Siamo in un momento di ricostruzione e i sindaci delle nostre città, devono possedere delle qualità non solo caratteriali e morali, ma anche delle capacità imprenditoriali e l'apertura a tutte le migliori . Come è avvenuto alcuni anni fa con il sindaco Albertini che qui vogliamo ringraziare proprio per il grande impulso che egli ha dato a Milano in quell'epoca.
la redazione
Quel sindaco imprenditore alla guida di Milano
Nel 1997 viene eletto sindaco di Milano Gabriele Albertini. Veniamo da un’epoca di grande tensione politica e di grandi rivolgimenti.
La classe politica è stata decimata in parte cambiata per via giudiziaria e a Milano è andato al potere Formentini, un esponente nuovo di un movimento nuovo: la Lega lombarda. La città è scossa da questi accadimenti e, finito il mandato di Formentini, non glielo rinnova. Ha bisogno di qualcuno che sappia condurla con sicurezza fuori da quel mare tempestoso, preoccupandosi soprattutto, non dell’ideologia, ma della parte di sviluppo economico, perché è questa la vocazione specifica di Milano. La città ha avuto un notevole sviluppo negli anni Ottanta ma poi si è come ripiegata su se stessa e in questo momento è in attesa.
la scelta di Albertini
La nuova forza politica è Forza Italia, guidata da Berlusconi e sarà Berlusconi a scegliere tra i tanti candidati un piccolo imprenditore di successo che ha diretto l’impresa di famiglia e in seguito ha avuto importanti compiti sul piano imprenditoriale e associativo, vicepresidente in Assolombarda, nel consiglio direttivo di Confindustria. È stato poi presidente di Federmeccanica. Sarà una scelta felice e fortunata perché in quel momento è in rapidissima espansione il processo di globalizzazione in cui vengono abbattute le barriere doganali con la formazione di un grande mercato mondiale, quindi, in questo momento con grandi opportunità di investimento in campi nuovi che Albertini riesce a identificare grazie ai suoi strettissimi, intimi rapporti col mondo produttivo.
Sindaco imprenditore
È un sindaco imprenditore fra imprenditori, è l’imprenditore di Milano. Albertini con lungimiranza, lucida intelligenza ed audacia tiene rapporti strettissimi con le grandi imprese, con i grandi intellettuali, con i più̀ grandi architetti del mondo. Insieme progettano l’industria del futuro e la città del futuro. Una città moderna, efficiente, bella, verde con grattacieli mozzafiato. La prima cosa che realizza, sbloccando una situazione intricatissima, ferma da decenni, è quella dei depuratori della città. Milano non aveva ancora depuratori e scaricava le acque direttamente nel Po inquinando l’Adriatico e suscitando aspre condanne e minacce di sanzioni da parte della UE, ma la loro costruzione era impedita da una rete di accordi, di complicità che nessuno si sentiva di scalzare. Ed allora prese una decisione drastica. Si appoggiò fiduciosamente alla procura di Milano, quella stessa che aveva realizzato mani pulite. Finalmente potevano occuparsi di corruzione e danni alla città e nel frattempo pretese di essere nominato commissario straordinario assumendo su di sé tutta la responsabilità. E in due anni con questa collaborazione continua con la procura riuscì̀ a portare a termine la costruzione di ben tre depuratori e a consegnarli alla città. Fra le realizzazioni di Albertini per la sua città ricordiamo: la centrale elettronica computerizzata per il controllo del traffico, il restauro e la ristrutturazione del Teatro alla Scala, il passante ferroviario, il polo di Rho della Fiera di Milano, l’inaugurazione di otto stazioni della metropolitana, 108 parcheggi interrati tra programmati e realizzati (35 mila).
Mi preme qui sottolineare un fatto: che egli ha sempre perseguito lo sviluppo economico e sociale più moderno per Milano guardando sempre ai progressi scientifici alle innovazioni, alle avanguardie. Ha realizzato non il vecchio, ma il nuovo. In un momento in cui soltanto con il nuovo ci si poteva reggere nell’ondata di globalizzazione che stava sommergendo l’Occidente.
Paradigmatica nel 2003 e la grande riunione della Consob tenuta nella stanza dell’orologio in Comune con Agnelli, Tronchetti Provera, i presidenti e gli amministratori delegati delle principali imprese del paese.
Per realizzare la fibra ottica e il cablaggio di tutta Milano.
L'uomo
Questo comportamento coraggioso e audace non deve far immaginare che Albertini sia un uomo duro, violento, autoritario. Al contrario è un uomo di grande cultura, di squisita gentilezza, che suscita subito fiducia e simpatia. Una persona che si è sempre dedicata al benessere della sua città e i suoi concittadini lo capiscono, lo seguono, lo amano non solo, ma egli è stato sempre in mezzo a loro, un pari fra i pari, un amico, e nello stesso tempo un leader, una guida, un modello esemplare ancor oggi ricordato con stima affetto, nostalgia.
dalla prefazione al volume: Il sindaco si rimette le mutande, in via di pubblicazione