Nudo e arte
Sono mille le forme dell’erotismo, ed ogni società ne ha create di specifiche. Nel nostro Medioevo questa dimensione era quasi scomparsa o comunque non si è manifestata nella pittura e nella scultura. Ricompare col Rinascimento e per vincere le proibizioni cristiane medioevali si rifà alla mitologia pagana, dove dei e dee vengono rappresentati nudi o seminudi in comportamenti seduttivi o apertamente erotici.
Ma mentre il mondo greco dava valore soprattutto al corpo maschile dell’eroe o dell’atleta, il Rinascimento italiano scopre invece il corpo femminile e ce lo offre per la prima volta nudo, languido, solo o in compagnia di altre figure mitologiche in scene erotiche. Però il fuoco di questi quadri, pensiamo a Tiziano, è la donna nuda. Di solito una Venere mollemente coricata sul letto o su un prato, altre volte anziché Venere è Danae, Artemide, Europa. O sono rappresentate con i loro amanti: Giove, Atteone, Adone etc. Sono stati questi quadri ad introdurre l’erotismo nel mondo cristiano violando il tabù sessuale del medioevo e lo hanno fatto portando in primo piano il nudo di donna.
A partire da quel periodo il nudo femminile diventerà un tema obbligato della pittura, verrà insegnato nelle accademie, e nel quadro costituirà il centro dell’erotismo visivo, ciò che dà il tono erotico ai quadri. In queste opere il corpo nudo della donna si presenta sempre come offerta alla contemplazione estetica e come oggetto del desiderio. Come offerta erotica ed invito ad amare, possedere, e vivere una beatitudine amorosa. È cosi che, nato come divinità pagana, il corpo femminile erotico è entrato nella cultura moderna e vi è rimasto fino ad oggi. Lo vediamo percorrendo la storia da Rubens, Poussin, Manet, Modigliani, Renoir per arrivare fino alla pornografia moderna.
Il nudo femminile e la danza
Ancora oggi, sebbene esibito continuamente, il corpo femminile nudo è già di per se stesso un forte richiamo erotico per il maschio. Egli ne è istintivamente attratto e il suo sguardo si volta a guardarlo e cerca istintivamente il seno, i glutei, la vulva. Il corpo femminile nudo costituisce oggi un ingrediente indispensabile per qualsiasi locale di divertimento, per qualsiasi spettacolo frequentato da maschi. Pensiamo alle ragazze che ballano sui cubi, a quelle che si avvolgono ad un palo, che danzano sui tavoli, che abbracciano i clienti.
Osservando il corpo nudo femminile il maschio prova una attrazione che è potenziata dalla musica, dalla gestualità sessuale della danza. È soprattutto la danza che lo trasfigura e produce nel maschio una vera e propria ebbrezza dionisiaca. Quando la donna balla da sola per esprimere se stessa, sprigiona la femminilità e un erotismo incantato. È forse la dimensione più naturale, più vitale, più erotica del ballo, in cui la donna si lascia permeare dalla musica lasciando che il suo corpo esprima ogni emozione, ogni vibrazione, ogni sogno. E questa espressione di sé e dei suoi desideri diventa ancora più intensa e sublime quando danza per l’uomo che le piace, per l’uomo che ama.
Non c’è piacere più grande per un uomo che vedere la donna amata che danza nuda completamente assorbita dalla musica. Allora il suo corpo, che è per lui sempre eccitante, sempre desiderato, diventa incantato, divino. Per la donna, è come se lo sguardo dell’amato le restituisse qualcosa del mondo sacro quando, sacerdotessa nuda, danzava nel tempio per il dio. Per l’uomo è un’esperienza unica, perché la vede trasfigurata e viene sollevato nel divino.