Leone: amore palcoscenico e verità – La coppia Banderas Griffith

8 Agosto 2025



Agosto è il mese in cui il Sole raggiunge il suo massimo splendore, e con esso, dal punto di vista astrologico,  si risveglia l’energia del Leone: segno della vitalità, della creatività e dell’espressione personale. Dove c’è un Leone, c’è scena. C’è racconto, c’è presenza. E quando due Leoni si incontrano, si riconoscono, si amano... e decidono di condividere la vita, la relazione diventa teatro, e il sentimento si trasforma in narrazione.

Per parlare di segni zodiacali e amore, pochi esempi sono più emblematici di Antonio Banderas e Melanie Griffith. Entrambi Leone, entrambi nati nel cuore dell’estate, entrambi protagonisti di un amore vissuto sotto i riflettori e dentro le pieghe più intime della vita.

La loro storia, iniziata nel 1995 e conclusa formalmente nel 2015, non si è mai davvero dissolta. A distanza di dieci anni dalla separazione, restano il rispetto, l’affetto, e quella frase pronunciata da Antonio con disarmante sincerità: “Amerò quella donna fino al giorno della mia morte.”

Il loro incontro avviene sul set del film Two Much – Una di troppo, diretto da Fernando Trueba. Era il 1995. Il film uscirà in Italia il giorno di San Valentino del 1996: una coincidenza che sembra quasi suggerire una regia celeste.

Durante le riprese, un gesto semplice diventa simbolico: Antonio raccoglie una ciglia caduta dal volto di Melanie e le dice “Soffia ed esprimi un desiderio”. In quel momento, dal soffitto scivola tra le mani di Melanie la fede del suo psicoanalista. Un episodio curioso, che lei stessa ha raccontato come un segnale. Entrambi erano sposati all’epoca, ma la forza dell’incontro li travolse.

Nel giro di pochi mesi, nasce una famiglia: una figlia, Stella, e un nucleo allargato dove Antonio diventa figura paterna anche per Dakota Johnson, figlia di Melanie e oggi attrice affermata.

Un amore intenso, fatto di slanci e di contrasti. Perché quando due Leoni si incontrano, il rischio è che la luce dell’uno oscuri quella dell’altro.

Formazione, fascino e cinema: l’ultimo Latin lover

Antonio Banderas, attore di formazione teatrale e membro del Teatro Nacional, fu attore portafortuna di Pedro Almodóvar negli anni degli esordi: Labirinto di passioni (1982), Donne sull’orlo di una crisi di nervi (1988), Legami (1990). Dopo una rottura artistica con Almodóvar, Banderas cedette alle sirene di Hollywood, recitando accanto a Denzel Washington, Tom Hanks, Tom Cruise, Brad Pitt e Sylvester Stallone.

Come Alain Delon prima di lui, si trasfigurò nel ruolo di Zorro, incarnando l’ultimo Latin lover capace di competere con i modelli di bellezza d’Oltreoceano. In quel periodo, i grandi miti del cinema europeo — Mastroianni, Delon — stavano invecchiando, e con loro tramontava un certo immaginario maschile: elegante, sensuale, mediterraneo. Banderas fu forse l’ultimo a rappresentare quella stirpe, prima che il cinema globale si uniformasse a nuovi canoni estetici.

Ma dietro il fascino c’era una solida preparazione artistica, maturata tra Málaga e Madrid. E una sensibilità che lo rese, più che un sex symbol, un interprete capace di attraversare generi e culture.

Melanie Griffith, figlia d’arte, era già una figura iconica. Sua madre, Tippi Hedren, fu musa di Hitchcock in Gli uccelli (1963), recitò con Chaplin in La contessa di Hong Kong (1967), e con Melanie in Uno sconosciuto alla porta (1990). Melanie esordì con Arthur Penn in Bersaglio nella notte (1975), lo stesso anno in cui sposò Don Johnson, protagonista di Miami Vice. Fu Brian De Palma a consacrarla con Omicidio a luce rossa (1984), e ottenne una nomination all’Oscar per Una donna in carriera (1988), in un’epoca in cui il cinema americano celebrava dive come Kim Basinger e Michelle Pfeiffer.

La loro relazione ha unito due mondi: il pragmatismo americano e la passione iberica. Melanie, con un passato segnato da dipendenze e relazioni burrascose, trovò in Antonio un compagno devoto e protettivo. Lui, più giovane di tre anni, la sostenne nei momenti più difficili, e lei lo introdusse nel jet set hollywoodiano. Insieme girarono anche Pazzi in Alabama (1999), con Antonio alla regia e Melanie protagonista, affiancati dalle loro figlie.

Nelle relazioni leonine, la sfida è quella di bilanciare intensità emotiva e spazio personale. “Con Antonio mi sentivo intrappolata”, ha dichiarato Melanie al momento della separazione. Eppure, il loro divorzio nel 2015 non ha mai assunto i toni della guerra mediatica. Nessuna recriminazione pubblica, nessun rancore. Solo rispetto e affetto. Però Melanie ha fatto un gesto simbolico significativo: ha rimosso il tatuaggio col nome di Antonio, lasciando solo la cornice a forma di cuore.

La loro storia, durata vent’anni, non fu esente da tumulti: problemi di alcolismo per lei, un successo declinante per lui. Eppure, anche nei momenti più difficili, la dignità non venne mai meno.

Cielo leonino, cuore vergine

Entrambi Leone, sì. Ma con una Venere in Vergine condivisa. E questa è la chiave della loro unione.

Venere in Vergine non ama le sceneggiate, ma la cura. È precisa, leale, attenta ai dettagli. Ama in silenzio, costruisce, protegge. È quella parte che – tra un red carpet e un’intervista – fa il caffè alla persona amata, stira le camicie, ascolta davvero. Ed è terribilmente sensuale, tra le più intense dello Zodiaco.

Antonio, legato visceralmente alla sua Málaga, ha ristrutturato dopo un infarto il Teatro del Soho, donando arte e cultura alla sua terra. “Dopo un attacco di cuore capisci che la vita è una sola. E vuoi fare ciò che conta davvero.” Un gesto da Leone maturo: portare la luce dove sei nato.

Melanie, invece, ha affrontato la malattia (un melanoma).

 E a voi, Leoni, cosa riserva il cielo di agosto?

Venere sarà nel vostro segno dal 26 agosto al 19 settembre: tempo di sedurre, di creare, di brillare in amore. Ma attenzione: dal 20 settembre, entra in Vergine. Lì l’amore si fa concreto, si costruisce. È il momento della Bellezza Autentica, quella che non ha bisogno di effetti speciali.

Nel frattempo, godetevi la dolcezza di Venere in Cancro, e quel sestile di Marte in Bilancia che vi può pungere l’orgoglio… ma è in realtà un invito a scendere dal piedistallo e condividere la scena.

Perché se è vero che il Leone ama essere protagonista, è altrettanto vero che il vero amore non ha bisogno di applausi, ma di verità.

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Rossella Aversa

Astrologa, storica dell’arte, Rossella dopo una solida formazione umanistica si è dedicata allo studio dell'astrologia. Nata sotto il segno della Vergine, in questa rubrica ci accompagna nel mondo degli amori celebri, con uno sguardo ironico, simbolico e profondamente umano. Per contattarla puoi scrivere a: info@rossellaelenaaversa.it.

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