gentile dottoressa,
mi sento molto oppressa. Da qualche tempo soffro di nervosismi, collere, di attacchi di rabbia. Quando le persone fanno qualcosa che secondo me non è giusta, le sgrido, le tratto male. Ho capito di esagerare perché l’altro giorno una mia amica mi ha detto che sono diventata rigida, tutta bianco o nero, una che vuole sempre comandare. A casa ho pianto perché un tempo non ero così.
Io credo che il vero problema sia il rapporto con mio marito. Siamo sposati da 20 anni e lui ha una piccola azienda. Io, pur facendo tanto lavoro con lui, risulto essere una casalinga. Abbiamo due bambini, belli vivaci, ma bisogna seguirli molto e tocca solo a me. Lui non si interessa a niente. Allora cerco di fare altre cose , da ragazza ero giornalista e sono brava nella cronaca, ma ormai sui giornali ti chiedono di lavorare gratis. Così continuo con la stessa vita, sempre più insoddisfatta e piena di rabbia.
Non l’ho mai detto a nessuno, ma io non sopporto più mio marito , e pensare che ne ero veramente innamorata. Vorrei lasciarlo, scappare, ma come vivrei? Sogno di incontrare un uomo che si dedichi a me, che mi ami e guardo ogni uomo come un possibile amante. Si vorrei un amante, una storia nascosta ma piena di amore e di passione. incontro spesso un uomo, ci guardiamo, mi attrae , faccio un sacco di fantasie. Sbaglio tutto?
grazie per la sua risposta
Giulia
Cara Giulia,
leggendo il suo problema ho pensato con che facilità nel mondo “moderno” ci lasciamo riportare a situazioni che tecnicamente non avrebbero più ragione di esistere. Le leggi sono dalla parte delle donne e dei lavoratori, ma nel suo caso, valgono le leggi millenarie del passato.
Per questo la sua rabbia che sembra eccessiva e salta fuori con le persone sbagliate e nelle situazioni più disparate, è in realtà mossa da questo senso di ingiustizia. E' dunque un allarme che suona e le chiede di cambiare.
Come lei abbia lasciato accadesse è una cosa sulla quale dovrebbe interrogarsi, ma non più di tanto: Consideri che questo è il passato. Non può più tornare indietro quando ha accettato questo suo patto col diavolo, quando ha barattato il suo potere e la sua libertà, quando era più facile stare sulle sue posizioni. Questo lavoro deve farlo ora.
Trovarsi un amante è una soluzione molto frequente oggi. È un modo per avere un po’ di calore e di entusiasmo erotico senza scalfire la struttura della sua famiglia. Può darsi che sia la cosa più facile e la migliore per lei. Ma io credo che se fosse questo che lei vuole, l’avrebbe già trovato.
L’altra via, più difficoltosa, ma più adatta a una donna che vuole essere fiera di se stessa come vuole esserlo lei, è affrontare suo marito. Ma non si affronta il cammino della libertà guidati dalla rabbia scomposta della pancia. Lei deve darsi un autoeducazione, chiarirsi anche con l’aiuto di un legale quali cose esattamente può chiedere e poi affrontare suo marito chiedendo di avere il giusto posto nella azienda e il riconoscimento per ciò che fa.
Non sarà facile perchè lo ha sempre lasciato fare e lui è abituato ad avere una persona succube e a comandare. Ma è possibile.
Questa è a mio avviso la sua strada, affrontare la sua personale lotta col drago. In fondo è il pezzo di crescita che non ha fatto.
Poi vedrà che anche la parte sentimentale avrà un chiarimento. Se suo marito recepirà quelli che sono bisogni fondamentali di dignità e riconoscimento, il vostro amore potrebbe ritornare caldo e appassionato. Oppure verrà fuori un nuovo amore: ma lei sarà una donna che lavora con una professionalità chiara, non una casalinga frustrata, modello che, come ogni donna sa, oggi non è proprio di moda.