La trappola di Tucidide

2 Febbraio 2021



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Ci sono nella vita politica e sociale, come in quella interpersonale e famigliare, dei processi, delle regolarità molto forti. Partirò da una di queste messa recentemente in evidenza dal professor Graham Allison nel libro Destinati alla guerra. Egli la chiama la “trappola di Tucidide”, dallo studio compiuto dal grande storico Tucidide sulla guerra del Peloponneso.

La trappola di Tucidide e la guerra del Peloponneso

Perché è scoppiata questa guerra? Perché fino alla metà del V secolo la potenza dominane in Grecia era Sparta. Ma in pochi decenni Atene aveva avuto uno sviluppo economico, urbanistico artistico e culturale straordinario, erano sorti templi stupendi, la città era diventata il centro culturale del mondo.

Sparta era diventata invidiosa, si era sentita surclassata e minacciata. Il risultato è stata la guerra.

Secondo Allison ogni volta che un nuovo Paese si sviluppa rapidamente e minaccia la superiorità di quello egemone, questo si sente diminuito e minacciato e se non intervengono entrambi con misure rassicuranti, scoppia la guerra. Lo stesso è avvenuto fra la vecchia Russia e il giovane Giappone, fra Francia e Germania quando questa è diventata potente, oggi fra gli USA e la Cina in impetuoso sviluppo.

È un processo che avviene anche su scala modesta.

Allison ricorda il caso di un ragazzo che cresce e raggiunta una nuova età vuole nuove liberta ed entra in conflitto con la famiglia.

Capita nelle imprese, nei cenacoli, nelle fondazioni dove, se qualcuno emerge, gli altri si difendono, reagiscono. In sostanza la trappola di Tucidide scatta ogni volta che qualcuno cresce, eccelle.

Se lasciamo la società nel suo complesso e guardiamo cosa avviene al suo interno ci accorgiamo che ogni fase di sviluppo economico e politico avvengono migliaia di questi processi. Cresce la competizione, il desiderio di affermazione, il disagio degli sconfitti cioè il disordine sociale. Una società statica è ordinata, una società in crescita impetuosa è disordinata, a entropia elevata. Ed ecco allora la più importante legge storica di cui la trappola di Tucidide è un corollario.

In tutti i sistemi sociali l’entropia continua ad aumentare e tende a generare il caos.

Però oltre una certa soglia l’entropia crolla e si impone una forma sociale semplificata.

È quello che succede quando esplodono i movimenti collettivi, dove masse crescenti di persone si muovono nella stessa direzione o verso una nuova meta. La trappola di Tucidide cioè crea uno stato di disordine.

Quando c’era la vecchia gerarchia sociale ciascuno restava al suo posto, non avvenivano urti, tensioni. Ma quando la gerarchia viene alterata, uno sale e uno scende, uno si batte per conservare il suo ruolo e altri per affermarsi. Così si creano delle aree di disordine. Queste generano nuovi movimenti, nuovi partiti nuove ideologie, che creano un fronte di conflitto che è l’equivalente di una guerra.

Con la globalizzazione abbiamo avuto il grillismo in Italia e Trump in USA.

Ma il grande crollo dell’entropia è avvenuto col coronavirus che ha semplificato le mete e i fini collettivi. In mancanza di questa pandemia la trappola di Tucidide avrebbe spinto verso un pericoloso conflitto USA Cina.

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Francesco Alberoni

Laureato in medicina, ordinario di Sociologia a Milano. Ha studiato il divismo L’elite senza potere (1963) ed è stato il fondatore della sociologia dei consumi in Europa: Consumi e società (1964). È il maggior studioso dei movimenti collettivi Movimento e istituzione (1977) e Genesi (1989), è il pioniere degli studi sull’amore: Innamoramento e amore (1979) tradotto in trenta lingue, un tema che ha continuato ad approfondire con L’amicizia (1984) l’Erotismo 1986) Ti amo (1996) Sesso e amore (2006) L’arte di amare (2012) Amore e amori (Edizioni Leima, Palermo, 2016). Con Cristina Cattaneo ha pubblicato L'universo amoroso (2017), Amore mio come sei cambiato (2019) e L'amore e il tempo (2020), Il rinnovamento del mondo. E' mancato il 14 agosto 2023.

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