I movimenti collettivi e la gestione del potere

19 Settembre 2020



I movimenti collettivi e la gestione del potere
I movimenti collettivi e la gestione del potere

Movimento collettivo

 Il movimento collettivo non è qualsiasi cosa agisca sulla scena politica , ma una formazione molto precisa. Essa è stata studiata e  ripresa da  Francesco Alberoni recentemente in questa rivista nell’articolo Democrazia 

Egli spiega che i  movimenti collettivi hanno tutti, nella loro fase iniziale, la stessa struttura: nascono da un processo chiamato stato nascente caratterizzato da un’immensa energia ed entusiasmo trasformativo (insoddisfazione per il presente, rabbia sovraccarico depressivo per come si è schiacciati) che di colpo si tramutano in speranza, sogno di libertà , forza propulsiva.

Le persone che ne fanno parte si sentono tutte affratellate, appartenenti a uno stesso insieme, volto a cambiare l’ordine esistente e a instaurarne uno migliore, più giusto, più libero.

I movimenti danno origine a un linguaggio proprio, a inni, canti, parole che assumono significati particolari e soprattutto sono uniti dalla fede di trasformare il mondo, hanno una visione chiara e lottano per realizzarla. La loro vita è al servizio del movimento.

Nei sistemi politici si pone sempre una questione cruciale, che è la gestione del potere.

I poteri totalitari

Una è la via scelta dai  sistemi autoritari dove  tutti i poteri sono concentrati in una persona sola o nel partito.

Il potere totalitario non si lascia mettere in discussione dai movimenti, elimina  al primo nascere tutti i suoi rappresentanti. Ripensiamo a come è stato soffocato il movimento giovanile nella piazza di Tienanmen e a come il potere non abbia ritenuto di doversi giustificare in alcun modo.

Ma Tienammen è stato inutile? No

Forse in pochi hanno messo in relazione come proprio dopo quell’evento la Cina sia profondamente cambiata. Il potere ha incorporato molte istanze di richiesta di libertà, di occidentalizzazione espresse dal movimento dei giovani che avevano manifestato. Solo che non l’ha lasciato fare a loro.

Oggi i cinesi sono liberi di viaggiare e spostarsi come vogliono e la Cina ha abbracciato un capitalismo imprenditoriale espansivo e  appoggia chiunque voglia fare affari e arricchirsi. Il potere viene sempre tenuto saldamente nelle mani del partito, ma in modi del tutto nuovi e meno visibili.

Il movimento è stato soffocato nel sangue e la sua linfa vitale è stata utilizzata per il nuovo strabiliante corso di cinocapitalismo.

Stabilità e cambiamento nelle democrazie

 Nelle democrazie occidentali il problema della relazione tra il mantenimento del potere e le istanze di cambiamento si pone in modo più aperto e conflittuale.

Come avviene il cambiamento? Sempre attraverso la nascita di forze che a rischio della loro vita dei loro interessi della loro carriera irrompono sulla scena portando una nuova visione della società e della vita. i  movimenti collettivi.

I grillini

I grillini sono un vero esempio di  movimento collettivo. Ora sono al potere e stanno perdendo quasi tutte le caratteristiche del movimento: stanno diventando istituzione.

Il movimento ha sempre un capo o più capi carismatici la cui influenza sul gruppo è fortissima. I grillini avevano Casaleggio padre che , introverso, si era trovato un comico carismatico come Grillo che sapeva parlare alle folle. Hanno scritto libri in cui hanno teorizzato la fine della democrazia rappresentativa, la fine dei partiti, la fine della glassia gutemberg, hanno predetto la gestione del potere attraverso internet. Hanno creato la piattaforma Rousseau perla democrazia diretta, costretto gli iscritti a firmare contratti.  Ora, anche se stanno mostrando degli scricchiolii, nondimeno stanno continuando a realizzare il loro   programma. La promozione del referendum del 20 settembre per diminuire il numero dei parlamentari è un pezzo forte del loro programma di eliminazione del parlamento.

in questo progetto hanno preso al cappio coloro che tengono alla parola data e che facevano parte del vecchio schieramento, ma anche i nuovi partner che non hanno forse capito il significato strategico della riduzione dei parlamentari nell'indebolimento del Parlamento. Certo nessuna forza politica tradizionale poteva nutrire in sè il programma di rendere inutile il Parlamento, ma ora stanno collaborando al progetto dei grillini, chi per non perdere la coerenza interna, chi per motivi di alleanza.

