il mistero della passione politica

10 Settembre 2021



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L' attività politica ha sempre avuto in sé qualcosa di profondamente umano e di disumano ad un tempo.  Perché il politico è più di ogni altro in rapporto con gli uomini, conosce e manipola i loro bisogni, i loro sogni, le loro speranze, le loro avidità, le loro ambizioni, i loro odi. Ne è il padrone.

Ma, nello stesso tempo, è attraversato, ferito da tutte queste passioni che modificano in modo irreversibile il suo essere. I politici sono aperti sensibili permeabili e nello stesso tempo debbano subire uragani di critiche e di accuse.

E devono a loro volta farne, attaccare a freddo, in una continua, incessante schermaglia. Sono come dei pugili, dei gladiatori.

Che qualità deve avere un essere umano per resistere a tante pressioni morali? Può conservare la sua freschezza d' animo, la sua sincerità, il suo ottimismo, o è costretto a costruire attorno a sé una corazza di indifferenza, di cinismo in modo che niente in realtà lo tocchi? E diverse altre volte, osservando da vicino il volto dei grandi politici, sono stato colpito da una curiosa fissità per cui, anche se il loro eloquio e il gesticolare erano animati, avevo l’impressione di trovarmi davanti ad una maschera.

Hanno visto l’avidità in tutte le sue forme più ripugnanti. Sono stati circondati da gente servile e falsa che chiede favori e privilegi. Hanno visto persone insospettabili corrompere e farsi corrompere. Hanno assistito al successo di chi imbroglia ed hanno visto cadere i semplici e gli onesti. Quando hanno fatto grandi cose non hanno visto il loro merito riconosciuto.

Hanno imparato ad utilizzare e sfruttare le debolezze degli uomini, i loro vizi. Per questo, forse, in molti di loro, nei più navigati e nei più esperti, si nota una profonda sfiducia negli uomini, quasi un
disprezzo. Che cosa, allora, li spinge ad agire, a battersi? La pura smania del potere? No, non credo. C' è, nei più grandi di loro, accanto alla delusione per gli esseri umani, una misteriosa passione. Ma il loro grande amore, non è un individuo è' la collettività stessa.

Il politico è identificato con la collettività, la ama e vuol esserne riamato, la guida e nello stesso tempo se ne sente lo strumento, il servitore.

E ne ricava una energia straordinaria, un eccitamento indicibile, che lo porta a resistere ad ogni affronto, e a superare, talvolta, il confine fra il bene ed il male.

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Francesco Alberoni

Laureato in medicina, ordinario di Sociologia a Milano. Ha studiato il divismo L’elite senza potere (1963) ed è stato il fondatore della sociologia dei consumi in Europa: Consumi e società (1964). È il maggior studioso dei movimenti collettivi Movimento e istituzione (1977) e Genesi (1989), è il pioniere degli studi sull’amore: Innamoramento e amore (1979) tradotto in trenta lingue, un tema che ha continuato ad approfondire con L’amicizia (1984) l’Erotismo 1986) Ti amo (1996) Sesso e amore (2006) L’arte di amare (2012) Amore e amori (Edizioni Leima, Palermo, 2016). Con Cristina Cattaneo ha pubblicato L'universo amoroso (2017), Amore mio come sei cambiato (2019) e L'amore e il tempo (2020), Il rinnovamento del mondo. E' mancato il 14 agosto 2023.

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