Il futuro è già cominciato 4/4 – Nuovi consumi

3 Maggio 2020



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3 maggio 2020

Nuovi consumi

Dunque, quando oggi diciamo che bisogna creare nuovi posti di lavoro e si invitano gli imprenditori (e gli Stati) a fare  investimenti si dovrebbe anche dire loro dove è bene fare questi investimenti.

Che cosa si deve produrre e vendere e che infrastrutture favoriranno questo nuovo sviluppo e sulle quali quindi dovranno essere concentrati gli investimenti dei Governi? Tutti i beni e tutti servizi servono a risolvere esigenze e problemi, qualche volta tendenze o gusti.

Riferendoci a quanto abbiamo detto precedentemente, anzitutto la casa torna ad essere un settore dove si possono fare investimenti, non solo volti a adeguarla a norme, ma anche volti a creare ambienti abitativi, lavorativi e di svago divertenti, sereni. E non è il caso di ripetere quanto ridare valore alla casa, a quello che gli antichi chiamavano il focolare sia determinante anche sotto il profilo del benessere psicologico e delle relazioni familiari, creando anche le condizioni per invertire le tendenze negative per la famiglia e la natalità che abbiamo sopra ricordato. E questo senza nulla togliere al turismo.

È  questo un campo in cui sono possibili incredibili progressi degli strumenti informatici e anche continue invenzioni e innovazioni. Per ora solo sperimentali, ma che possono essere trasformati in industrie produttive che richiedono creatività e lavoro. Come esempio, sono già disponibili tecnologie per fare piccole serre verticali dentro la casa dove far crescere tutta la verdura che serve all’uso domestico.

Si pensi anche all’uso di sistemi automatizzati per la gestione dell’illuminazione, che “dosi” il livello di essa alle effettive esigenze presenti nei vari momenti, a seconda del livello di luce naturale esistente e delle concrete necessità degli utilizzatori, variabile importante sia per migliorare la qualità e il comfort, sia per conseguire obiettivi di “sostenibilità” del consumo energetico ad essa relativo. Già oggi questi obiettivi possono venire conseguiti attraverso l’utilizzo di componenti elettronici, sensori e software di controllo, che sono certamente destinati a svilupparsi.

Si pensi anche alle applicazioni dell’Internet of Things e ora anche della stampa 3D, che della rete costituiscono in qualche misura il corrispettivo nel mondo delle cose materiali: già in questi giorni la stampa 3D è stata utilizzata per “autoprodurre” valvole per respiratori di cui non si riusciva ad ottenere in tempo la fornitura, ma le sue applicazioni sono infinite e anche in questo caso è ragionevole attendersi sviluppi significativi, anche perché si tratta di una forma di produzione che non presenta economie di scala ed è quindi suscettibile di rispondere a bisogni “personalizzati” e a esperimenti di nuova creatività, senza necessità di realizzare stock col rischio dell’invenduto e con investimenti rilevanti: “piccole serie” realizzate on demand sulla base di processi di crowd funding che si rivolgano direttamente ai potenziali acquirenti (e magari operino su stimolo degli stessi) possono determinare una cambiamento epocale nei consumi, del quale riuscirà ad approfittare chi avrà più intelligenza e creatività, non solo nel realizzare novità utili, ma anche nell’interagire con il pubblico.

Un secondo e ancor più decisivo filone di prodotti da inventare e produrre, distribuire e vendere su larga scala sono quelli che hanno a che fare con la salute. La pandemia, con la scarsità di posti letto negli ospedali, ha costretto ad attivare servizi di telemedicina per curare le persone direttamente a casa. Questo significa anche fornire ai pazienti strumenti adeguati. Nelle case di oggi c’è già in genere un termometro, un apparecchio per la misurazione della pressione, talvolta della saturazione sanguigna, e in alcuni casi una bombola di ossigeno. Tutti gli ausili per le analisi delle urine. Poi vi sono apparecchiature per la misurazione della coagulazione del sangue che trasferiti a un centro ti rimandano la terapia da fare.

Ma già adesso piccole imprese specializzate,  tecnici lungimiranti hanno iniziato a produrre apparecchiature miniaturizzate trasportabili con cui possono essere svolti a casa esami che poco tempo fa potevano essere fatti solo in clinica, come la radiografia o l’elettrocardiogramma. Proprio in Italia è stato brevettato un apparecchio di facilissima installazione, non invasivo, in grado di effettuare un elettrocardiogramma in un minuto, senza bisogno di recarsi in un centro medico.

