Ginestra Giovene Amaldi, non solo una grande moglie

19 Dicembre 2019



Ginestra Giovene Amaldi, non solo una grande moglie
Ginestra Giovene Amaldi, non solo una grande moglie

Il detto “dietro a un grande uomo c’è una grande donna” è spesso vero.  Lo era soprattutto una volta. Nel passato, quando le donne erano escluse dal mercato del lavoro e incoraggiate a rimanere a casa ad accudire la famiglia, il compito maggiore a loro riservato era quello di essere il sostegno, il “back office” di chi, poi, era chiamato all’esterno ad emergere, garantendogli un nido sicuro, figli, e soprattutto incoraggiamento.

Questo poteva essere l’unico destino di Ginestra Giovene, brillante studentessa di matematica e fisica, campionessa di nuoto, quando ha incontrato all’Università Edoardo Amaldi, uno dei ragazzi di Via Panisperna, il massimo collaboratore di Enrico Fermi, futuro ideatore del CERN e dell’Agenzia Spaziale Europea.

Ginestra tentò inutilmente di entrare nell’Istituto di Fisica ma il professore Orso Mario Corbino, l’arruolatore dei ragazzi di Via Panisperna non glielo permise, perché donna. Un’ingiustizia, retaggio di un’epoca patriarcale in cui si riteneva che il tempo che la donna passava fuori casa era “rubato” alla famiglia da accudire.

Una volta sposata con Amaldi, tuttavia, nonostante l’impegno dei quattro figli, Ginestra si diede ugualmente alla sua passione di scienziata, in un campo allora poco praticato dove il “baronato” maschile poteva ostacolarla in modo minore: la divulgazione scientifica.  Ebbe quindi una sua identità precisa, indipendente dal celebre marito.

Fu l’antesignana di Piero e Alberto Angela, scrivendo con il suo stile chiaro e scorrevole diversi libri di scienze, tradotti in varie lingue,  e apparve in televisione, divenendo più popolare del marito, tra i massimi esponenti della fisica mondiale, ma dal carattere riservato.

La coppia Giovene – Amaldi era molto unita. Dal monologo che è in tournée per l’Italia “Amaldi l’Italiano”, interpretato da Corrado Calda, rappresentato anche al CERN ( fondato da Amaldi), si evince che fu proprio Ginestra a convincere Edoardo a non lasciare l’Italia nel dopoguerra per accettare la cattedra a Chicago offertagli dal maestro Fermi. Fu quindi anche la gran donna che c’è dietro a un grande uomo. Ginestra era una patriota convinta e, diremmo oggi, era contraria alla fuga dei cervelli fuori dall’Italia, riteneva che il marito, in quanto scienziato, avesse dei doveri nei confronti della nazione e anche dell’Europa.

Se Edoardo rimase in Italia  fu perché era stata lei a convincerlo. Lo raccontò sempre nei suoi scritti. Lui la chiamava scherzosamente la mia donna culta con la u. Neanche il dramma di una figlia morta a soli sette anni ha infranto la forza di questa coppia. Amaldi, vedendo la moglie così prostrata, l’ha ancora di più incoraggiata a scrivere, a divulgare le scienze.

Furono un esempio bellissimo di coppia felice, che offre i suoi frutti d’amore anche al mondo, alla società. E che ha inciso sulla storia mondiale (senza la caparbietà di Ginestra di far rimanere il marito in Italia non avremmo avuto, ad esempio, il CERN così come lo conosciamo).

Fino a quando nel 1971, sessantenne, non fu colpita da un aneurisma cerebrale che la tenne a lungo in coma e costretta in carrozzina per tutta la vita.  Edoardo Amaldi, grande camminatore e alpinista, rinunciò per lei alle sue passioni per essere sempre presente quando si svegliava, per essere lui a deporla su quel nuovo strumento di deambulazione. Anche se parzialmente menomata, non perse mai la sua acuta intelligenza, la sua cultura sterminata, la sua passione per la scienza, anche se dovette interrompere la sua brillante carriera di divulgatrice, anche televisiva.

Ginestra ed Edoardo, l’una napoletana e l’altro piacentino, Sud e Nord intrecciati in un grande amore, sono ancora uniti nei famosi libri “Amaldi”, testi scolastici per gli istituti superiori studiati da milioni giovani italiani, dove si riconosce nella facilità di scrittura e nella bellezza stilistica la penna di una grande donna del secolo scorso.

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Giusy Cafari Panico

Giusy Cafari Panico, caporedattrice (email), laureata in Scienze Politiche a indirizzo politico internazionale presso l’Università di Pavia, è studiosa di geopolitica e di cambiamenti nella società. Collabora come sceneggiatrice con una casa cinematografica di Roma, è regista di documentari e scrive testi per il teatro. Una sua pièce: “Amaldi l’Italiano” è stata rappresentata al Globe del CERN di Ginevra, con l’introduzione di Fabiola Gianotti. Scrittrice e poetessa, è direttrice di una collana editoriale di poesia e giurata di premi letterari internazionali. Il suo ultimo romanzo è “La fidanzata d’America” ( Castelvecchi, 2020).

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