il mio ex marito mi voleva bene ma era più freddo meno espansivo, l’uomo con cui sto ora mi coccola moltissimo, pensa a me, è gentile.

Lui coltiva la relazione. Percepisco di essere importante.

 

E quindi sei rassicurata nel profondo

Si. Penso che se anche dovesse avere una storia sarebbe veloce e di sesso. Percepisco che mi vuole bene e faccio fatica a pensare che si possa innamorare di un’altra. Nel suo passato, come me lo ha raccontato, c’è una vita molto regolare, non ha mai tradito le persone con cui è stato.

 

Ma c’è qualcosa di più mi pare che tu ora percepisci.

Si . Ora mi riconosco il mio valore, le mie qualità, quando mi confronto con le altre scopro di avere un valore aggiunto. Non penso più di essere meno delle altre.

 

E quindi la tua gelosia si è trasformata

Si. Vi è comunque l’esclusività che io pretendo. Io voglio essere la più importante. Ma ora pesno: se non avrò questa me ne andrò e sarà lui a perderci.

 

Non temi più di perdere il tuo partner

Molto meno.

 

Il tuo cambiamento è una cura derivata dall’amore ricevuto o ci hai messo anche del tuo?

Io sono allegra ma borderline. Ho lavorato molto per essere ottimista e solare, questo ora me lo sono conquistato. Se una cosa non andava bene in mio marito, che pure non mi ha mai tradito era che era sempre triste e io non sapevo come cambiare il suo abisso.  Non poteva darmi sicurezza.  Ho avuto paura di finire come lui e capivo che stare con me non gli faceva bene. Allora ho capito che non potevo invecchiare con lui. Dovevo trovare un altro compagno ma adatto, stabile, positivo.

 

Io noto un collegamento con l’esperienza che hai fatto con quest’uomo e il tuo cambiamento. È come se lui ti avesse riconosciuta, avesse riconosciuto il tuo valore.  E questo paradossalmente ti fa sentire più sicura di te e hai meno paura di perdere il suo amore.

Si mi fa sentire amata, coccolata, protetta, messa al centro, importante.   E quanto mi ama più mi fa sentire il mio valore, più me lo riconosco. E allora mi sento di avere valore e paradossalmente sento meno la gelosia, sento meno la paura di perderlo. Proprio perché mi percepisco di valore ho meno paura.

Ora vivo bene con me stessa. Sono serena ho pace, non ho più voglia del cuore che batte a mille e ho proprio voglia di stare bene e noto meno cosa che prima mi avrebbero fatto impazzire. Ma è anche vero che mi sento veramente amata.

 

C’è dell’altro nel tuo cambiamento? io sono convinta che la coppia sia duale, sia un sistema.  E’  qualcosa del genere che hai provato?

Si , hai ragione, siamo come una costellazione. Intanto il mio nuovo compagno si è fidato di me anche nei primi tempi in cui ero ancora sposata e non era affatto scontato. Questo mi ha fatto pensare che anche lui meritasse fiducia.

Poi vi è tra noi un sistema una complicità, una logica comune di vita, un meccanismo completo.

E lui da quando sta con me ha ripristinato i rapporti con la figlia con la sua famiglia e la ex . Ha guarito le sue relazioni.

Pensi che la tua esperienza sia anche figlia di un’epoca storica?

Senz’altro. Quando ero ragazza si teorizzava la divisione tra sesso e amore.  Il mio fidanzato di allora, con cui sono rimasta amica, mi voleva bene. Credo fosse sinceramente convinto di poter stare con me, ma non per questo rinunciare alle altre. Pensava che da una parte c'era l'amore, dall'altra solo sesso. E non capiva perchè io ci stessi così male.

Questa divisione è impossibile, ed è stata alla base di una serie di incomprensioni di me stessa e dei rapporti amorosi. E' stata la causa di una mia grande fragilità senz’altro.

 

Grazie per questa preziosa testimonianza.

 

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Cristina Cattaneo Beretta

Cristina Cattaneo Beretta (ha aggiunto il nome della mamma al suo) (email) Laureata in filosofia ed in psicologia a Pavia, psicoterapeuta, dottore di ricerca in filosofia delle scienze sociali e comunicazione simbolica, ha condotto studi sul linguaggio simbolico e il suo uso terapeutico (Cristina Cattaneo Il pozzo e la luna ed Aracne). Studia le esperienze di rinnovamento creativo e i processi amorosi, approfondendo in particolare il tema della dipendenza affettiva. Ha pubblicato con Francesco Alberoni: L’universo amoroso (Milano, 2017 ed. Jouvence), Amore mi come sei cambiato (2019 Milano, ed. Piemme Mondadori), L'amore e il tempo (la nave di Teseo 2020), 1989-2019 Il rinnovamento del mondo (La nave di teseo, 2021)

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