E le sardine sono un movimento?

E le sardine che in questi giorni si raccolgono in prossimità delle elezioni, nelle regioni in cui sperano che rimanga chi è al potere attualmente, sono un movimento?

No, sono un fenomeno di mobilitazione, un gruppo, un raggruppamento,  interessante e variegato, eterogeneo, con alcune idee comuni, con alcune intuizioni nuove, con dei simboli sincretici, ad esempio simboli religiosi comunitari precristiani,  o inni come “Bella ciao”. Esse non nascono per cambiare, ma  per non cambiare. Non hanno i loro canti, non hanno i loro simboli, non hanno uno o più capi carismatici.

Sono nate certo spinte da un’energia, ma era un’energia volta a combattere il rischio del cambiamento; si sono focalizzati su un modo di comunicare aggressivo  di alcuni leader dell’opposizione e hanno contribuito ad abbassare i toni della politica , a porre temi trasversali come la cura dell’ambiente. Ma il motivo per cui   non sono un movimento è proprio il loro guardare  indietro.

Invece le sardine  si muovono sollevando  la paura che qualcosa cambi. Intendiamoci la forza neutralizzante è una forza spaventosa. Pensiamo a Nora in casa di Bambola. La spinta al coraggio e al cambiamento implica la capacitò di zittire le paure le insicurezze, credere senza dubitare. Ma noi generalmente siamo pieni di dubbi. È solo quando siamo in stato nascente che l’energia del cambiamento prevale sullo status quo

L’azione delle sardine non è diretta, ma indiretta e questa non è mai la forza di un movimento. Trasformano il loro avversario politico in un mostro pericoloso, nell’uomo nero che mangia i bambini.

Ma quanto a gestione del potere sono schierati con  chi gestisce il potere in alcune regioni da molti anni e non vuole perderlo. Concludendo le sardine si sono presentate come un movimento autonomo, come idea di rinnovamento, come qualcosa di indipendente e di nuovo, invece diffondono la paura del cambiamento,  diffondono l’idea che l’alternanza politica sia una minaccia, quando invece è l’essenza della democrazia.

La democrazia è infatti un sistema imperfetto che poggia su due elementi indispensabili. L’alternanza e sistematiche  libere elezioni.

I movimenti e il grande ciclo collettivo

Un modo in cui i movimenti vengono integrati in modo costruttivo  nel processo di modifica della realtà lo troviamo nelle grandi democrazie anglosassoni, caratterizzate da un vero bipolarismo

Nella tradizione anglosassone il bipolarismo fa si che i movimenti  producano molto raramente una spaccatura violenta della società. Il  movimento che vuole rinnovare il paese non crea un partito nuovo, ma si incanala nei partiti esistenti.  I momenti in cui si sprigionano le forze maggiori sono le grandi campagne presidenziali. Il ricambio della classe politica è maggiore, ma chi vince ha anche la possibilità di governare per un certo periodo provando a realizzare il proprio disegno politico.

Pensiamo al movimento per la Brexit – dopo un periodo di confusione ha prevalso la spinta del movimento, ma non ha creato un terzo o un quarto partito. Ma un esecutivo che lo attua. Il presente esecutivo avrà il tempo per impostare la nuova strategia per il futuro della Gran Bretagna.

Gli anglosassoni non temono l’alternanza politica. Per questo i movimenti che si producono (come quello per la Brexit) si incanalano nella dinamica democratica dei partiti.

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Cristina Cattaneo Beretta

Cristina Cattaneo Beretta (ha aggiunto il nome della mamma al suo) (email) Laureata in filosofia ed in psicologia a Pavia, psicoterapeuta, dottore di ricerca in filosofia delle scienze sociali e comunicazione simbolica, ha condotto studi sul linguaggio simbolico e il suo uso terapeutico (Cristina Cattaneo Il pozzo e la luna ed Aracne). Studia le esperienze di rinnovamento creativo e i processi amorosi, approfondendo in particolare il tema della dipendenza affettiva. Ha pubblicato con Francesco Alberoni: L’universo amoroso (Milano, 2017 ed. Jouvence), Amore mi come sei cambiato (2019 Milano, ed. Piemme Mondadori), L'amore e il tempo (Aracne 2020).

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