29 aprile 2020
Come in una guerra
La pandemia che colpisce una dopo l’altra tutte le popolazioni del mondo fa emergere problemi in cui non ci siamo mai imbattuti ed emergere esigenze a cui non avevamo mai pensato. I governi, le regioni i singoli individui non avevano strumenti adeguati o nella quantità necessaria o nel posto giusto e, colti alla sprovvista, hanno inventato degli accorgimenti personali: e se vi fosse stata maggiore elasticità da parte del governo molti imprenditori avrebbero incominciato a produrre cose nuove o riorganizzare i modi di fare esistente.
Sappiamo tutti che nelle lunghe guerre vengono realizzati progetti, invenzioni che non avevano trovato ascolto prima e non solo nel campo degli armamenti e della sanità, ma in tutti i campi. Prima della Prima guerra mondiale il trasporto si faceva essenzialmente con cavalli e con muli, dopo la guerra mondiale e negli anni immediatamente successivi con automobili, camion e aerei. Prima della guerra la maggior parte delle donne stava a casa, poi hanno sostituito gli uomini nelle fabbriche e rapidamente si è avuta l’emancipazione femminile. Le donne del dopoguerra vestivano in modo radicalmente diverso da quelle della Belle Époque. Cocò Chanel fece la sua fortuna intuendo il futuro, accorciando le gonne e creando modelli per una donna più libera e dinamica, che lavorava.
Per far fronte alla produzione di massa, si è introdotta anche la catena di montaggio. Ma è soprattutto nel dopoguerra della Seconda guerra mondiale che avvengono le innovazioni nella vita civile generando quella che verrà definita la società dei consumi.
La società dei consumi
Questa società è caratterizzata da una netta separazione della casa dal lavoro. Viene data una grande cura alla casa che, nel Paese più ricco e che per primo ha creato la società dei consumi, gli USA, è spesso unifamiliare con giardinetto, del genere mostrato nel film Desperate housewives. Questa casa è arredata con comode poltrone, divani per ricevere gli amici e ha una grande cucina attrezzata con ogni tipo di elettrodomestico, frigorifero, freezer, lavastoviglie, e molti altri attrezzi. È parte integrante della società dei consumi l’enorme aumento delle automobili, grandi comode lussuose, che mette in moto un vivace processo di imitazione e competizione. E per lo svago è il momento del grande cinema, che racconta storie appassionanti, episodi storici e per i bambini c’è Walt Disney. Vengono preconfezionati e inscatolati in bellissime confezioni tutti i prodotti alimentari che prima compravi sfusi, garantendo l’igiene e la facilità d’uso, e si introducono i piatti pronti. Un periodo di grande sogno collettivo: per la donna con la casa bella, elegante, piena di mobili ed elettrodomestici, per gli uomini l’automobile, per i bambini i cartoni animati di Walt Disney e giocattoli di ogni tipo che riproducono in piccolo le innovazioni del mondo degli adulti. Elettrodomestici e automobili diventano le imprese più importanti di un Paese. Per un lungo periodo, prima della rivoluzione femminista, la cucina è stata il luogo più moderno della casa e i produttori di elettrodomestici hanno inventato e messo sul mercato e su larga scala un’innovazione dopo l’altra: il frigorifero, la lavatrice, una varietà estrema di robot da cucina che tritano, affettano, impastano, la lavastoviglie, la pentola a pressione, forni, fornetti. E il futuro è positivo. È il periodo del trionfo dei pubblicitari che mostrano questo futuro prossimo di agiatezza al quale sempre più persone possono aspirare. Hanno successo tutti i prodotti che trasmettono il tema dell’eleganza in ogni campo: moda, oreficeria, per fare solo due esempi. Tutto quello che parla italiano ha un successo enorme perché si basa su una grande capacità artigianale e manifatturiera, su cui si innesta una nuova industria creativa.
Negli anni settanta, essendo alleviato molto del lavoro domestico, le donne vogliono andare a lavorare, sia per aspirazione personale, che per migliorare le condizioni economiche della famiglia. È anche l’epoca dei movimenti di liberazione dei neri e della donna e della rivoluzione sessuale. Sono gli anni in cui la moda italiana riesce a imporsi in tutto il mondo perché trasforma quella che era una protesta politica e ideologica in un’innovazione artistica. Trasforma la rivolta in nuove forme. Riporta la società ribelle a una normalità che è però libera e raffinata.
