Gentile dottoressa,
ho 29 anni e lavoro in una grande azienda; appena assunta, cinque anni fa, fui attratta da uno dei manager per la sua gentilezza e allegria. Anche se era impegnato accettai di frequentarlo, ma dopo alcuni mesi mi resi conto che aveva delle remore a lasciare sua moglie. Mi arrabbiai e mi inventai un amante. Volevo renderlo geloso, farlo venire verso di me e smisi anche di avere rapporti con lui. Il risultato è stato opposto alle aspettative: lui mi ha lasciato e non mi ha dato neppure la possibilità di spiegargli la verità: ho sofferto molto. L'anno scorso è arrivato in azienda un ingegnere con un incarico importante. Anche lui è sposato e poiché mi piaceva, non volevo ripetere lo stesso errore, così gli ho detto di essere fidanzata. Abbiamo comunque iniziato a uscire insieme, ma con lui mi sento sempre insicura, poco importante e anche se è gentile, non parla mai di amore. In questa terra di mezzo, ho incominciato a uscire da qualche mese anche con un ragazzo della mia età, cresciuto nel mio stesso quartiere: con lui sto bene, mi sento a mio agio, è simpatico e abbiamo rapporti. Ma il mio coinvolgimento non ha nulla a che vedere con quello per l’altro e neppure con quello che avevo provato con il primo. Quindi mi sembrerebbe un ripiego, anche se questo perlomeno non è sposato.
Che cosa mi suggerisce?
Anna
Cara Anna,
nella sua lettera c'è molta confusione, nelle sue relazioni ci sono troppe manovre, troppe macchinazioni. Resterà forse delusa dalle mie parole, ma le devo dire che l'amore non è questo. Ho l'impressione che lei non sia stata innamorata di nessuno di questi tre uomini e che le serva assolutamente fare un'analisi di queste relazioni.
Partiamo dal primo, il manager. Dopo aver iniziato a frequentarlo, senza preoccuparsi troppo che lui fosse sposato, si è accorta che non aveva alcuna intenzione di lasciare la moglie; così si è inventata la presenza di un altro. Lo ha fatto per creare un ostacolo, con l’idea di aumentare il desiderio dell'uomo nei suoi confronti. Ma è stato un calcolo. Ed è rimasta presa in contropiede dalla reazione dell’uomo, che ha preso sul serio ciò che gli ha raccontato e si è allontanato. Dove ha sbagliato? In tutto, dal punto di vista dell'amore. Quando ami non utilizzi menzogne e tranelli per far fare all'altro ciò che desideri, ma sei portato a essere totalmente sincero, a dire la verità, per quanto possa essere difficile o penosa, a chiedere apertamente ciò di cui hai bisogno e a rimanere sempre in relazione. In un confronto basato sulla verità, forse lui si sarebbe potuto interrogare sui sentimenti che provava e pensare a una scelta: in ogni caso deve tener presente che una persona sposata pensa a lungo prima di affrontare un divorzio, anche oggi in cui sembra che sia una cosa da niente. Deve essere profondamente innamorato e sapere di essere ricambiato allo stesso modo. Potrebbe anche aver pensato che era innamorata dell'altro.
Veniamo al secondo caso: anche in questo si è ripetuto lo stesso copione, solo che il fidanzato che con il primo si era inventata, questa volta c’è davvero. Non è difficile prevedere che potrebbe andare a finire come la prima volta perchè l'idea che la gelosia favorisca i rapporti amorosi è falsa. L'amore è fondato sull'esclusività.
Infine il terzo ragazzo, che forse è quello più vicino a lei come esperienza di vita, è però una persona che a lei non interessa realmente perchè punta più in alto. Anche nei suoi confronti non si è comportata in modo da mettere le basi per un rapporto sano, perchè lo ha inserito in modo strumentale per produrre un effetto leva. Se la vostra relazione dovesse continuare ci sarebbe sempre un'ombra sugli inizi.
Concludendo, mi sembra che questi rapporti siano giocati tutti sulla superficie, sulla conquista, sul desiderio di possesso, su meccanismi competitivi e che le manchi l'esperienza del vero innamoramento che è, come le dicevo, diametralmente opposta.
Se invece vuole sapere perché la strategia non ha funzionato, è tutta un’altra questione.
Quanto al dolore di cui parla, non è detto che sia una prova che era innamorata. La frustrazione delle nostre attese, dei nostri desideri, genera dolore, rabbia, risentimento. Ed è questa, probabilmente una componente consistente di ciò che lei sta vivendo.
Il mio consiglio? Si prenda una pausa da questi uomini e stia un po' da sola: si legga un buon libro e segua un corso sull'affettività. Se mi contatta le posso fornire dei riferimenti adeguati. E la prossima volta sarà in grado di lasciar perdere le strategie, i sotterfugi, le menzogne e potrà giocare nella verità; è uno dei pochi campi in cui vale la pena permettercelo.
Cristina Cattaneo
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