La nascita della coppia

24 Febbraio 2025



Fotogramma dal film

Una coppia può sopravvivere nell'indifferenza, nell’abitudine, nell'odio, nella competizione, nell'interesse, nel dovere, persino nel dolore. Può durare per i figli, per non deludere i genitori, per la vita sociale, perchè ci si accontenta.

Ma possiamo fare luce sul percorso di formazione di una coppia unita che si ama?

Ci viene in aiuto un breve romanzo di Alberto Moravia, La provinciale. La trama è piuttosto semplice e apparentemente scontata.  Gemma vive con la madre in una cittadina di provincia, le due donne sopravvivono affittando alcune stanze della loro casa. La situazione sarebbe senza via d'uscita per Gemma, se non fosse che ogni estate viene invitata a passare le vacanze in una villa lussuosa di proprietà di un conte, insieme alle sue figlie e ai loro amici.

In questo contesto sociale molto diverso dal suo, la ragazza viene accolta con amicizia, anche se non è sullo stesso piano delle figlie del conte, ma sempre un po' in subordine. È una sorta di dama di compagnia per le due ragazze, un ruolo a cui Gemma si presta volentieri, perchè quei mesi estivi sono i più belli della sua vita vuota e perchè spera di conoscere un ragazzo che la sposi e le permetta di cambiare la sua vita.

Un pomeriggio d'estate la ragazza si addormenta in un prato. È qui che la scorge Paolo, il figlio del conte; la contempla mentre è immersa nel sonno. Gemma gli appare come una creatura nuova, diversa, e se ne innamora. Nei giorni successivi passano tutto il tempo insieme come due fidanzati, ma senza alcuna dichiarazione. Lui oscilla tra il desiderio di rivelarle i suoi sentimenti, baciarla, e il timore di rovinare tutto. Non gli sfugge che la diversa condizione economica pone la ragazza in una condizione di debolezza e prima di dichiararsi dovrebbe essere sicuro di poterla sposare.

Così finisce la stagione,  la ragazza torna a casa, i due si scrivono e lei, certa dell'affetto di Paolo, riprende la sua vita, ma questa volta la sua attesa è felice, è pregustazione di ciò cui aspirava. Per pudore, forse scaramanzia, non dice nulla alla madre, sino a quando  l'inquilino di casa, un professore di fisica, chiede la sua mano. Gemma rivela alla madre di essere impegnata  con Paolo e viene a sapere dalla madre che non potrà mai sposarlo perché è il suo fratellastro, frutto di una relazione giovanile tra sua madre e il conte. Per questo veniva sempre invitata alla villa! E ora perde tutto, la possibilità di sposare Paolo e la possibilità di tornare alla villa.

La ragazza si confronta con una brutale realtà, ma è pragmatica e quindi accetta di sposare l'inquilino di casa che non è aristocratico, ma è benestante. Inizia per Gemma una vita matrimoniale noiosa e senza amore, il marito si concentra sullo studio perchè aspira a vincere la cattedra universitaria a Roma, mentre la ragazza va a zonzo per la città

In questa condizione emotiva Gemma diventa la preda ideale di una abile sfruttatrice che dice di essere una contessa rumena. La donna la spinge tra le braccia di un altro uomo e mette la sua casa a disposizione degli amanti.

Dopo un mese l’uomo riparte, ma Gemma è ormai sotto ricatto della sfruttatrice, che si trasferisce a vivere a casa di Gemma, dove spadroneggia come se fosse lei la padrona. Questa convivenza produce un grande cambiamento nella ragazza che capisce di aver sbagliato e che il marito è un uomo per bene:  vorrebbe dimenticare il passato e ricominciare.

E infatti la situazione favorevole si presenta:  il marito vince la cattedra a Roma, e Gemma scopre di aspettare un bambino.  Ma si rende conto di non riuscire a liberarsi della sfruttatrice che vuole seguirli e minaccia di raccontare tutto al marito. E' un dilemma insolubile perchè sa che perderà l'amore e la stima del marito.