A fine anni ottanta incominciano a emergere delle fratture. Prima di tutto una frattura linguistica. Personaggi come Funari e Bossi, che parlano il linguaggio popolaresco, rendono obsoleto il linguaggio politico. Mostrano che la politica si è distaccata dalla gente. La scelta di Craxi di allearsi con la DC produce una spaccatura col PCI e spinge i comunisti all’attacco. Il popolo non ha fiducia nella classe politica di destra, interviene la magistratura e la distrugge con mani pulite fra gli applausi popolari. Ma la sinistra non riesce ad andare al governo perché entra in campo Berlusconi.
Durante tutti gli anni novanta c’è il declino della creatività, il declino del grande cinema e l’imporsi della televisione. Non solo non è un periodo creativo, ma è una fase in cui si consolidano le vecchie strutture del mondo lavorativo, la grande fabbrica, i grattaceli per uffici, la burocrazia. Si creano dei grandi centri commerciali fuori dai centri delle città. Continua l’intervento del tradizionale sindacato, che non pensa a proporre innovazioni, ma cerca di mantenere i benefici acquisiti dai lavoratori e di migliorarli progressivamente.
La globalizzazione
Poi, di colpo su questo paese apatico si abbatte un cataclisma: la globalizzazione. Avvengono tre accadimenti rivoluzionari, ciascuno dei quali già da solo avrebbe provocato una modificazione radicale, ma insieme producono una totale trasformazione della vita economica e civile: il WTO, in cui dopo alcuni anni è ammessa anche la Cina, la creazione dell’Euro, la creazione e l’espansione di internet. Di colpo le merci cinesi o asiatiche, dove il lavoro costa un decimo, fanno concorrenza alle nostre merci. Inoltre questi Paesi acquisiscono rapidamente la scienza e la tecnologia occidentali e, dato il basso costo del lavoro, molte delle nostre aziende chiudono o si spostano da loro. Le multinazionali si insediano nei nuovi Paesi in espansione. In poco tempo le economie asiatiche diventano indispensabili anche nelle tecnologie più moderne. La diffusione di internet annulla le distanze nella comunicazione e produce una immensa accelerazione degli scambi e una trasformazione radicale dei rapporti di lavoro e dei rapporti sociali. In campo finanziario si sono create delle immense potenze sovranazionali, spesso controllate dal governo americano, in cui entrano i capitali di tutto il mondo. Per dirlo in modo semplice, chi compera una cosa la prende talvolta da una multinazionale nota, come Coca Cola o Ferrero, ma molto più spesso acquista da fondi sconosciuti, che possono avere capitali di qualsiasi genere, dalla mafia, all’Arabia saudita, alla Turchia, e sono sottratte a qualsiasi controllo. E possono avere dei titoli fasulli, dei debiti. Per cui può capitare che vi siano delle grandi instabilità e improvvise crisi che coinvolgono tutto il mondo. Non ci sono infatti, accanto al libero scambio, regole condivise e strumenti giuridici idonei a farle rispettare a livello mondiale, con la sola rimarchevole eccezione del TRIPs Agreement sugli standard minimi di protezione della proprietà intellettuale da osservare in tutti gli Stati aderenti al WTO.
Per quanto riguarda il lavoro come lo conosciamo oggi, il modello di riferimento rimane quello emerso dalla rivoluzione industriale con la presenza fisica degli operai dentro la fabbrica e la richiesta di svolgere una quantità di ore in un tempo definito. Il lavoro è dunque pagato a tempo, il sindacato tutela nei contratti di lavoro le ore di lavoro e questo avviene anche nel lavoro impiegatizio, nel campo della burocrazia, dei servizi. In parallelo con la grande fabbrica nascono i palazzi e i grattacieli di uffici.
E lo stesso modello, diventato sinonimo di certa produttività, di efficacia del controllo sulle persone, approda anche al mondo della scuola, dell’università e persino delle professioni. I medici, ad esempio, diventano come degli impiegati e si acuisce la responsabilità sul loro operato. Molti lavori che sino a quel momento erano rispettati non danno più prestigio sociale. È il momento dei populismi che attaccano e svalutano le élites.
Nel settore del pubblico impiego, in particolare, aumenta considerevolmente la rigidità del sistema con una separazione molto netta, ad esempio, tra il comparto amministrativo, nazionale e degli enti locali, e quello sanitario o quello dell’istruzione, senza favorire il passaggio da uno all’altro. In contemporanea viene immessa una quantità di norme burocratiche che ostacolano e imprigionano l’innovazione, gli investimenti e la creatività.
