Bauman e Alberoni: l’innamoramento

2 Novembre 2025



Due anziani signori durante conferenze diverse

Per alcuni decenni Francesco Alberoni è stato l’unico studioso a continuare a scrivere sull’amore e sull’innamoramento trattandoli come processi fondamentali e centrali nella nostra vita, sia personale che collettiva. La sua teoria dell’innamoramento, parte integrante della teoria dei movimenti, è stata ignorata dalla vulgata generale e soprattutto dagli psicologi e dai sociologi, ma mai falsificata. Eppure Alberoni ha continuato a scrivere e pubblicare libri continuando a sviluppare la sua ricerca e a cercare per suo conto di falsificare la tua teoria e a cercare di comprendere come stava cambiando il mondo delle relazioni. Per molti anni ha continuato inoltre a tenere una rubrica, molto letta e apprezzata dalla gente comune, su un giornale femminile. Nel mondo della psicologia e della cultura, si può dire vi fosse — e vi sia ancora — un certo vuoto, anche se va notato che alcuni intellettuali, da Recalcati, Galimberti, a Zecchi, stanno tornando a parlare dell’amore seguendo le sue orme, a riparlare dell'importanza dell'affettività e della forza del sentimento amoroso.

Siamo tuttavia in un’epoca ancora dominata dallo scientismo, che ha portato ad accettare acriticamente l’idea che l’innamoramento sia l’esito di una spinta ormonale: questa sarebbe la vera causa dello scombussolamento provato durante l’innamoramento (quando ci troviamo di colpo a vedere la nostra vita come qualcosa che non ci appartiene più, che diventa passato e siamo richiamati verso una meta nuova e tutta da inventare), e spiegherebbe anche perché esso finisca in un tempo già previsto.

Sul perché ci innamoriamo proprio di quella persona, gli scienziati sembrano ancora concordi nell’affermare — ma non nel dimostrare — che si tratti della migliore con cui riprodursi. E noi, suoi cavalieri, non possiamo sottrarci al potente richiamo della natura che ci vuole far riprodurre. Eppure, questa teoria non regge di fronte all’innamoramento infantile e a quello molto anziano: sappiamo tutti che esistono forme anche molto intense di innamoramento in età precoci, addirittura prescolare, così come innamoramenti profondi a 85 o 90 anni. In entrambi i casi, è difficile invocare la spinta ormonale alla riproduzione.

In campo sociologico, invece, negli ultimi trent’anni si è diffusa la tendenza a descrivere l’amore come un fenomeno divenuto liquido, a causa di un cedimento strutturale ben descritto da Bauman. Nella sua analisi, Bauman delineava un cambiamento storico epocale, nel quale l’amore continuava a esistere pur incarnandosi in relazioni sempre diverse, a seconda del bisogno o dell’interesse del momento — diventati mutevoli — per cui si poteva pur sempre chiamare “amore”, anche se distribuito su oggetti differenti. L’amore liquido non segnava la fine della fascinazione o dell’innamoramento, ma la fine della sua evoluzione in istituzione. Bauman, infatti, non parlava dell’innamoramento — che anzi poteva vedere anche più intenso che in passato — ma osservava come non sfociasse più nell’amore, poiché nella società liquida non poteva nascere nulla di durevole.

E, se ci si fa caso, come con l’aprirsi dell’epoca della globalizzazione Alberoni fu messo in cantina — perché si doveva andare verso una società che non si basasse più sulla coppia ma sull’individuo singolo molto più facilmente sradicabile e gestibile  — oggi Bauman sta subendo la stessa sorte. Non viene più citato, dopo essere stato onnipresente lungo tutto il trentennio della globalizzazione. Perché non rappresenta più il nostro presente. Dobbiamo quindi interrogarci e lo faremo in un prossimo articolo, cosa ne è dell'amore oggi.

