Stasera va in scena il Burlesque!

19 Giugno 2018



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La nudità tende a catalizzare l’attenzione e ad eclissare il volto, sosteneva Platone. Questa osservazione non sembra più vera, a giudicare dai risultati delle ricerche condotte attraverso l’ausilio dell’eye-tracking, una moderna tecnologia che consente di misurare i movimenti oculari e i tempi di attenzione rivolta dalle persone ai vari elementi di un’immagine.

I comportamenti di uomini e donne, quando osservano un nudo femminile, non si discostano a differenza di quanto invece si sarebbe indotti a credere. Il tempo di attenzione più alto è rivolto al viso, ed entrambi sono più interessati all’armonia del corpo nel suo insieme, che alle singole parti anatomiche. Ciò che varia è la motivazione: l’uomo eterosessuale guarda il corpo femminile per intuirne il potenziale erotico come partner sessuale, la donna per confrontarsi e stabilirne la distanza in termini estetici.

Uomini e donne sono anche d’accordo nel ritenere più femminile e più sexy una donna che indossa delle scarpe con i tacchi che le fanno accentuare istintivamente i movimenti del bacino quando si muove o cammina, producendo un dinamismo anche nella parte superiore del corpo. E questo rimanda all’idea della danza, onnipresente nel corteggiamento in tutto il mondo animale, ma eroticamente e simbolicamente connotata soprattutto nell’essere umano. Pensiamo alla danza dei sette veli di Salomè, alla Bella Otero, a Isadora Duncan che, attraverso il disvelamento del proprio corpo, hanno creato un potente immaginario di seduzione.

Le donne da sempre amano sedurre attraverso il corpo, ma dalla seconda metà del XX secolo le logiche della bellezza standardizzata hanno prevalso su quelle dell’armonia e della sensualità.

Sono state le professioniste del neo Burlesque, a partire dalla fine degli anni Novanta, a riportare in auge una forma di arte e spettacolo che si focalizza sull’unicità e sulle peculiarità che il corpo di ogni donna rappresenta, facendo della propria femminilità un mestiere.

E il burlesque sembra piacere soprattutto alle donne.

Non è uno strip-tease con connotazioni prevalentemente sessuali, ma uno spettacolo ironico e sexy, in cui le artiste mettono in gioco i punti di forza della loro personalità (sketch, cabaret) e della loro fisicità; i parametri della bellezza estetica sono elastici, perché sono la sensualità del corpo, la creatività, l’ironia, l’allusività, le doti canore, di danza o di mimica a determinare la buona riuscita dei numeri. Piume di struzzo, paillettes, cilindri, stoffe impalpabili, trucchi retrò e tutto ciò che è vintage sono nella maggior parte dei casi i complementi scenici utilizzati per ricreare un immaginario onirico e fantastico, mai volgare, ma che termina sempre attraverso l’arte del denudarsi, stimolando desideri e fantasie che rimandano a una dimensione erotica leggera e seduttiva della femminilità.

Il burlesque, negli ultimi anni, ha attratto numerose donne di ogni età, estrazione sociale e culturale a iscriversi a corsi professionali per un uso privato, perché in esso hanno intravisto le possibilità erotiche che anche un corpo, non esteticamente perfetto o giovane, può suscitare attraverso la fantasia e l’immaginazione. Imparano a prendersi cura di se stesse, accettando il proprio corpo riescono a gestire la timidezza e il pudore, che in molte occasioni le rende impacciate, perché temono il giudizio del partner. Imparano a truccarsi, a vestirsi (o svestirsi), a muoversi in modo femminile, a prendersi un po’ più alla leggera; si sentono più felici, più aperte nei confronti degli altri e alcune ammettono - in modo esplicito - che sono riuscite a riaccendere la passione nel loro partner e a riscoprire un’intesa giocosa anche in camera da letto.

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Federica Fortunato

Sociologa e professional coach. Collabora dal 2000 con l’università IULM, ha tenuto corsi presso l’Università Statale degli Studi negli insegnamenti ad indirizzo sociologico e ha collaborato con il Politecnico di Milano. Nel corso degli anni ha partecipato a numerose ricerche universitarie, con l’ISTUR presso committenti privati e istituzionali, con il Centro Sperimentale di Cinematografia e presso realtà aziendali italiane nel settore del lusso.

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