In questo periodo la tecnologia di internet non renderebbe più necessario, per esempio, concentrare tutti i lavori in un edificio, perché molto spesso è possibile farli a distanza. Ma questo viene attuato solo in modo iniziale, per riunioni tra Paesi lontani e senza sfruttare tutte le possibilità offerte da questo nuovo mezzo.
Anzi, in alcuni casi in cui questo metodo sarebbe applicabile ed anche auspicabile, esso viene invece ostracizzato e si preferisce continuare a richiedere ai propri lavoratori di raggiungere ogni giorno la loro azienda anche da molto lontano, con mezzi di trasporto spesso inadeguati e nonostante il problema crescente dell’inquinamento. Tanto per fare un esempio, secondo i dati del rapporto Pendolaria 2019, in Lombardia ogni giorno sono 802 mila i pendolari del treno: il 43% in più rispetto al 2009.
Libertà individuale
Mentre questo mondo, ancora di tipo tradizionale, si è irrigidito e ha aumentato la gerarchia, l’individuo capisce che gli si sono aperte enormi possibilità. L’esperienza fondamentale, l’idea nuova che contagia la popolazione a livello di massa con la rapidissima globalizzazione è infatti quella di una smisurata libertà. Come singoli individui, ci si comincia a sentire liberi di fare qualsiasi cosa. Si ha la percezione di poter esercitare la propria azione liberamente e ovunque e questo svincola dalle responsabilità e dai legami. Come conseguenza crollano in pochi anni i rapporti sociali tradizionali: ognuno si sente responsabile per sé. Hai l’impressione di agire in uno sterminato campo vuoto, come se il mondo fosse una immensa pianura, e ti sembra di farlo senza che ci sia qualcuno che te lo ordini, te lo proibisca, senza bisogno di un governo, di una organizzazione che ti protegga. Poi, collegata all’idea di libertà, c’è l’idea che la vita sia tutta come una pianura senza il tempo, senza l’invecchiamento, senza memoria e tu ti senti libero di chiudere con ciò che non ti piace, di cacciare le persone sgradevoli o in difficoltà e di ricominciare da capo. La persona si dedica al suo corpo e resta in esercizio, va in palestra a 20 come a 70 anni ed è convinta che le esperienze che ha fatto non le lascino dei segni indelebili, delle ferite, dei ricordi, delle cesure della mente, ma neanche un patrimonio emotivo, culturale e di valori da tramandare. Talvolta ci si immagina come un disegno che puoi volontariamente cancellare e rifare diverso, a cui si può cambiare forma e aspetto.
Anche il semplice legame dell’innamoramento diventa un ostacolo alla formazione, alla ricerca di lavoro e alla carriera e si va diffondendo il convincimento che è meglio stabilire una relazione che non ti tenga imprigionato, che non impedisca altre esperienze. Questo bisogno di libertà è spesso ancora più forte nelle donne che si sentono liberate dopo millenni di schiavitù e sono terrorizzate all’idea che qualcuno le possa far tornare indietro, togliendo loro l’indipendenza economica, la libertà di scelta, la possibilità di essere autonome, far carriera, decidere per sé e non vogliono più rinunciare alla propria carriera per seguire il marito nella sua.
Il rapporto personale si riduce anche per effetto del tempo che si passa sui social. Con un clic puoi entrare in rapporto stretto con uno sconosciuto. La relazione amorosa viene continuamente minacciata dall’irrompere della libera sessualità che non ha limiti o freni ed è esaltata da ogni parte. L’amore che richiede la monogamia, l’esclusività e la fedeltà può perciò venir rapidamente incrinato e distrutto da un rapporto sessuale con un'altra persona, come il nuovo costume sociale indica come modello da seguire.
Vediamo ora gli effetti di queste trasformazioni sempre più diffuse a livello del singolo individuo. I nuovi comportamenti hanno un impatto fortissimo sulla comunità tradizionale. Sempre più spesso la famiglia composta di un insieme integrato di persone di diverse generazioni unite da legami di sangue si disgrega.
Nella società tradizionale, vivi nella tua città, il centro è il centro della tua città e la tua casa ha un valore e un significato in relazione al centro. Ma se ti sposti continuamente, il centro diventi tu e anche il significato e il valore della casa mutano. Sei già uscito concettualmente dalla civiltà stanziale e hai abbracciato un modello di vita nomadico.