Quando nasce la gelosia

20 Luglio 2018



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Quando nasce la gelosia? Non subito racconta un amico. "All’inizio devo ancora scoprire di essere innamorato, vedo solo la sua luce. Poi la verità si rivela: è lei, l’unica in tutto il mondo la cui presenza completa il mio essere, anima e corpo. L’unica che io voglio tutta per me, l’unica da cui voglio sentirmi dire ti amo o ti voglio bene sapendo che in quel modo può dirlo solo a me E questa unicità vale anche per il suo corpo che solo io devo poter toccare, accarezzare a cui posso far provare piacere".
La gelosia è inseparabile dall’amore perché la perdita dell’amato non è la perdita di un oggetto ma del senso, della bellezza, del calore. Ed è calda come è caldo l’amore, è calda perché il timore della perdita non è disperazione per aver perduto, ma contiene ancora la speranza di ritrovare l’amore, contiene la speranza che ci eravamo sbagliati.
E continua "Vi è una gelosia amorosa, intrinseca all’amore, ma come la distinguo da un’indebita esondazione di richiesta, di preghiera di pretesa di paura? Quando guardi muto il telefono e ti chiedi se sta pensando a un altro e vorresti chiamarla e chiedere il suo amore la sua attenzione? Se lo devi chiedere come una transazione, come una cosa ragionevole, come una pretesa, come il rispetto di un patto non lo farai mai. Se ami non vorrai mai pretendere quell’amore la cui mancanza, o il dubbio che sia vero, ti trafigge". Ti dici: “non mi esporrò al ridicolo. Se mi amasse già lo saprebbe di cosa ho bisogno e me lo donerebbe”. Ecco dove la gelosia si insinua anche nelle piccole cose, perché lei può essere realmente impegnato a tal punto da non avere il tempo per te.

E' un vissuto sul crinale, ti porta a interrogarti se vale la pena di andare in battaglia a riprenderti il tuo amato o incominciare il difficilissimo lavoro di distruggere l'amore che provi. Distruggere un amore è come sa chi lo ha fatto, un’esperienza devastante, è un po’ distruggere se stessi. E' la distruzione di un mondo, simile alla distruzione mattone dopo mattone della tua casa. Per questo, prima, quanto prima è meglio dedicarsi a costruire qualcosa in cui esprimere un nostro talento del tutto avulso dal nostro amato e il suo mondo, qualcosa che lui o lei non avrebbero mai valorizzato, che non conoscono, che non capiscono, in cui sono mediocri. Questo ci pone anche al sicuro di dare ancora a lui, a lei, qualsiasi ultima parola sul nostro nuovo fare.
Ma imparare a conoscere la gelosia significa anche imparare a confrontarci apertamente, senza paura con emozioni forti che si muovono in noi e cercano una via di uscita. Possiamo soccombere oppure imparare a conoscere la sua forza e a piegarla al nostro volere. Molti delitti nascono dal fatto che prima si reprime ciò che si prova perché è brutto oscuro repellente, ci fa brutti i lineamenti del viso. Ma più si reprime la gelosia, meno se ne può parlare, più è facile che la gelosia porti alla possessività e la possessività all’esplodere dell’impulso distruttivo.
La gelosia  è un’esperienza che va compresa, di cui si deve poter parlare.

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Cristina Cattaneo Beretta

Cristina Cattaneo Beretta (ha aggiunto il nome della mamma al suo) (email) Laureata in filosofia ed in psicologia a Pavia, psicoterapeuta, dottore di ricerca in filosofia delle scienze sociali e comunicazione simbolica, ha condotto studi sul linguaggio simbolico e il suo uso terapeutico (Cristina Cattaneo Il pozzo e la luna ed Aracne). Studia le esperienze di rinnovamento creativo e i processi amorosi, approfondendo in particolare il tema della dipendenza affettiva. Ha pubblicato con Francesco Alberoni: L’universo amoroso (Milano, 2017 ed. Jouvence), Amore mi come sei cambiato (2019 Milano, ed. Piemme Mondadori), L'amore e il tempo (la nave di Teseo 2020), 1989-2019 Il rinnovamento del mondo (La nave di teseo, 2021)

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