“Marco Rizzo. Una biografia di periferia,” titolo dell’ultimo libro intervista, a cura di Enrico Maria Casini, si proietta come un film, con le testimonianze dei molteplici personaggi dello stesso protagonista, sempre coerenti espressioni di una identità granitica socio-familiare e incredibilmente adeguati o addirittura anticipatori dei cambiamenti alla massima velocita di accelerazione storica mondiale tra i due secoli. All’Alba del Terzo Millennio, l’associazione che con Il Rotary Club Roma Aniene ha organizzato l’originale presentazione dalla voce di Marco Rizzo, assistito più che intervistato, dal grande amico giornalista Andrea Pancani.
Sara Iannone, vice Presidente del Club, intelligenza di grande cultura ed esperienza storica istituzionale, presenta Marco Rizzo che riesce a trasmettere la complessità delle radicali trasformazioni, in maniera essenziale e senza maschere, nominando chiaramente i processi che ci hanno destabilizzato, ottenendo consensi e attivando dibattiti partecipati a tutti i livelli, trasversalmente in tanti schieramenti politici anche contrastanti.
I racconti narrati del ragazzo ribelle riferimento della tifoseria del Torino, con voce vibrante, scorrono la nostra storia, dal battiscopa correttivo, al bacio impresso da adolescente con una giovanissima sconosciuta manifestante rivelatasi poi Alba Parietti, si intrecciano con la storia delle ideologie, della incosciente violenza giovanile contrapposta, che serviva solo al rigido controllo sociale.
Da Marco il biondo, al giovane comunista ribelle all’apparato e alla distruzione simbolica del simbolo del partito, finito nella Quercia e poi nell’Ulivo, per mascherare il dominio della nuova classe dirigente che esprimeva dallo spirito del 68 solo una domanda di potere, da D’Alema a Damiano, Bertinotti, in accordo con i Prodi, i rottamatori della quarta potenza mondiale che in un decennio finirà al ventitreesimo posto. Grazie al ruolo dell’Unione Europea, considerata come un santino e che ha sostenuto tutte le contraddizioni possibili, a favore dei pochi potenti che hanno distrutto tutti i diritti sociali del popolo schiacciato.
L’ossatura del ceto medio che costituiva la ricchezza economica, professionale dell’Italia, è stata distrutta, proletarizzata. È a questo ex ceto, in dissipazione socioeconomica, che si rivolge Rizzo. Scomparsa la classe operaia, fatto fuori anche il ceto medio distrutto dall’euro e politiche successive, rimane il popolo in sopravvivenza senza diritti, con l’uso da parte della sinistra dell’immigrazione selvaggia per tagliare paghe, costo del lavoro, diritti.
La maggioranza della politica unita dai diktat della finanza, liberismo selvaggio. Le scuole del sostegno della domanda di John Maynard Keynes, i principi della responsabilità sociale dell’impresa, il sostegno della moneta, tutto rottamato. E le banche hanno fatto quasi 140 miliardi di euro di profitti negli ultimi tre anni per concederne cinque alla legge Finanziaria, L’Europa una maschera di cui rimarrà al 10 posto solo la Germania, che cancella lo Stato sociale per comprare armi e fare una guerra che una parte occulta dei poteri americani vogliono. Far capitolare la Russia con i cadaveri degli europei. Un antico disegno kissingeriano che la “colonia” italiana dal dopoguerra dovrebbe pagare anche con il sangue. La stessa Vice Presidente della Commissione Europea Kallas, aveva dimenticato che nella liberazione dai nazisti la Russia ha avuto un ruolo determinante. Stanno cadendo tutte le convinzioni fondate su pregiudizi, il Re è nudo.
Ma la maggioranza degli italiani è infelice e arrabbiata, ma vaga senza percezioni solide, perché il tradimento della società italiana sovrana, storico, a tutti i livelli, è un paradigma troppo doloroso e difficile da ricollegare nella sua interezza e complessità. Da poco sappiamo che i fautori del compromesso storico, contro la cultura del nemico inconciliabile, USA-URSS, sono stati eliminati su ordine Kissingeriano che nel 1973 minacciò Moro che la avrebbe pagata molto cara se avesse aperto ai comunisti. E sulla fine dello stesso Berlinguer, mai sopportato dai poteri russi, non sono state fatte indagini adeguate, dopo l’attentato scampato in Bulgaria. Il terrorismo degli Stati, la manovalanza estremista o mafiosa usata come colpevole finale, la dissipazione della sovranità popolare e culturale italiana, la distruzione della forma azienda smembrata dai mega manager strapagati, come la Fiat che ha parassitato bilanci dello Stato come sussidio, la globalizzazione che è servita ad annullare le identità nazionali ed instaurare canali, strumenti, obblighi, controlli e patologie, che in nome degli slogan della salvaguardia di madre Terra, della fratellanza dei popoli, il rispetto della cultura della diversità, hanno aperto la strada a nuovi tradimenti degli stessi organismi internazionali.
Marco Rizzo, definito anche da fascisti veterani, “l’unico comunista simpatico o intelligente”, richiama un’unione tra ceto medio impoverito e classi lavoratrici tutte, contro le élite che giocano con l’Italia come paese commissariato. Fermare ogni disgraziata azione di guerra, sì alla naja breve di sei mesi per consolidare l’ identità dei giovani in senso civile e non da mercenari della guerra.
Con la passione e determinazione di Charles De Galle, il cuore della politica al popolo di Antonio Gramsci un grande intellettuale di cultura e valori universali, osteggiato dagli stalinisti comunisti. E il padre, per tutti i sacrifici che ha fatto, spiato anche sotto la porta del gabinetto dal caporeparto, che ha subito senza lamentarsi, pensando sempre a come organizzarsi politicamente.






