Il bacio è una “conversazione presuntuosa”

20 Settembre 2019



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Il bacio completa, suggella il desiderio, gratifica la relazione, dà un senso di appagamento.

Neanche stanotte la luna piena.

Ne manca una parte.

Il tuo bacio.

Inizia così la poesia Erotica, dalla raccolta Corpo Nudo di Ghiannis Ritsos (uno dei più grandi poeti greci del ventesimo secolo); inizia sancendo la pienezza, la rotondità, la finitezza persino della luna con quella parte mancante: il bacio appassionato della sua amata.

Il bacio: uno degli strumenti più potenti che abbiamo per connetterci con il nostro partner, sia in un’intensa amicizia erotica che in un amore bilaterale.

Comunica l’emotività contingente e sa distinguere situazioni e condizioni, dalla tenerezza, alla gioia, dall’amore, alla passione.

Il bacio ha l’importante funzione di avvicinare non solo fisicamente, per oggettivi motivi, ma anche e soprattutto intimamente. Con il bacio si abbattono le barriere fisiche e si entra nella sfera dell’intimità. Questo perché il bacio ci coinvolge, ci emoziona. Nel bacio c’è scoperta, c’è ricerca del partner, c’è attesa. Una bocca che brama un bacio è poesia.

È come un becco affamato che aspetta di essere nutrito.

Non avevo da aggiungere

altro verso,

altra parola.

Nel tuo corpo vivevo

tutta la poesia.

Un atto sessuale consumato senza baci appassionati è pura meccanica del sesso, un atto sessuale consumato tra baci appassionati è alchimia della passione.

Baciare è arte, è cultura, per gli eschimesi l’intrigo sta nel bacio olfattivo, per noi deve impegnare simultaneamente, le labbra, la bocca, la lingua, in un continuo accarezzamento. In un continuo scambio.

In ogni caso è stimolante per la mente.

Baciare ci fa stare bene, le molecole del benessere entrano in circolo in una concertazione elettrizzante, funzionale alla passione.

Circoli nel mio sangue,

mi riempi il corpo.

Contengo il mondo.

Il cuore pulsa, sembra che debba esplodere, le guance si arrossano, il respiro si fa più denso. L’ossitocina, la dopamina si mischiano in una miscela propulsiva. Più baci, più baceresti.

Il bacio annulla i contorni. Crea un’illusione spaziotemporale che trasporta in un’altra dimensione, a occhi chiusi, sognanti.

Ferma gli istanti, e tutto l’universo resta fuori da quel bisillabo labiale. Mentre elaboriamo e ci scambiamo sensazioni nuove: emozionalità, feromoni, sapori, vibrazioni vocali, il bacio ha la capacità di stimolare i nostri neuroni.

Suonano alla porta.

Suona il telefono.

Niente.

Non ci siamo.

Noi due insieme

non ci siamo.

E il primo bacio, non sono quello dato in assoluto per la prima volta in vita nostra, ma il primo bacio in una nuova relazione, resta impresso nella memoria, proprio perché si porta dietro una codifica di informazioni di “novità”, utilissime per comprendere il partner.

Come chiarisce il Professor Alberoni nel suo libro L’erotismo: Dal modo di baciare la donna esperta capisce il carattere dell’uomo. Da particolari insignificanti. Per esempio, capisce se il gioco della vita vuol condurlo lui, oppure se è disposto a cederlo a lei.

Il primo bacio può essere inaspettato, o atteso, per come si dice: già nell’aria, e difficilmente sarà dimenticato.

Può essere convincente o deludente. Può essere il primo e l’ultimo insieme. Può farci sentire alati, senza più peso, persino magati, può disorientarci e darci i brividi.

Come mi sollevano in alto

i tuoi baci.

Mi perdo.

Tienimi.

Il bacio è una conversazione “presuntuosa” (deve vivere nell’esclusività dell’attimo, come fosse un atto unico e irripetibile) ha la facoltà delle tortore o delle allodole, di essere amore, o essere inganno. E può essere crudele, come il più straziante dei baci, l’ultimo, quello negato.

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Luisella Pescatori

È direttore artistico e della didattica di Atelier la sua agenzia letteraria di Milano. Si occupa di editoria, di comunicazione e di rappresentanza di autori. Professionalmente si forma in Teatro, recitando in diverse compagnie di giro, in spot pubblicitari, in produzioni cine-televisive. Il Teatro è oggi uno dei plus delle sue docenze, esclusivamente individuali, di scrittura creativa. Ha lavorato per diversi anni in un’importante web agency milanese. È coautrice de “La profezia delle triglie” testo adottato come materia di studio al corso “Sociologia della devianza” Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali Università della Calabria. Scrive su Huffpost.

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