Sono stato il suo giocattolo

22 Giugno 2019



'}}
'}}

 

Mi chiamo Marco, ho 40 anni e da alcuni anni vivevo con la mia amata Fanny, una ex ballerina francese; io l'aiutavo in tutto e spesso lasciavo da parte il mio lavoro per sostenere la sua attività. Ma da alcuni mesi Fanny mi ha lasciato. Credo sia per colpa mia, ho un brutto carattere e pur amandola molto, ci ritrovavamo spesso a litigare, anche su questioni banali e io, preso dalla rabbia la insultavo. Di solito poi passava tutto, ma negli ultimi tempi io ero molto nervoso perché il mio lavoro andava sempre peggio. Così litigavamo sempre più spesso e io le ho detto delle frasi cattive, ma non le pensavo assolutamente.

Nel pieno della mia prima grossa difficoltà lei,  invece, mi ha buttato via come un giocattolo vecchio e si è rifatta dare tutto quello che mi aveva regalato, mettendomi anche in difficoltà. Ora ho cambiato ambiente, abito in un’altra città, per fortuna ho trovato lavoro e sto cercando di ripartire da capo. Ma è molto difficile. Tante volte ho messo il mio interesse dopo il suo e mi sono dedicato ad aiutarla nella sua attività invece che nella mia. E ora mi manca tutto il nostro mondo.

Aveva un altro? non mi amava più? O mi disprezzava perché guadagnavo poco? con lei vivevo infatti al di sopra delle mie possibilità e nel contempo in questi anni, poichè vedevo solo lei, ho dedicato tute le mie energie e il mio tempo a lei. Ma quella sera io sono venuto via solo con i miei vestiti dalla sua casa.

Ho molta ansia, non dormo, soffro molto: per metà sogno che lei mi chiami e correrei subito indietro, ma per l’altra metà mi sto ambientando nella  nuova città : per lei avevo lasciato tutti i miei amici e vivevo nella paura di fare o dire qualcosa che la irritava. E mi irritavo.

Cosa posso fare? Mi aiuti

Marco

 

Sono stato il suo giocattolo

In una coppia che si ama il litigio è qualcosa di veramente nocivo. Talvolta è un’abitudine che si prende all’inizio, quando le due volontà si scontrano e si crea una tensione che poi si sfoga in rapporti sessuali appassionati. Questi possono far sembrare che la relazione sia molto intensa, che ci si ami molto. Ma io non ci certo.

Penso al contrario che i litigi che nascono per motivi banali e quotidiani, sono spesso una spia di qualcosa di più profondo. Un conto è discutere sulle grandi scelte, questo è necessario. Altro è litigare su tutto.

C’è un articolo di questa rivista dedicato al libro di Roth  "Professore di desiderio." L’autore racconta la vita di una coppia che ha continui piccoli litigi senza importanza. Ma alla fine emerge che i litigi erano la spia di un malessere profondo. Lei era una donna bellissima con un passato di donna fatale, da cui era fuggita sposando un normale professore: ma   rimpiangeva la sua vita brillante e si annoiava. Lui era stato ammaliato da quella bellissima donna dal passato avventuroso, dalla maliarda che ora sceglieva lui.

Nel vostro caso, potrebbe essere che il suo attaccamento per Fanny fosse un'infatuazione divistica verso la donna bella ricca e ammirata che guardava proprio lei. Per Fanny lei ha probabilmente tralasciato tutto e si è dedicato a lei, credo senza chiedere niente senza partecipare realmente alla sua attività. Nel frattempo tralasciava il suo lavoro, anche perchè, credo che Fanny  lo considerasse  in modo svalutativo. Se le cose stanno così  la vostra coppia era  molto sbilanciata e  lei reprimeva una rabbia che di solito tratteneva, ma che esplodeva durante i litigi.

Spesso si dice di donne dipendenti da un uomo affermato o importante. Nel suo caso ho l'impressione che Fanny abbia fatto come facevano un tempo certi uomini ricchi che si prendevano una bella ragazza giovane e povera ma dopo qualche anno si stancavano di lei e la abbandonavano.  Quando erano generosi davano alla ragazza una buona uscita, ma non sempre. Potrei sbagliarmi ma  se fosse così il mio consiglio è che anche se si facesse viva,  di non tornare a una relazione come quella di prima, in cui era, in modo evidente, la parte debole.

La cosa più importante per lei però è un'altra, quella di rafforzare se stesso, riprendere dignità nel lavoro, impegnarsi a  risollevarsi economicamente e professionalmente. Solo così potrà  aumentare la sua autostima.

Ce la farà, non segua più le falene.

 

Cristina Cattaneo Beretta

 

Mandate le vostre lettere, scrivete le vostre domande  a  Cristina Cattaneo Beretta (link);  arriveranno nella sua posta personale.

Chiediamo cortesemente l'autorizzazione alla pubblicazione: la privacy di chi scrive sarà tutelata modificando nomi e luoghi, situazioni e resa irriconoscibile .

Condividi questo articolo

'}}

Cristina Cattaneo Beretta

Cristina Cattaneo Beretta (ha aggiunto il nome della mamma al suo) (email) Laureata in filosofia ed in psicologia a Pavia, psicoterapeuta, dottore di ricerca in filosofia delle scienze sociali e comunicazione simbolica, ha condotto studi sul linguaggio simbolico e il suo uso terapeutico (Cristina Cattaneo Il pozzo e la luna ed Aracne). Studia le esperienze di rinnovamento creativo e i processi amorosi, approfondendo in particolare il tema della dipendenza affettiva. Ha pubblicato con Francesco Alberoni: L’universo amoroso (Milano, 2017 ed. Jouvence), Amore mi come sei cambiato (2019 Milano, ed. Piemme Mondadori), L'amore e il tempo (la nave di Teseo 2020), 1989-2019 Il rinnovamento del mondo (La nave di teseo, 2021)

ARTICOLO PRECEDENTEPROSSIMO ARTICOLO
Back to Top
×