Da un blog, in cui un giovane ad un ‘bivio cruciale’ - sinceramente combattuto - chiede consiglio se partire per un Master all’estero o rinunciarvi per stare con la sua ragazza, che ama e con la quale è insieme da quattro anni, la maggior parte delle risposte propende per proseguire gli studi all’estero; molti suggeriscono di trovare una conciliazione per salvare amore e carriera, e rare sono state le risposte di chi non rinuncerebbe mai all’amore. Come questo utente che confessa: “Io vivo per trovare l’amore, senza, la mia vita mi sembra un grosso e bellissimo giocattolo senza le batterie, quindi inutile”.
“Fra i 18 e i 23 anni” sostiene infatti Alberoni “molti fanno ancora l’esperienza dell’innamoramento ma, mentre un tempo questo conduceva alla convivenza e al matrimonio, oggi i due di solito continuano a vivere con i genitori e poi si spostano per ragioni di studio”. Prosegue: “Spesso questi amori iniziali finiscono male ed entrambi si trovano single e spesso formano un’altra coppia che però non ha più l’ardore, il calore, la sincerità e la fedeltà del primo amore”.
Le relazioni, come i nostri smartphone o i nostri vestiti, seguono sempre più spesso le logiche del mercato: tutto è sostituibile, anche l’amato. Sta inesorabilmente scomparendo un progetto di vita in comune di lunga durata, con la nascita e l’allevamento dei figli? Sta scomparendo l’idea della coppia e della famiglia come valore?
È il nodo cruciale del film The Family Man. Jack Campbell - un trentacinquenne broker milionario di Wall Street, rappresenta lo stereotipo del moderno individualista, ambizioso e orientato a perseguire a tutti i costi il successo lavorativo. Jack è un uomo affermato, ha un attico in Central Park, una Ferrari, soldi, status, donne… Ma è solo. E si prepara, la sera della vigilia di Natale, a trascorrere da solo il giorno di Natale. È una vita che si è scelto quando, nonostante il dolore, tredici anni prima, al ‘bivio cruciale’ tra amore e carriera, ha rinunciato all’amore per Kate ed è partito per un Master a Londra.
Attraverso un artificio filmico quella notte viene proiettato in un “presente parallelo”, cioè la vita che avrebbe vissuto se la sua scelta fosse stata l’amore. La mattina di Natale si sveglia in un letto che non è il suo, insieme a Kate, che è sua moglie. Scopre che sono una famiglia della media borghesia americana, hanno lavori che permettono loro di vivere dignitosamente ma senza eccessi, due bambini piccoli e vivono in una villetta di periferia (con tanto di mutuo). Inizialmente è confuso, non riesce ad adattarsi a quella situazione paradossale, vorrebbe tornare alla sua vita, anche se sono sufficienti pochi giorni perché si rinnamori di Kate, perché inizi ad amare i ‘suoi’ bambini e a comportarsi da padre, perché riesca ad inserirsi in un contesto di amicizie di lunga data semplici e sincere. Alcune scene di vita quotidiana tra lui e Kate - una cena romantica in cui lui la vede come il primo giorno, una discussione sulla possibilità di trasferirsi con la famiglia in città - gli forniscono la consapevolezza di tutto ciò a cui ha rinunciato per inseguire un progetto individuale che avrebbe potuto portare avanti anche in coppia, dotando di un significato più autentico la sua vita. Ora non vorrebbe più tornare alla sua vita reale, ha intravisto una vita più ricca, più felice, traboccante di amore e di progetti.
Ma il tempo per ‘dare una sbirciatina’ a ciò che sarebbe potuto essere scade.
Quando si risveglia, si ritrova nella sua vita reale. Il suo primo pensiero è di ricontattare Kate. Anche lei è una donna ricca e affermata, single, e in procinto di trasferirsi in Europa. Lui desidera vederla, parlarle, e la raggiunge in aeroporto ‘solo per un caffè’. Perché ora lui è in stato nascente. Ciò che ha provato nella ‘vita parallela’, la rivelazione folle e irrazionale che ha vissuto gli ha lasciato emozioni e sentimenti vividi, intensi, indelebili. È pronto a rinunciare al suo presente, a un lavoro di prestigio, alla vita a Manhattan, perché quella vita alternativa che ha intravisto possa compiersi.
“Non lo so, forse è stato solo un sogno, magari sono andato a letto in una triste notte di dicembre e ho immaginato tutto, ma ti giuro che niente è mai stato più reale, e se ora sali su quell’aereo sparirà per sempre”, dice a Kate all’aeroporto quando si incontrano, narrandole la vivida esperienza che ha vissuto. “So che possiamo continuare con le nostre vite, ce la caveremmo benissimo, ma io ho visto quello che potremmo essere insieme e scelgo noi”
Quel Noi è la parola chiave, quella che attesta la fusione, il legame forte che si è oggettivato per Jack nella coppia e nella famiglia, e che è immensamente più reale, più vibrante, più avventuroso della vita che finora ha condotto. È una meta che lo trascende e verso cui muoversi.
Ma la possibilità di riavvolgere il nastro della propria vita, di poter tornare indietro, accade solo nei film. Nella vita il tempo è lineare, procede in un’unica direzione e il ‘bivio’ ben rappresenta il conflitto che vivono molti giovani oggi all’idea di cedere parti della propria indipendenza e libertà per creare una coppia e una famiglia. E che sono frenati a scegliere quel Noi.