Ri-convertire significa convertire nuovamente o convertire al nuovo.
La radice etimologica conversio abbraccia il solo significato religioso di un “ritorno al culto e alla pietà di Dio”.
Significa cambiare direzione o strada. Il prefisso ri ha valore iterativo.
Lo stato nascente definito da Francesco Alberoni è una conversione, nel senso primigenio, una chiamata, una vocazione profonda, un disvelamento di ciò che era nascosto, una rivelazione di qualcosa di preesistente che imprime un nuovo corso alla vita.
Come la chiamata di San Paolo folgorato sulla via di Damasco, la più eclatante delle conversioni, che rappresenta uno stato nascente religioso.
Il giudeo Saulo era persino zelante nel suo intento di contrastare e distruggere la Chiesa di Cristo. Da acerrimo nemico e persecutore dei Cristiani, divenne fulgido esempio della potenza e della Grazia di Dio.
Dagli Atti degli Apostoli At 22,3-16
All’improvviso una gran luce dal cielo rifulse attorno a me; caddi a terra e sentii una voce che mi diceva: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?”. Risposi: “Chi sei, o Signore?”. “Io sono Gesù il Nazareno, che tu perseguiti”. Quelli che erano con me videro la luce, ma non udirono colui che mi parlava.
Investito da una luce così splendente, fulgida, accecante Saulo compì il suo cammino verso Damasco accompagnato per mano dai compagni. Il mutamento interiore era già in atto.
Restò in preghiera e senza cibo per tre giorni, il tempo necessario per rielaborare il suo passato. Il sacerdote Anania, infine, lo battezzò e gli ridiede la vista.
Paolo elaborò una nuova consapevolezza che lo guidò nella missione di evangelizzazione dell'Occidente.
Nello sviluppo delle società e delle lingue il significato di conversione e/o ri-conversione si è esteso oltre l’esperienza religiosa, andando a individuare fasi di significativo cambiamento in altri ambiti: politico, industriale (di ogni dopoguerra ad esempio) sociale e non sempre, necessariamente, è presente lo stato nascente. Andiamo ad analizzare alcuni altri significati del verbo convertire, ri-convertire.
In questi anni, sotto gli effetti della crisi pandemica molte aziende hanno dovuto ri-convertire le produzioni o alcuni rami delle produzioni.
Ad esempio, le aziende del settore della cosmesi, dalle maison ai brand di largo consumo, hanno alleggerito la produzione di rossetti, per spingere sugli ombretti e sulle creme schiarenti della pelle. Hanno introdotto la produzione di gel disinfettanti.
Le case di moda si sono già convertite alla produzione di camici per medici. Armani ne è un esempio.
La nuova tendenza nel settore moda è un forte sbilanciamento sul mercato Home. Molti brand si stanno convertendo per rivolgersi a un pubblico diverso.
Le aziende che avevano già un settore Home lo stanno potenziando.
È più facile vedere il manifesto pubblicitario di un divano che non un manifesto con una modella.
Il target di riferimento non è più quello che ha la passione per i vestiti, o l’esigenza di un capo d’alta moda per una cerimonia, ma quello che ama la casa, i tessuti per la casa, gli ornamenti, le suppellettili. La casa, luogo di rifugio ma anche di costrizione, dove dobbiamo restare, anche per lavorare: nella casa si concentrano sogni e spese.
Convertire e ri-convertire sono verbi di cambiamento intimo non necessariamente spirituale.
Si dice, ad esempio, in modo scherzoso: “Mi sono convertito allo yoga” oppure “Mi sono ricreduto e mi sono ri-convertito alla cucina mediterannea”. Ma ciò significa che è stata fatta una scelta in una direzione nuova, verso una disciplina, verso un regime alimentare, perché c’è un’adesione e una forte credenza nella potenza e nei benefici di quel cambiamento con l’intenzione di non abbandonarlo.
Tornando al concetto di stato nascente, e al significato di conversione possiamo dire che: è un vero e proprio processo di abbandono del passato per consentire una revisione delle abitudini.
È un rovesciamento della ruotine, di un ordine preesistente.
È un processo di distacco dalle precedenti regole, dai precedenti assetti. È un disassamento delle basi su cui poggiamo.
Nella conversione si vede la luce di una rinascita, di una nuova storia.
Così, il religioso, l’innamorato, lo scienziato, l’artista vivono uno stato nascente, una morte-rinascita: che è un'esperienza conoscitiva, di liberazione.
Cioè in tutti loro è maturato un sotteso processo di insoddisfazione del presente che dà genesi a una rivelazione. Intravedono quindi il significato autentico della propria vita.
Come ad esempio l’atto creativo dello scrittore.
Quando l'illuminazione del magico “se” prende forma, diventa una nuova visione, un’illuminazione che diventa storia, struttura, narrazione, romanzo, un nuovo libro, lo scrittore si è convertito a una nuova creazione.
Nel momento della visione tutto quello che ha scritto prima sembra sparire, diventa meno interessante, meno seduttivo. Lo scrittore concentra tutte le sue forze, la sua tecnica scrittoria, la sua fantasia, l’immaginazione, il suo tempo, le sue notti, nel suo nuovo testo.
E gli pare persino impossibile che possa davvero esistere un blocco dello scrittore.
Tutto fluisce e si libera in un climax di massima creatività. Vive un risveglio creativo e quasi una sorta di insuperabilità.