A questo punto tutto sembra perduto. Gemma ha un crollo nervoso, si avventa sulla donna ferendola e poi si sente male; rischia di perdere il bambino. Il marito viene a sapere dalla donna del tradimento e capisce che sua moglie era sotto ricatto. 

Ma eccoci al punto più importante: anche se la prima reazione dell’uomo è di rabbia, subito dopo inizia in lui un’elaborazione interiore. L'uomo inizia a riflettere su quello che è accaduto e a vederlo con chiarezza ma dal punto di vista di Gemma: che innamorata di Paolo le era stato negato quell'amore, come lo avesse sposato per delusione e quanto male le avesse fatto quella donna che lui pensava fosse un'amica. Ma si rende conto anche che lui aveva lasciato Gemma, una giovane donna traboccante di vitalità, troppo sola.

E riesce a capirla, a comprendere la sua sofferenza e a perdonarla, e vuole rimediare. Pensa in termini di coppia non come marito tradito.

Siamo alla fine del libro, poche battute, ma cruciali. Il professore scaccia la rumena in malo modo dimostrando di essersi messo con determinazione a difesa della moglie.

E decide che non si parlerà più del passato, che non si menzionerà più quello che è successo. Nella loro nuova vita a Roma nascerà per loro un rapporto nuovo. Oggi diremmo che il professore ha compreso Gemma grazie ai neuroni specchio, grazie all'intelligenza emotiva. No, o almeno non solo.  Moravia ci mostra che nell'amore non vi è solo empatia, ma riflessione e decisione che ristrutturano il campo e danno spazio all'amore. Prima erano due individui singoli che si erano sposati, uscendo dalla crisi sono diventati una coppia unita.

Un analogo percorso interiore di cambiamento avviene infatti anche in Gemma. Perchè la ragazza passa dalla totale indifferenza a scoprire che l'uomo che ha sposato è capace di vero amore e inizia ad amarlo attraverso la stima. Quest'uomo non ha colpa infatti di quello che le era accaduto e non deve vendicarsi con lui (vedi il tradimento).

Quando vede con quale determinazione lui caccia di casa la ricattatrice, realizza che quest'uomo le vuole davvero bene, che si è concentrato sulla carriera per dare anche a lei un avvenire migliore e che senza saperlo sposandolo ha fatto una scelta giusta.

E' la risposta che entrambi danno alla crisi che provoca il riconoscimento reciproco e nasce una coppia unita che si ama.

 

 

 

 

 

La provinciale di Alberto Moravia, pubblicato nel 1937 e inserito nella raccolta L’imbroglio, è diventato soggetto di un film del 1953 considerato tra i più belli di Mario Soldati, con Gina Lollobrigida e Gabriele Ferzetti.

Il racconto è tornato sugli schermi televisivi di Rai Uno nel 2006, interpretato da Sabrina Ferilli per la regia di Pasquale Pozzessere, in una rivisitazione che a mio avviso meno felice.

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Cristina Cattaneo Beretta

Cristina Cattaneo Beretta (ha aggiunto il nome della mamma al suo) (email) Laureata in filosofia ed in psicologia a Pavia, psicoterapeuta, dottore di ricerca in filosofia delle scienze sociali e comunicazione simbolica, ha condotto studi sul linguaggio simbolico e il suo uso terapeutico (Cristina Cattaneo Il pozzo e la luna ed Aracne). Studia le esperienze di rinnovamento creativo e i processi amorosi, approfondendo in particolare il tema della dipendenza affettiva. Ha pubblicato con Francesco Alberoni: L’universo amoroso (Milano, 2017 ed. Jouvence), Amore mio come sei cambiato (2019 Milano, ed. Piemme Mondadori), L'amore e il tempo (la nave di Teseo 2020), 1989-2019 Il rinnovamento del mondo (La nave di teseo, 2021)

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