Le donne che piangono quando fanno l’amore

16 Marzo 2018



Le donne che piangono quando fanno l'amore
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A volte gli uomini che non conoscono molto dell’animo femminile o non conoscono ancora bene la loro partner restano inquieti, quando, dopo un coinvolgente momento intimo lei scoppia a piangere e non riesce a fermarsi e scossa dai singhiozzi cerca la vicinanza.  È un pianto che sembra salire dalle parti più profonde, dalle reni e salire sino al viso alle mani che vogliono essere strette alla bocca alle labbra che vogliono essere baciate.  E tanto più si sono sentiti vicini e uniti, tanto più questo pianto intenso totale è liberatorio e se l’uomo non ha paura, allora istintivamente la stringe a sé e per lei questo abbraccio è un prolungamento del viaggio nelle sensazioni ed emozioni reciproche che hanno vissuto insieme.

È un pianto di riconoscimento profondo dell’altro e indica che quel momento l’ha rimessa in contatto con se stessa e con l’uomo che ha accanto, ha sentito il bene circolare tra loro e si è commossa. Si è sentita in sintonia profonda, fisicamente e psichicamente. Oppure piange perché è innamorata, perché il loro stare vicini le ha aperto la sensazione del nuovo, del mondo davanti a se, di un immenso prato di margherite in cui camminare mano nella mano.  È qualcosa che non accade sempre e beninteso non accade a tutte.

Ma il pianto non esprime sempre un vissuto di amore e unione.  Come tutte le espressioni non verbali, come nel bambino, il pianto può avere mille significati. Può indicare che mentre fa l’amore lei avverte un senso di solitudine, che non si sta sentendo unita al suo compagno. Piange perché mentre dovrebbe fondersi, sente la lontananza, sente il suo stesso corpo divenirle estrano. Magari vi sono state incomprensioni che non sono state chiarite e lei cercherà di nascondere la solitudine e il pianto in modi anche buffi: mette la testa sotto il cuscino, si copre con le lenzuola, cerca di fare finta di niente e di finire velocemente. Potrebbe fingere l’orgasmo pur di finire. È molto più bello avere in fianco una donna che dice candidamente di non aver avuto l’orgasmo.

Altre volte piange per gelosia, perché sente o sa che c’è qualcun’ altra o perché lui si vanta di piacere e allora, anche se desidera fare l’amore, sente acutamente il dolore di essere messa da parte e si sente rifiutata. Allora tenderà a voltarsi subito dall’altra parte, rannicchiarsi e a piangere da sola fingendo di dormire.

Poi certo, il pianto talvolta compare come un epifenomeno che segue alla scarica dell’orgasmo e non ha nessun particolare significato. Ma quando si ripete e non segue un parlarsi di cuore, unito a non guardare il partner negli occhi, siamo di fronte a un’anticipazione di una grave crisi. Potrà arrivare magari dopo anni o mesi. Ma è già lì tra loro. Infatti il rapporto d’amore è una penetrazione e possiamo ben immaginare che è ben diverso accogliere un uomo con amore o sentire il proprio corpo esprimere una reazione viscerale di rifiuto e di nausea.  L’uomo amato, può, in modo repentino, essere vissuto come un essere che la sta violando. Non importa se stanno insieme da tanti anni o se sono sposati. Nel pianto c’è il suo essersi sentita invasa senza volerlo e la percezione di una violenza che l’ha offesa che non riesce o non può esprimere, perché per ora è a livello delle emozioni. Ma è forte e tocca il cuore del rapporto con l’altro.

Spesso i maschi scuotono la testa dicendo che capire le donne è una vera fatica. E tuttavia se non fanno questa fatica restano sulla superficie e non potranno provare la gioia di quando lei si apre, quando si affida, quando li conduce nell’isola che non c’è.

Se gli uomini sapessero quanto  diventare esperti del pianto li renderebbe più sensibili verso le donne, più in grado di  capirle e in grado di amarle, si incanterebbero davanti al mistero di questa comunicazione. Più importante delle cose che vengono dette.

Il segno più bello è che lei pianga insieme a voi e vi venga vicina, che voi la stringiate forte. Quello più cupo è quando, invece di indugiarvi accanto, lei nasconda le lacrime, e corra subito via, a fare la doccia.

Allora, se ci tenete davvero a lei, è il momento di riflettere, perché se la vostra amata  non sta riuscendo a starvi fisicamente vicina, sta comunicando una grave difficoltà e non ha le parole per dirla. Tra i due estremi, vi sono molte sfumature, che non richiedono mai di fare degli interrogatori, ma fornire amore, appoggio, incondizionato e rassicurazione.

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Cristina Cattaneo Beretta

Cristina Cattaneo Beretta (ha aggiunto il nome della mamma al suo) (email) Laureata in filosofia ed in psicologia a Pavia, psicoterapeuta, dottore di ricerca in filosofia delle scienze sociali e comunicazione simbolica, ha condotto studi sul linguaggio simbolico e il suo uso terapeutico (Cristina Cattaneo Il pozzo e la luna ed Aracne). Studia le esperienze di rinnovamento creativo e i processi amorosi, approfondendo in particolare il tema della dipendenza affettiva. Ha pubblicato con Francesco Alberoni: L’universo amoroso (Milano, 2017 ed. Jouvence), Amore mi come sei cambiato (2019 Milano, ed. Piemme Mondadori), L'amore e il tempo (Aracne 2020).

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