Gelosia mortale

16 Luglio 2018



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Quando ci innamoriamo, noi non trasfiguriamo solo il nostro amato, ma tutto ciò che ci circonda, il mondo in cui viviamo. Il paesaggio, sia che sia sereno o temporalesco, diventa per noi incantevole, la casa in cui ci troviamo serena, accogliente e tutte le persone che incontriamo ci appaiono belle con il volto luminoso, sorridenti. Attorno a noi non c'è assolutamente nulla di brutto, di mostruoso, di cattivo, di ripugnante. Tutto è nuovo, tutto è perfetto, tutto è bello. Tutto è bello perché noi, quando siamo innamorati, siamo parte dello slancio vitale, di ciò che dà vita, e dovunque cogliamo ciò che si apre alla vita. Il brutto, il mostruoso, il deforme, l’orrido, il ripugnante sono connessi alla morte. Nel libro di Tolstoj Anna Karenina, Anna che ha perso ogni speranza e va alla stazione dove si ucciderà, vede solo personaggi brutti e mostruosi. Riporto alcune delle sue espressioni.

Il suo servitore Peter ha “una faccia animalesca” un donna che passa la lascia “inorridita per la sua bruttezza”, la bambina è “un mostricciattolo” il contadino “mostruoso” un marito e sua moglie che salgono nella sua carrozza “disgustosi, spregevoli e mostruosi”. Alla fine “tutto è falsità, tutto è menzogna, tutto è inganno, tutto è male”. Poi la morte.

Ma mi domando se anche il sorgere e il crescere della gelosia in Anna non sia anch’essa in fondo che una deformazione peggiorativa, Vronsky non la tradisce mai e non ha pensieri di odio nei suoi riguardi. Ma lei incomincia ad essere gelosa fin dalle prime difficoltà. Il suo disagio, che la conseguenza dall’ostracismo sociale, e all'isolamento sociale a cui viene condannata, si trasformano a poco a poco in critiche per Vronsky che lei accusa di non amarla e che immagina con altre donne. Alla fine, ogni volta che lui esce di casa o che si sposta, lei è presa dalla gelosia e ogni tanto da un vero e proprio o odio. Nella sua gelosia dubbiosa, lei ama e contemporaneamente odia Vronsky o meglio i due sentimenti si alternano rapidamente nella sua mente.

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Francesco Alberoni

Laureato in medicina, ordinario di Sociologia a Milano. Ha studiato il divismo L’elite senza potere (1963) ed è stato il fondatore della sociologia dei consumi in Europa: Consumi e società (1964). È il maggior studioso dei movimenti collettivi Movimento e istituzione (1977) e Genesi (1989), è il pioniere degli studi sull’amore: Innamoramento e amore (1979) tradotto in trenta lingue, un tema che ha continuato ad approfondire con L’amicizia (1984) l’Erotismo 1986) Ti amo (1996) Sesso e amore (2006) L’arte di amare (2012) Amore e amori (Edizioni Leima, Palermo, 2016). Con Cristina Cattaneo ha pubblicato L'universo amoroso (2017), Amore mio come sei cambiato (2019) e L'amore e il tempo (2020), Il rinnovamento del mondo. E' mancato il 14 agosto 2023.

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