Nella meditazione mattutina nuvole di fumo bianco dai camini della piccola piazza hanno interrotto il balbettare di un ego uscito dal sogno, dissolvendolo in molecole luminose danzanti nel giardino ancora verde.
Vite che accendono piccoli fuochi di colazione, il bosco cattura il sole in colori fiammeggianti, il fumo crea nuvole, l'io coscienza si dissolve, memorie di alberi, di antiche specie animali: il pianeta racconta.
Il senso di fusione che avviene quando la coscienza si espande, dopo lo smarrimento iniziale diventa realtà avvolgente. La circolarità del tempo si manifesta nell'eternità dell'essere.
La mia passione per i graffiti dell'arte rupestre mi ha fatto scegliere il nome di Mammuth.
La magia delle grotte racconta l'arte di vivere. Le veneri siberiane trasmettono la bellezza di territori neolitici, la comunione con l'antico pianeta dove acque e foreste nutrivano gli umani.
L"'Io", allora, ancora non creava pericolose separazioni avvelenando e distruggendo la sua culla. Catturare il "noi" nella gabbia dell'esistenza quotidiana è il segreto che permette ai maestri, agli sciamani, ai monaci e agli ultimi filosofi una vita dedicata e felice.
Un gatto randagio mi guarda, si sta accasando in un angolo boscoso dietro al giardino. Resta immobile, non si aspettava nell'alba di incontrarmi. Divento la sua energia in cerca di cibo e forse della compagnia dei miei gatti domestici.
La Pietra del Saluto all'ingresso racconta dei coraggiosi Salassi e forse di grandi mammuth nella neve.
Piccoli uccelli si cercano. Il sole con la sua potenza ha cambiato giro fra i tetti; con lui non riesco a identificarmi, ci fa sentire più piccoli.
Se ascoltiamo i messaggi che arrivano da ogni angolo dell'esistente, tenendo desta l'attenzione dei particolari, la danza della vita ci coinvolge nel fumo perlaceo del risveglio.
Penso alle tribù dei piccoli Popoli sparsi su tutta la terra: cibo, fuochi, rituali, sogni collettivi, nuvole verso il cielo, sono con loro, con i bisonti del Grand Canyon che brucano tranquilli nel mio giardino.