Il bisogno di nuovo e diversità

11 Luglio 2020



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L'esperienza della clausura fatta durante il   coronavirus   ci ha fornito un esempio di che esperienze e che problemi possono nascere in un luogo chiuso di cui conosci ogni anfratto e  da cui non puoi uscire. O   dormi o sonnecchi o cerchi stimoli nuovi. Tutto ciò che hai già visto ti diventa noioso. Anche un film  bellissimo rivedendolo ti annoia. Non ti fa più aspettare il seguito, non  sei  desideroso di  sapere come va a finire. La nostra mente per vivere ha bisogno di stimoli nuovi, di cibi nuovi, di  persone nuove.   In  realtà  ha  bisogno di desideri  da soddisfare, di mete da raggiungere, di problemi da risolvere, di nemici da combattere.  Cose che il mondo ha sempre dato con una continua differenziazione geografica, scientifica,  politica e  culturale. Poi  nel secolo scorso è incominciato un processo di standardizzazione  nel campo politico con le ideologie, in quello  produttivo  con la produzione di massa,  e nel campo della distribuzione con  le multinazionali.  Il processo si è  accelerato con  la globalizzazione e con internet che ci consente di vedere e di essere dovunque. Ma  sapendo che non si può raggiungere la velocità della  luce  percepiamo la terra  come   uno spazio  limitato da cui non potremo mai uscire:   una casa sovrappopolata dove tutto tende ad uniformarsi. Dappertutto trovi la stessa lingua, le  stesse marche,  gli stessi prodotti, le stesse serie televisive, le stesse offerte turistiche. Non c'è più nessuna terra da scoprire, non ci sono più luoghi inesplorati. Non la foresta amazzonica non il polo nord o il polo sud. L'Everest è ormai un campeggio. Non è possibile neanche immaginare un posto remoto dove collocare uno  shangrilà.  Non ci sono più popoli primitivi i loro riti sono delle recite fatte per gli antropologi o per i turisti. Per questo motivo dobbiamo  temere tutti i processi di concentrazione e di standardizzazione,  vengano essi dal dominio del mercato ,  da uno stato burocratico  centralizzato o da un monopolio comunicazionale.

Bisogna fare ogni sforzo per far rinascere le diversità politiche, culturali e produttive di ogni paese, di ogni popolo dando spazio all'autogoverno locale, con  strutture federali leggere, frenando il potere delle   sovranazionali.

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Cristina Cattaneo Beretta

Cristina Cattaneo Beretta (ha aggiunto il nome della mamma al suo) (email) Laureata in filosofia ed in psicologia a Pavia, psicoterapeuta, dottore di ricerca in filosofia delle scienze sociali e comunicazione simbolica, ha condotto studi sul linguaggio simbolico e il suo uso terapeutico (Cristina Cattaneo Il pozzo e la luna ed Aracne). Studia le esperienze di rinnovamento creativo e i processi amorosi, approfondendo in particolare il tema della dipendenza affettiva. Ha pubblicato con Francesco Alberoni: L’universo amoroso (Milano, 2017 ed. Jouvence), Amore mi come sei cambiato (2019 Milano, ed. Piemme Mondadori), L'amore e il tempo (la nave di Teseo 2020), 1989-2019 Il rinnovamento del mondo (La nave di teseo, 2021)

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