C’è tanta gente che si preoccupa della crisi della famiglia, della crisi del matrimonio, delle conseguenze che esse hanno sui figli, ma ho l’impressione che ci si dimentichi che oggi la famiglia è fondata e tenuta insieme da un solo fattore: l’amore di chi ha liberamente deciso di sposarsi o di convivere. Un tempo no, un tempo ci si doveva sposare, la ragazza che non lo faceva diventava una zitella, il matrimonio era un sacramento inviolabile, sostenuto dalle famiglie, l’adulterio punito dalla legge. I due sposi erano tenuti insieme da questi vincoli istituzionali, da queste ferree proibizioni.
Oggi i giovani che decidono di sposarsi (o di andare a convivere) lo fanno solo perché si amano e pensano che il loro amore durerà anche in seguito. Ma se un giorno si accorgono di non amarsi più, di non capirsi, di sopportarsi a fatica e di essere invece attratti da qualcun altro, il matrimonio va in crisi, quello più insofferente o malcontento chiede la separazione o il divorzio. Che poi è una macchina infernale soprattutto quando ci sono i figli e incominciano le vendette e le rappresaglie. E c’è tutto un fiorire di iniziative giuridiche, economiche, terapeutiche per sostenere, tenere unita, conservare in vita la famiglia sofferente. Ma non ho mai trovato nessuno che si sia andato a studiare il fattore più importante: quello che fa nascere la coppia amorosa e la fa morire: l’innamoramento. E come questo diventa amore che dura o invece svanisce, si degrada, si trasforma in rifiuto, in rancore.
Inoltre si è andato sempre più diffondendo il convincimento che l’innamoramento crea un amore intenso ma breve, per cui due si sposano (o vanno a convivere) convinti di amarsi per tutta la vita ma dopo un anno sono diventati due estranei, per cui è meglio restare single e avere delle relazioni amorose ed erotiche brevi o comunque non impegnative. E le ricerche neurofisiologiche confermano questa brevità dell’innamoramento e della passione, riducono l’amore ad un gioco di neurotrasmettitori, di serotonina e di ossitocina, per cui si accetta che non ci sia nulla da fare. Ma lo confermano perché fatte su soggetti in cui l’amore è breve e lo registrano solo quando c’è. L’amore sembra perciò essere una pazzia breve da godere quando c’è e da temere quando ti lega troppo.
Ma se l’amore è così breve, così capriccioso, così labile e pericoloso, non e una follia costruirci sopra una famiglia? Se sanno che poi non resteranno uniti da un amore erotico appassionato, perché due si sposano, perché vanno a convivere, perché fanno progetti a lungo termine, comperano una casa, l’arredano?
Ora guardiamo le cose dall’altro punto di vista e domandiamoci: se invece vogliamo che la coppia duri perché non studiamo seriamente il processo amoroso domandandoci se è veramente impossibile che l’innamoramento diventi amore appassionato. Perché non è vero che la passione erotica dura sempre poco, a volte è brevissima ma a volte dura anni o decenni. Se c'è da trovare una ragione e poi un rimedio del disordine amoroso, bisogna cercarli all’inizio, nell’origine del processo amoroso stesso, nell’innamoramento, nella prima fase del consolidarsi dell’amore perché se non dura è qui che avviene qualcosa che lo fa ammalare. Per capire cosa avviene in seguito, bisogna studiare tutto ciò che succede fin dal primo istante.
Che cos’è che spegne la passione dell’innamoramento? L’abitudine, la monotonia, la ripetizione, dice la tradizione ("sempre pernici, sempre pernici"), ma non è vero in assoluto perché ci sono invece degli amori tenacissimi che sembrano malattie croniche, amori parossistici, c'è gente che si uccide e che uccide per amore, altri che soffrono atrocemente perché non sono amati da chi amano. No, la passione si spegne perché tornano a poco a poco i vecchi comportamenti che c’erano prima di innamorarsi, tornano la pigrizia, la sciatteria, l’aggressività, la vanità, la menzogna, l’egoismo della vita quotidiana. Essi si infiltrano nuovamente nella coppia innamorata e l’avvelenano. La passione, la generosità, l’ottimismo, l’energia erotica dell’ innamoramento anzichè essere conservati, alimentati, vengono lasciati languire e sostituti dalle vecchie abitudini che non appartengono al regno dell’amore. È questo il processo che io ho studiato nei miei tre libri Innamoramento e amore, Ti amo e infine L’arte di amare dove finalmente ho scoperto il meccanismo infernale che trasforma la passione ardente in una convivenza noiosa. L’innamoramento non è affatto detto che non possa durare, non dura perché è come un fuoco che non viene alimentato.
L’amore erotico fra due persone è come la passione per la scienza, per l’arte, come la fede religiosa che si sviluppano dedicandovisi. Lo scienziato è felice quando è immerso in una ricerca che lo appassiona, ma se si lascia distrarre ne perde il gusto. Anche la fede religiosa può apparire improvvisa in una conversione, ma riempie e rivitalizza la nostra vita se noi ci abbandoniamo e ci dedichiamo ad essa, ne facciamo il centro del nostro interesse. È lo stesso per l’amore di coppia, che dura e si intensifica se noi siamo orgogliosi di amarci, se poniamo l’amore al primo posto, vi cerchiamo il piacere più grande e ci facciamo assorbire da esso.
Non immaginiamo che questo richieda uno sforzo, anzi è la strada più semplice, più facile, quella più ingenua, quella più sincera, più naturale. Il processo di innamoramento ci è stato dato dalla natura per creare un legame che dura qualche anno, per tenere unita la coppia finché i figli sono grandicelli. Dobbiamo solo seguire la natura, senza lasciarci deviare dalle tentazioni, dai capricci, degli eccessi, dalle ambizioni, dalle vanità alimentate dal mondo moderno.