La cultura e la politica

4 Giugno 2023



La cultura e la politica
La cultura e la politica

C'eravamo così abituati all’idea che in Italia la cultura fosse prevalentemente di sinistra, da darlo per scontato. E qualcuno pensava che la coincidenza della sinistra  con la cultura non valesse solo per l’Italia ma per tutto il mondo: gli Usa, l’Inghilterra, la Francia.  Ed erano tutti pronti a elencare studiosi, filosofi, scienziati, poeti, pittori, mostrando che erano di sinistra: ma in realtà non è così.

La cultura politicamente di sinistra o di destra varia molto da caso a caso, da paese a paese. L’illuminismo non è mai stato considerato un movimento di sinistra e anche i patrioti americani che hanno liberato il loro paese creando la Repubblica degli USA, non erano personaggi di carattere radicale, rivoluzionario, di sinistra. Erano in buona parte borghesi agiati, benestanti, ricchi. Alcuni di loro con ampie proprietà e con schiavi, come Jefferson (vedi la  sua proprietà di Monticello).  Durante le rivoluzioni quasi tutti i leader rivoluzionari non venivano dalle classi più povere, ma da quelle agiate; lo erano i figli dei rivoluzionari russi dell’Ottocento, e quelli del primo Novecento.

La divisione destra sinistra si è imposta solo nel ventesimo secolo con la rivoluzione russa come opposizione politica espressione della lotta di classe. È il pensiero di Marx che separa e contrappone il proletariato da un lato e la borghesia dall’altro. L’impronta di Marx si stampa su tutto il ventesimo secolo. Per cui se i comunisti si collocano a sinistra, i fascisti si collocheranno a destra.

Il dopoguerra italiano

Nel Dopoguerra italiano il partito egemone era la Democrazia Cristiana a cui si affiancavano Liberali, Repubblicani, Monarchici e a nessuno negli anni Cinquanta sarebbe venuto in mente che la cultura italiana fosse di sinistra. Ed è in quegli anni che Togliatti sulla rivista «Rinascita» abbracciò la strategia di Gramsci e indicò la via da seguire:  dal momento che non potevano andare al governo, avrebbero seguito un programma a lungo termine, una lunga marcia nelle istituzioni.

Togliatti pensava che il partito dovesse fare in modo di ottenere il maggior numero possibile di cariche ai vertici. di tutte le organizzazioni italiane Si dovevano avere in ogni settore e per ogni materia scrittori, ricercatori, docenti universitari, ma anche insegnanti di scuola superiore, magistrati...con le competenze adeguate e si doveva fare in modo che potessero diventare la struttura della classe dirigente.

Questo obiettivo doveva in particolare essere realizzato per la cultura. Per molti motivi. Primo, perché la cultura era un ambito non particolarmente ricco e dunque era più facile accadervi (la Democrazia Cristiana era più interessata allo sviluppo economico e imprenditoriale). Ma soprattutto perché Togliatti aveva ben chiaro in mente che la cultura è un volano ideologico. Diventava importante  accedere all’Accademia d’Italia, ai giornali più importanti, alle case editrici ai musei, alle biblioteche, alle facoltà universitarie, particolarmente a quelle umanistiche. Ma era importante anche curare in modo particolare i rapporti con gli uomini di cultura. Trattarli bene, invitarli agli incontri, presentare i loro libri, pubblicare i loro articoli. Senza chiedere di schierarsi apertamente, senza chiedere di iscriversi al partito, ma creando un campo vasto di simpatizzanti, uno sfondo in cui qualunque intellettuale moderato si sentisse accolto, valorizzato e aiutato a proseguire nei suoi studi.  Un mare in cui c'era acqua per nuotare. Bisogna ricordare che la cultura in Italia è prevalentemente pubblica ed ha un’importanza cruciale rispetto ad altri paesi.

Possiamo dire che questa marcia è nel tempo riuscita e in certe fasi di cambiamento si è riunita ad altre forze del paese; pensiamo a sacerdoti come don Milani o don Mazzi come anche alle correnti di sinistra della Democrazia Cristiana. Quando negli anni Ottanta lo stesso percorso è stato tentato dai socialisti, non riuscì. L’opposizione dei comunisti fu spietata  e in seguito  Mani Pulite spazzò via cinque partiti.

Negli anni seguenti la corrente di sinistra della democrazia cristiana sarebbe confluita nel Partito Democratico. Quindi possiamo concludere che  il lavoro di Togliatti, in parte, ha dato i suoi frutti insegnandoci che il consolidamento nel campo culturale richiede moltissimo tempo, grande investimento e una grande lungimiranza.

 

 

 

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Cristina Cattaneo Beretta

Cristina Cattaneo Beretta (ha aggiunto il nome della mamma al suo) (email) Laureata in filosofia ed in psicologia a Pavia, psicoterapeuta, dottore di ricerca in filosofia delle scienze sociali e comunicazione simbolica, ha condotto studi sul linguaggio simbolico e il suo uso terapeutico (Cristina Cattaneo Il pozzo e la luna ed Aracne). Studia le esperienze di rinnovamento creativo e i processi amorosi, approfondendo in particolare il tema della dipendenza affettiva. Ha pubblicato con Francesco Alberoni: L’universo amoroso (Milano, 2017 ed. Jouvence), Amore mi come sei cambiato (2019 Milano, ed. Piemme Mondadori), L'amore e il tempo (Aracne 2020).

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