Visivamente possiamo rappresentarci la teoria dello stato nascente di Alberoni facendolo interagire con uno dei costrutti cardine della terapia della Gestalt: dallo sfondo un elemento investito energicamente sale in figura, come una montagna si forma spinta dalle forze del sottosuolo dando forma a un vulcano e quando il magma si solidifica la montagna diventa l’elemento che caratterizza un nuovo paesaggio che prima non c'era, che si è formato da materiale incandescente ma ora si è solidificato. Quello che c'era prima, che chiamiamo il passato, non è più rintracciabile.

Potremmo dire che oggi in molti casi, lo slancio dell’innamoramento non riesce a dar forma alla sua montagna, non riesce a stagliarsi in primo piano, a divenire l’emento in figura. Sul palcoscenico le vicende restano frammentate senza raccontare una vera storia, né protagonisti: forse solo sequenze interrotte. L’amore, non prende la scena delle nostre vite. Si tratta di un cambiamento che può apparire piccolo, ma di portata molto grande.

Invece la metafora di Bauman che ci presenta la società, una società che aveva raggiunto un alto grado di strutturazione, liquefarsi, ci mostra una tendenza contraria, tipica della proprietà dell'acqua di scendere verso il basso, fluendo nel sottosuolo. Le spinte pulsionali invece di farci salire, costruire, ci rendono più deboli e fragili. Bisogna anche ricordare che, nella stessa epoca, indipendentemente dalle opinioni politiche, tutti i sociologi arrivavano alla stessa critica sociale, da Baudrillard, a Todd, a Magli.

Ma, tornando a Bauman, c’è una ulteriore di differenza con Alberoni. Bauman aveva un approccio descrittivo: non considerava l’amore qualcosa di distinto dalla società, ma un’esperienza che si conformava all’andamento sociale. Alberoni, invece, aveva elaborato una teoria per spiegare la formazione dei movimenti e come questi portino alla costruzione delle istituzioni e delle civilizzazioni. Spiegava che la più piccola cellula di movimento è proprio l’innamoramento. Alberoni aveva messo al centro le esperienze di rottura e rinascita. Questo lo portava ad andare oltre la situazione corrente in quanto considerava l'amore una forza universale, sempre pronta a ricomparire appena le condizioni lo consentano. Un'immagine di "amore-vita".

La teoria di Alberoni è l’unica che dia conto del rapporto tra le forze che si mettono in moto negli individui quando si innamorano e quelle che si attivano collettivamente nella formazione dei movimenti, attraverso cui si creano nuove istituzioni. Per questo siamo in un tempo storico in cui la riscoperta di Alberoni è cruciale: le forze che lui ha descritto in Movimento e istituzione esistono, e mai come ora serve all’umanità una direzione costruttiva — e non distruttiva — di queste forze, come purtroppo è già avvenuto in passato. L’umanità, per opporsi all’entropia, non ha altra possibilità se non quella di cercare di costruire e far durare ciò che è buono, superando la totale concentrazione sul tempo presente e tornando a fare i conti con il tempo che ci spinge a dare una forma alla nostra esistenza, a realizzare, a costruire.

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Cristina Cattaneo Beretta

Cristina Cattaneo Beretta (ha aggiunto il nome della mamma al suo) (email) Laureata in filosofia ed in psicologia a Pavia, psicoterapeuta, dottore di ricerca in filosofia delle scienze sociali e comunicazione simbolica, ha condotto studi sul linguaggio simbolico e il suo uso terapeutico (Cristina Cattaneo Il pozzo e la luna ed Aracne). Studia le esperienze di rinnovamento creativo e i processi amorosi, approfondendo in particolare il tema della dipendenza affettiva. Ha pubblicato con Francesco Alberoni: L’universo amoroso (Milano, 2017 ed. Jouvence), Amore mio come sei cambiato (2019 Milano, ed. Piemme Mondadori), L'amore e il tempo (la nave di Teseo 2020), 1989-2019 Il rinnovamento del mondo (La nave di teseo, 2021)

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