Miniaturizzeranno tutto in modo che il malato possa essere assistito con la telemedicina. Dal punto di vista della casa, come negli anni sessanta si è avuta la modernizzazione della cucina oggi dovrebbe esserci una trasformazione del bagno o locale igienico che negli ultimi tempi era stato trascurato ed era diventato sempre più piccolo; intanto facendo per questo locale dei mobili adatti, ampi dove possano essere riposte in modo ordinato tutte le cose che servono e tutto possa essere trovato con facilità e dove puoi anche mettere gli apparecchi miniaturizzati che ti possono servire e i cui esiti possono essere inviati al medico, o quelli per lo wellness e il fitness.

Ma l’invenzione e la produzione di nuovi ausili diagnostico terapeutici come un apparecchio che ti fa tutti gli esami del sangue con una goccia di sangue o con cui diagnostichi lo stato dei tuoi bronchi pigiando un tasto o ti vedi la gola infiammata è un campo sterminato di cui sente il bisogno una popolazione che è stata spaventata dalla pandemia, che invecchia e che vive in un mondo sempre più inquinato. Ma nel bagno dovrebbe anche esserci la zona per la bellezza, per la cura di sé, per il trucco.

Un paese come l’Italia che è sempre stato all’avanguardia nel gusto e nello stile ha in questo settore grandi possibilità.

Un altro settore che ha una possibilità di espansione molto grande anche in termini di assunzioni di lavoratori è quello dei servizi alla persona. Con la pandemia tutti sarebbero ricorsi alla spesa online ma  il sistema non era preparato perché solo alcuni grandi centri di distribuzione erano attrezzati e sono andati in tilt.  Ma anche fare la spesa online dovrebbe diventare un sistema molto più semplice e mediato da qualcuno che in caso di difficoltà risponde immediatamente al tuo bisogno aiutandoti a svolgere la spesa nel più breve tempo possibile, dandoti anche l a possibilità di fare gli ordini a voce.

Ma in questa situazione anche i piccoli supermercati e i negozi vicino a casa, non solo alimentari, si rendono conto che avrebbero potuto essersi già attrezzati per portarti gli ordini  a casa e se lo avessero fatto si sarebbero messi in efficiente concorrenza con Amazon cui è stato lasciato il monopolio del settore.

Non si tratta in questo caso sempre di introdurre un’innovazione, ma accorgerci che la modernità ci aveva fatto perdere i servizi alla persona e si può ora recuperare un servizio che un tempo esisteva. Il lattaio ti portava il latte, le uova, il pane sull’uscio di casa tutte le mattine e il ristorante ti portava il pranzo. La sarta veniva a domicilio e la lavanderia veniva a casa prendeva i vestiti e te li riportava.

Si è diffusa negli ultimi anni ed è divenuta dominante l’idea che ognuno debba fare da sé, come conseguenza inevitabile dell’avanzamento tecnologico. Non c’è ragione per cui non devi ricevere un servizio da un essere umano che media al tuo bisogno e non ti costringa a imparare una procedura che continua a cambiare e se sbagli si blocca e non ti fa più andare avanti.

L’informatizzazione insomma non ha prodotto solo cose positive ma si è tradotta  in una mole di lavoro di continuo apprendimento faticosissima per le persone.  Il futuro deve semplificare. Chi vuol vendere deve semplificare le cose che oggi sono difficili.

Fa parte dei servizi alla persona anche il decentramento del servizio sanitario con  la telemedicina, gli ausili diagnostici di cui abbiamo già parlato.

Già da sé la riduzione della mobilità inutile e faticosa e il ritornare a vivere nel luogo dove si abita avrà delle conseguenze anche sulla riduzione  dell’inquinamento e sul recupero di tante case e bellissimi paesi e cittadine che sono stati abbandonate, ma che messi in rete diventano centri come gli altri.

 

L’Italia, che è già un Paese-simbolo della qualità della vita, per il cibo che produce, la bellezza dei suoi paesaggi e dei suoi monumenti, il design e la moda, ma anche con le sue eccellenze tecnologiche, può diventare anche un modello vincente di questa nuova economia “decentrata”, favorita tra l’altro dal territorio e dalla struttura “reticolare” della sua antropizzazione, con una pluralità di centri minori dotati di una loro identità, che potrà e dovrà essere recuperata e valorizzata. E tutto questo nell’ambito della sua lunga tradizione democratica che va costantemente difesa e rafforzata.

 

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Alberoni Cattaneo

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