Quando in una società o in un sistema sociale e politico interconnesso giocano numerosi giocatori tutti potenti e tutti autonomi può esserci uno straordinario sviluppo tecnico, scientifico, artistico, culturale ma aumenta la sua instabilità. A una mossa dei giocatori seguono contromosse degli altri che ricostituiscono l’equilibrio seppure in modo provvisorio. È quanto è accaduto in Italia fra il 1450 e il 1527. Forse, se non fossero intervenuti fattori esterni, come la scoperta dell’America e l’intervento della Francia, l’equilibrio poteva essere conservato con il ruolo del papato come monarchia universale. Però non poteva essere conservato in Europa dove proprio il papato veniva osteggiato con la riforma di Lutero.
La riforma di Lutero è stata un movimento collettivo religioso che ha conquistato tutto il nord dell’Europa, ha spezzato inesorabilmente il potere dei papi. Ma perchè il movimento, anziché restare circoscritto o riassorbibile come gli ordini mendicanti, è dilagato? Perché la gerarchia cattolica si era troppo allontanata dai suoi valori ispiratori e veniva considerata una predatrice dalle nuove classi emergenti europee.
Il risultato è stato il crollo improvviso e irreparabile dell’equilibrio italiano e con esso della fioritura rinascimentale.
Crollo di schianto dal potere al nulla, dalla grande arte alla banalità, dalla ricchezza alla povertà, dall’arroganza al servilismo. E questa impronta è rimasta al paese per secoli.
Il crollo improvviso e irreparabile non è dovuto solo alla sconfitta militare ma alla perdita di fiducia in se stessi, alla scomparsa delle idee nuove, nella mancanza di un programma da realizzare. In questo vuoto il sistema si disfa e un nuovo equilibrio viene raggiunto soltanto ad un più basso livello energetico, tutto diventa macerie frammenti, sabbia. Prima era tutto imprevedibile ora è tutto prevedibile e immobile.
Un fenomeno analogo è avvenuto secoli dopo in Europa. Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo l’Europa era politicamente padrona del mondo, governata da monarchie imparentate fra di loro, aveva un vertiginoso progresso scientifico tecnico, strettissimi rapporti culturali in tutti i campi. Ricchezza, lusso, eleganza ma anche fermenti ideologici rivoluzionari, armamenti crescenti. Un sistema in cui non era possibile prevedere cosa avrebbe fatto l’altro o cosa sarebbe successo nel campo tecnico scientifico. Un grado di imprevedibilità tanto elevato che qualsiasi squilibrio improvviso metteva in crisi l’intero sistema che, infatti, è crollato istantaneamente con il colpo di pistola di Sarajevo e si è assestato nella la grande guerra. Si è cosi passati in pochi giorni dal ballo Excelsior al fango delle trincee, dall’abbigliamento della bella Otero al grigio verde delle divise militari. Prima tutti diversi, ora tutti uguali.
Dopo il crollo del sistema con la guerra, le vecchie formazioni politiche ne sono uscite ridefinite trasformate e sul piano politico sociale interno molte di loro sono state riordinate attraverso la militarizzazione: quasi un prolungamento dell’ordine sociale della guerra. Così hanno fatto l’ Unione sovietica, la Germania nazista e l’Italia fascista imitate poi da Cina e Giappone.
Anche la ciclopica trasformazione avvenuta nel trentennio 1989-2019 è avvenuta in due fasi. La prima di apertura dei mercati, la vertiginosa globalizzazione economica con la straordinaria rivoluzione informatica che porta ad un annullamento dei confini, delle identità nazionali e locali, la creazione di un immenso mercato che annulla le differenze culturali generando la standardizzazione.
Il mondo viene preso come da una follia di sviluppo e si diffonde un sogno di uguaglianza e di libertà illimitata mentre in realtà si affermano poche supernazioni come gli USA, la Russia, la Cina e l’India e gli smisurati monopoli sovranazionali come Apple, Google, Facebook Amazon. Il sistema economico politico sociale lavorativo occidentale ne risulta sconvolto: si sbriciolano le istituzioni, pubbliche e private, vengono messi in crisi valori millenari e dilaga l’eccesso e il disordine anche nella famiglia nel campo delle relazioni emotive. Tutto questo processo di sviluppo sfrenato e di capriccioso potere in cui ciascuno fa ciò che vuole, si blocca improvvisamente nel 2019, con l’arrivo del Covid. È un brusco risveglio. Un urto con la realtà a cui seguirà una fase di differenziazione, di ritorno dell’ordine, dei confini, delle istituzioni e la costruzione di un nuovo ordine mondiale. Anche qui come nel caso precedente della guerra mondiale possiamo domandarci cosa resterà del processo di cambiamento? Non certo la militarizzazione ma forse un maggior rispetto per la scienza e per chi è realmente competente anche da parte dei politici. Poi un aumento del ruolo dello stato tanto come imperium che come auxilium cura, aiuto, sostegno. Dopo la fase di disordine e caos comunicativo aumenterà il bisogno di semplicità e chiarezza in tutti rapporti pubblici e privati e questo processo di semplificazione sarà possibile con uso corretto della l’intelligenza artificiale su cui tutti, stanno investendo. Ci si è già resi conto che l’attuale organizzazione del lavoro opprime il lavoratore lo costringe a lunghi percorsi da pendolare, lo carica di lavoro e di tasse, di fatto impedisce la nascita e l’allevamento di figli ed espone giovani ed anziani alla disoccupazione. E un sistema che deve essere ricostruito con intelligenza e a tutti i livelli.
Bibliografia: Il rinnovamento del mondo, La nave di Teseo.