L'innamoramento tra una giovane e brillante fanciulla e un uomo maturo chiamato a farle da precettore, sarebbe sbocciato ugualmente se lui non fosse stato Abelardo, il più famoso intellettuale del suo tempo, il brillante studioso di logica, lo studioso colto e innovatore che attraeva giovani da tutt'Europa e lei non fosse stata una donna già coltissima, dalla mente così pronta e così affamata di sapere?
Abelardo la conobbe quando era al culmine del successo:
"ero preda della superbia (mi ritenevo il solo filosofo rimasto al mondo)"... e della "lussuria (io che fino ad allora avevo condotto una vita castissima, iniziai a rilasciare le briglie dei miei desideri". Abelardo aveva allora 38 anni e Eloisa 17. Era bella, ma non la più bella.
La grazia divina" scrive Abelardo... "mi diede il rimedio per entrambe le malattie, contro la mia stessa volontà: mi guarì dalla lussuria privandomi di ciò con cui l'esercitavo; dalla superbia, umiliandomi con il rogo del libro di cui andavo più fiero".
Fu un innamoramento profondo che sfociò in un amore che Eloisa avrebbe continuato a ricordare nelle lettere per tutta la sua vita. Ma quando Abelardo si innamora di Eloisa, gli ostacoli sono più di uno. Lui è infatti un chierico e non si può sposare. Ma la passione travolge i due amanti:
Col pretesto delle lezioni ci abbandonammo completamente all'amore, lo studio delle lettere ci offriva quegli angoli segreti che la passione predilige. Aperti i libri, le parole si affannavano di più intorno ad argomenti d'amore che di studio, erano più numerosi i baci che le frasi; la mano correva più spesso sul seno che ai libri. E ciò che si rifletteva nei nostri occhi era molto più spesso l'amore che non la pagina scritta oggetto della lezione. Per non suscitare sospetti la percuotevo spinto però dall'amore, non dal furore, dall'affetto non dall'ira, e queste percosse erano più soavi di qualsiasi balsamo. Il nostro desiderio non trascurò nessun aspetto dell'amore, ogni volta che la nostra passione poté inventare qualcosa di insolito, subito lo provammo, e quanto più eravamo inesperti in questi piaceri tanto più ardentemente ci dedicavamo ad essi e non ci stancavamo mai. Quanto più eravamo inesperti di quei giochi d'amore, tanto più insistevamo nel procurarci il piacere e non arrivavamo mai a stancarcene.
L' ostacolo più insidioso è però lo zio della ragazza, Fulberto, un uomo avaro e vendicativo che aveva voluto che Abelardo facesse di Eoloisa la più sapiente di tutte le ragazze e non avrebbe mai perdonato Abelardo per l'affronto. L'amore però lo travolge e diminuisce il suo impegno intellettuale, si mette a comporre canzoni che si diffondono tra gli studenti. Fulberto resta a lungo ignaro, l'unico a non sapere.
Ma un giorno Eloisa rimane incinta. Abelardo allora la sposa in segreto e la porta in Bretagna; quando la notizia si diffonderà, lei continuerà a negare per evitare ad Abelardo delle noie.
Ma la vendetta di Fulberto alla fine si esprime con una violenza inaudita. Abelardo viene aggredito una notte da tre emissari di Fulberto ed evirato.
Fulberto è riuscito nel suo intento. I due innamorati sono stati divisi per sempre. Eloisa si chiude in convento e non uscirà più. Ma mentre Eloisa non disconoserà mai il suo amore, Abelardo si pente:
La grazia divina mi diede il rimedio per entrambe le malattie, contro la mia stessa volontà: mi guarì dalla lussuria privandomi di ciò con cui l'esercitavo; dalla superbia, umiliandomi con il rogo del libro di cui andavo più fiero
Questa vicenda crudele, insopportabile per la sensibilità moderna, non fece altro che congelare la coppia Abelardo ed Eolsa in un eterno presente.
Eloisa in una lettera all'amato Abelardo :
“Tutti si precipitavano a vederti quando apparivi in pubblico e le donne ti seguivano con gli occhi voltando indietro il capo quando ti incrociavano per la via […] Quale regina, quale donna potente non invidiava le mie gioie e il mio letto?”, sono pensieri di una donna innamorata utili per farci comprendere, tanti secoli dopo, che ciò che si prova quando si è innamorati non è cambiato.
L'amore ci conduce ad un gradino sopra la normalità, ci rende invincibili, fuori di senno e pertanto vulnerabili.
In alcun modo possiamo considerare Abelardo un profittatore ed Eloisa una vittima. Si trattava di due persone che erano fuori dalla misura dei tempi. Si incontrarono, si riconobbero e si scelsero.