La forza dell’immaginazione creativa

18 Novembre 2019



La forza dell'immaginazione creativa
immaginazione creativa

La forza dell’immaginazione creativa è dell’anima. Nasce da un impulso interiore e non edifica illusioni.

È una forza evocativa (creativa) che agisce sui nostri schemi precostituiti, di pensiero e di azione, e ci apre la mente.

Quante volte ci siamo detti da soli frasi del tipo:

«Io non ce la faccio», «Io non ne sono capace». «Io non posso».

Queste sono frasi auto limitanti che castrano la nostra forza di volontà e inibiscono il nostro agire.

La forza dell’immaginazione creativa interviene su questi meccanismi di pensiero e li corregge, migliorando il nostro vivere e offrendoci l’ipotesi di un cambiamento.

C’è un uomo, un esempio tangibile di quanto fin qui asserito, che ha fatto della sua forza di immaginazione la sua rinascita, la sua scuola. Di vita. Di danza.

Eugene Louis Facciuto (1925-2015) è stato un ballerino italo americano conosciuto come “Luigi,” e ideatore della Tecnica Luigi.

Era un promettente ballerino.

Un terribile incidente d’auto gli provocò la frattura del cranio, restò in coma e poi paralizzato a metà, con gravi problemi oculari di sdoppiamento della vista. Quando anche i medici gli davano scarse speranze di ripresa, nella sua testa risuonava questa voce: “Never stop moving”, non smettere mai di muoverti, non fermarti mai!

E lui, che amava il suo lavoro non si arrese mai a quell’immobilità forzata e a quell’invalidità fisica. Non si lasciò andare a quello stato vitale così debole in cui, per disgrazia, si era ritrovato, così lontano dalle sue determinazioni e dal suo carattere.

Voleva tornare a ballare.

Iniziò a lavorare duramente alla sbarra, con buoni risultati ma appena vi si staccava perdeva equilibrio e coordinazione.

La sua immaginazione creativa lo spinse a ragionare per altri schemi e ovviare a questo limite.

Perché vi riusciva alla sbarra e senza sbarra no?

Perché alla sbarra aveva un punto certo sul quale tenersi in bilico spingendo verso il basso le braccia, per elevarsi dalla testa. Quando un ballerino va in elevazione non usa solo i muscoli delle gambe ma quella tensione gli attraversa tutto il corpo.

Un esercizio simile si fa anche in Teatro (in posizione neutra non alla sbarra) per prendere coscienza del proprio corpo e sentire quella colonna di energia che trattiene a terra ma eleva e spinge verso l’alto. Metafora poi di quell’assoluta contrapposizione da cui nasce la forza della recitazione: massimo abbandono/totale controllo.

"Se posso dunque farlo alla sbarra" si disse Facciuto "posso farlo anche immaginando di avere una sbarra sulla quale appoggiarmi".

Ed ebbe ragione.

Quel suo continuo cercare equilibrio e appoggio (nello spazio che lo ci circondava) lo spinse a immaginarsi una sbarra, davanti a sé, da usare come leva per sostenersi.

Tutto ciò, unito alla sua grande forza di volontà, diede vita non solo alla sua rinascita ma anche a un nuovo orientamento nella danza.

Dopo solo due anni dall’incidente riprese in pieno la sua attività di ballerino e negli anni divenne insegnante di Liza Minnelli, John Travolta, Madonna e tanti, tanti, altri.

Insegnava ai suoi allievi che per ballare bisogna mettere una mano sul cuore e ascoltare il suono dell’anima perché il movimento deve nascere da lì.

«Non ci sono sbarre nella mia scuola. Se cercate il vostro equilibrio, non usate un appoggio, ma aiutatevi da soli utilizzando lo spazio. Spingete le mani premendo contro lo spazio; sarà questa la vostra sbarra».

La Tecnica Luigi esercita il corpo come fosse un risuonatore per l’anima e insegna ad aver fiducia in sé; a credere nel proprio istinto.

Per lui un ballerino non è chi si muove nella musica ma chi si fa muovere dalla musica e si lascia condurre da un continuo flusso di movimento.

La forza della sua tecnica è quel punto immaginifico centrale da cui è possibile fare tutto.

Quel centro, metafora dell’Io.

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Luisella Pescatori

È direttore artistico e della didattica di Atelier la sua agenzia letteraria di Milano. Si occupa di editoria, di comunicazione e di rappresentanza di autori. Professionalmente si forma in Teatro, recitando in diverse compagnie di giro, in spot pubblicitari, in produzioni cine-televisive. Il Teatro è oggi uno dei plus delle sue docenze, esclusivamente individuali, di scrittura creativa. Ha lavorato per diversi anni in un’importante web agency milanese. È coautrice de “La profezia delle triglie” testo adottato come materia di studio al corso “Sociologia della devianza” Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali Università della Calabria. Scrive su Huffpost.

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