Perché vogliamo piacere a tutti i costi?

25 Ottobre 2019



Perché vogliamo piacere a tutti i costi?
bisogni

Bisogni di stima

Abraham Maslow ha esaurientemente illustrato il tipo di legame esistente tra le motivazioni del comportamento umano e i bisogni che l’individuo cerca di appagare attraverso le sue azioni. Nella sua scala, i bisogni sono ordinati gerarchicamente in funzione della loro “prepotenza relativa”.

Dopo che i  bisogni primari (fame, sonno, sesso) e di sicurezza (casa, lavoro) sono appagati, negli individui sorgono bisogni di ordine superiore. Sono bisogni immateriali, quali il bisogno di amore, di appartenenza e di stima e i bisogni di soddisfacimento intellettuale ed estetico.

 

Eterodirezione

Negli stessi anni David Riesman ne La folla solitaria  aveva identificato nell’avvento dei consumi di massa, nello sviluppo delle metropoli e del capitalismo, una transizione dal carattere “sociale” autodiretto, guidato dalla propria volontà e dalla definizione personale dei propri obiettivi, a quello eterodiretto. L'individuo eteroditetto necessita dell’approvazione sociale e della direzione esterna da parte degli altri per definire le proprie scelte e la propria vita. Sono le figure di spicco dei gruppi di riferimento o dei mass media a fungere da modello per gli eterodiretti. Pensiamo ai divi o agli odierni “influencer”, youtuber, ecc.

 

Social network

Oggi sono i social network a rappresentare uno dei pericoli più reali alla strutturazione della personalità. Soprattutto per gli adolescenti e i giovani, che non si rispecchiano nei valori dei genitori e delle generazioni che li hanno preceduti. I giovani cercano attraverso la “popolarità” sul web di incrementare la propria autostima e di costruirsi un’identità autonoma. Il web sta alimentando il falso mito che ciò che esiste nel virtuale sia poi riflesso automaticamente nella vita reale. E molti di loro credono che, identificandosi con i loro modelli virtuali, possano eguagliarli e ottenere fama o stima anche nella vita reale.

Un episodio della serie Black Mirror su Netflix tratta in modo esemplare questo concetto. Ossia come il bisogno di stima possa tramutarsi in tendenza all’eterodirezione da social network e le conseguenze a cui tale spinta interiore può portare.

Nosedive

Il titolo – Nosedive (tradotto in italiano “Caduta libera”) illustra bene la parabola discendente della protagonista. Lacie è una giovane donna che desidera aumentare la propria popolarità su un social network. In base al voto (giudizio) che gli altri le attribuiscono corrispondono dei benefit nella vita reale (ad es. poter affittare un appartamento in un quartiere chic, iscriversi ad un club esclusivo, o poter avere la precedenza per un intervento chirurgico urgente). Chi non ottiene un punteggio minimo arbitrariamente stabilito dal programma del social network, viene considerato un paria e stigmatizzato anche nella vita reale.

Lacie pubblica costantemente dei 'post' sul social network per ottenere consenso e voti positivi. Inizia a comportarsi in modo eccessivamente gentile o acquiescente con tutti quelli che hanno un punteggio superiore al suo, per ottenere un loro voto positivo. Lacie ambisce ad entrare a far parte del gruppo élitario, e si ritrova a vivere una vita apparente, patinata e perfetta agli occhi altrui, perché ormai in lei il bisogno di reputazione l’ha resa estranea a se stessa e ai suoi veri desideri. Ma, improvvisamente, tutto inizia ad andarle storto, e solo allora comprenderà che quel mondo artificioso cui ambiva è solo un coacervo di falsità e di individui completamente disinteressati al legame sociale.

 

Successo e conformismo

Il bisogno/desiderio di stima alta e stabile da parte degli altri (di reputazione), di posizione sociale e di successo per costruire la propria identità può indurre l’individuo a comportamenti, stili di vita e di pensiero che spesso lo inghiottono nella trappola del conformismo. Infatti quando la spinta a voler far parte di un gruppo e il bisogno di approvazione sono molto intensi, le persone tendono a modificare il proprio pensiero, il proprio giudizio, il proprio comportamento lasciandosi condizionare. E in alcuni casi, senza esserne consapevoli, calpestano i propri valori fino ad annullare la propria personalità e la propria etica.

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Federica Fortunato

Sociologa e professional coach. Collabora dal 2000 con l’università IULM, ha tenuto corsi presso l’Università Statale degli Studi negli insegnamenti ad indirizzo sociologico e ha collaborato con il Politecnico di Milano. Nel corso degli anni ha partecipato a numerose ricerche universitarie, con l’ISTUR presso committenti privati e istituzionali, con il Centro Sperimentale di Cinematografia e presso realtà aziendali italiane nel settore del lusso.

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