Lo spirito di vendetta

30 Agosto 2021



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Dopo l’avanzata dei Talebani nell’Afghanistan gli americani sono apparsi colti di sorpresa, impreparati, allo sbando. Si sono ripetute le scene di Saigon, della gente che viene abbandonata nelle mani del nemico, teme di essere uccisa, scappa disperata e non trova nessuno che l’aiuta a salvarsi.

Il presidente Joe Biden nella sua conferenza ha ammesso questa terribile realtà e però come altre volte hanno fatto gli americani, ha promesso vendetta. Cioè gli americani presi di sorpresa possono fare molto poco adesso se non cercare di rimpatriare i loro collaboratori, ma dicono che si vendicheranno, puniranno gravemente coloro che si sono comportati male. Un atteggiamento che gli americani hanno avuto molte volte. Di solito dopo una sconfitta cercano il colpevole e lo uccidono. Una sorta di condanna a morte che viene poi eseguita con i droni, una cosa già avvenuta con Osama Bin Laden e con Saddam Hussein.

Il terrorista condannato a morte viene seguito dai satelliti ovunque vada, per cui lo vedono mentre entra nella porta della casa dove passerà la notte o quando entra in un passaggio segreto e presto o tardi lo uccidono. Questo metodo è efficacissimo, una specie di giustizia che gli americani fanno contro i loro nemici e con una potenza di fuoco impressionante, perché dispongono di una tecnologia raffinatissima. Anche in questo caso, anche a Kabul dopo l’attentato fatto dall’Isis hanno identificato i colpevoli e li hanno uccisi. Vendetta è fatta, hanno esclamato subito gli americani.

È vero gli americani non sono più in grado di vincere una guerra o tenere un paese, ma sono in grado di uccidere dall’alto un terrorista che fugge. Ma questa giustizia che viene compiuta dai droni di solito produce sempre anche quelli che si chiamano effetti collaterali.

Tu spari dentro la macchina in cui c’è il terrorista, la macchina salta in alto ma nell’attacco vengono uccise anche donne e bambini e si ha  l’impressione di un misterioso potere che compie giustizia ma colpisce gente che non c’entra per niente, per cui il drone che spara è un oggetto nemico. Se questo metodo continuerà a essere usato ed esteso, ci si dovrà abituare all’idea che delle forze americane sono sempre in azione a livello di satelliti e droni e possono colpire chiunque vogliono e nel contempo fare morti e feriti tra la popolazione civile. Per un popolo che vuol stare in pace questi uccisori misteriosi sono un pericolo e di conseguenza se gli americani abuseranno di questo metodo ci sarà il pericolo che in certi paesi questi droni vengano considerati oggetti terroristici. Cioè per uccidere i terroristi diventi tu stesso un terrorista o comunque sei visto come tale.

Cari americani siete molto potenti, avete un senso della giustizia spietato, ma state attenti ad andare a sparacchiare qua e là  perché potreste farvi altri nemici e creare altre paure.

Non basta la vendetta a risolvere i problemi.

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Francesco Alberoni

Laureato in medicina, ordinario di Sociologia a Milano. Ha studiato il divismo L’elite senza potere (1963) ed è stato il fondatore della sociologia dei consumi in Europa: Consumi e società (1964). È il maggior studioso dei movimenti collettivi Movimento e istituzione (1977) e Genesi (1989), è il pioniere degli studi sull’amore: Innamoramento e amore (1979) tradotto in trenta lingue, un tema che ha continuato ad approfondire con L’amicizia (1984) l’Erotismo 1986) Ti amo (1996) Sesso e amore (2006) L’arte di amare (2012) Amore e amori (Edizioni Leima, Palermo, 2016). Con Cristina Cattaneo ha pubblicato L'universo amoroso (2017), Amore mio come sei cambiato (2019) e L'amore e il tempo (2020), Il rinnovamento del mondo. E' mancato il 14 agosto 2023.

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